BIAGIO CIRCOSTA RACCONTA UN LUNGO CAMMINO DI FEDE E DI SPERANZA

circosta (2)In questo mese di agosto, Biagio Circosta ci ha regalato la sua seconda pubblicazione, nella quale continua a raccontare della moglie e ricordare, in modo semplice e spontaneo, l’esperienza di alcuni pellegrinaggi ai quali ha partecipato con fede e devozione, come lui stesso dice: “I pellegrinaggi rappresentano il senso di una vita che ogni giorno abbraccia l’amore e l’enorme sofferenza, per accostarsi sempre di più a Dio, per abbracciare un cammino di rinascita con la fede verso la fede”.

Il desiderio di andare a Medjugorie, Biagio lo aveva coltivato con la moglie Rosa, ma l’improvvisa e prematura scomparsa della moglie gli ha fatto capire che Dio aveva deciso diversamente. Ma, dopo due anni dalla scomparsa di Rosa, ha voluto lo stesso fare il pellegrinaggio a Medjugorie, Cascia, Assisi, Roma, proprio per cercare “di incontrare il Mistero e avere un rapporto costante con la Madonna”. E’ andato come pellegrino in questi luoghi inserendosi nel popolo dei credenti e sfidando la fatica di questi lunghi percorsi. 

E di questo suo pBasilica-Papale-San-francesco-di-Assisi1eregrinare Biagio ha raccontato una bella testimonianza nel suo scritto “Un lungo cammino di fede e speranza”, partendo dalla domanda sul senso della vita e sulle ragioni di continuare a vivere quando ci si sente soli. Il pellegrino, così come ha fatto Biagio, va in cerca del luogo sacro. Ma, a differenza del turista, anche se si serve degli stessi mezzi di trasporto, soggiorna negli stessi alberghi e calca le stesse strade, egli si muove in un altro spazio, entra in un nuovo tempo, risveglia in sé un altro uomo. Ha lasciato un luogo per andare in un altro. E’ di passaggio. Dove sosta non ha radici, né patria, né famiglia. E’ povero e non gli interessa più possedere. Egli se ne va in cerca di qualcosa che è più dell’avere. Il turista si ferma da qualche parte, guarda, fotografa, compra e riparte. Il pellegrino, lo si vede, percorre un altro spazio… e come ci racconta Biagio, ne rende testimonianza.

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E’ un dato visibile a tutti come il fenomeno del pellegrinaggio, anche in luoghi non molto lontani dai paesi nei quali viviamo, è presente in tutte le culture e religioni fin dall’inizio della civiltà umana. Il bisogno del pellegrinare fonda le sue radici nel cuore dell’uomo. È un fenomeno indissolubilmente legato alla condizione itinerante dell’uomo. La nostra vita, come hanno sostenuto numerosi letterati e filosofi mediante il ricorso alla metafora della strada, altro non è che un lungo cammino pieno di colpi di scena e di incroci che intercorre tra la nascita e la morte.

foto_47_99082Andare è sempre stato importante soprattutto quando si è cercato e si è atteso un incontro con il mistero e con l’invisibile. Vi è pertanto una forte componente antropologica nel peregrinare dell’uomo sulla terra, infatti il pellegrinaggio appartiene a quei gesti e segni cosiddetti naturali che sono patrimonio dell’uomo proteso nella sua insopprimibile inquietudine verso Dio… ecco perché i pellegrinaggi ai quali ha partecipato Biagio gli hanno riscaldato il cuore, mettendolo nelle condizioni di affrontare le prove più difficili che la vita gli ha messo davanti.

 circosta (1)E non posso non concludere proprio con le parole di Biagio, che sono la testimonianzadi un uomo che, nonostante le sofferenze della vita non ha perso la speranza: “continuerò con determinazione il mio lungo cammino di fede, difficile ma affascinante… perché ho capito che dentro di me era accaduto qualcosa di straordinario: essere testimone di questa bellissima realtà, di fede e di speranza… ci sono altri pellegrinaggi ai quali dovrò partecipare per realizzare il grande sogno che insieme a Rosa avevamo progettato”. E anche per questo secondo racconto dico grazie a Biagio, per la bella e vera testimonianza di fede che ci ha regalato.

 

 

 

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