Categoria: Cultura

A CINQUANTA ANNI DAL SESSANTOTTO

Tutti gli anni si ricordano un sacco di cose, si celebrano anniversari a più non posso: gli argomenti dilagano dalla cronaca allo sport, dalla storia alla letteratura e chi più ne ha… non si tiri indietro. Il 2018, che ormai volge al termine, pensavo si sarebbe distinto, soprattutto, per i “cinquanta anni dal ’68”, invece non è stato così. Ricordo che per il vent’anni se ne è parlato fino alla noia: è stata messa in moto una valanga di “io c’ero”, un fiume di nostalgia, un frenetico sfogliare l’album della giovinezza. “Ero del ‘68” era un marchio doc.

LA CHIESA, LA CULTURA E LA GRAZIA: UNA STORIA NUOVA NELLA STORIA

La domanda che vorrei fare a tanti “cattolici” che incontro nei social network è questa: come mai leggo le loro analisi su partiti, personaggi politici, sull’economia, sull’euro, su tutto, ma mai che ci si riferisca in modo esplicito, e spesso neanche implicito, a Cristo redentore quasi che la fede non avesse nulla a che vedere con la vita di tutti i giorni.

LA MORTE PONE LA DOMANDA SUL DESTINO PER IL QUALE SIAMO STATI FATTI

La morte è una delle poche cose serie e irrimediabili che restano nel nostro orizzonte di senso sempre più labile, per cui dobbiamo ringraziare chi ci consente di riflettere con dignità. Ricordo le parole di un amico prete di Catania morto qualche anno fa, Don Francesco Ventorino, che ho sentito a Rimini durante l’incontro “La verità è il destino per il quale siamo stati fatti” e del quale mi piace riportare alcuni passaggi, perché ritengo ponga delle domande sul destino di ogni uomo.

OGGI LA PRESENTAZIONE DEL LIBRO DI GIOVANNI QUARANTA SU “LA CHIESA ABBAZIALE DEI SANTI QUARANTA MARTIRI DI ANOIA”

Nel libro “La Chiesa Abbaziale dei Santi Quaranta Martiri di Anoia”, l’autore ci mostra con pochi tratti in uno sviluppo narrativo lineare e semplice, ma denso di significato storico e sociale, un amore per la storia della propria terra, facendo emergere un mondo sconosciuto della storia di Anoia, che non sarebbe emerso se non per merito di un attaccamento alla storia, alle tradizioni e alla cultura del popolo nel quale si vive, nella convinzione di non fare morire le nostre radici culturali perché sono proprio queste che ci fanno vivere con una identità ben precisa.

SE PASOLINI OGGI POTESSE SCRIVERE SUL “PALAZZO”… E SULLE LUCCIOLE!

Quindi quel “qualcosa” che è successo anche nella gestione del potere nei nostri paesi, non solo nella nostra Nazione, Pasolini lo definisce “la scomparsa delle lucciole”. Tuttavia egli non scrive solo per polemizzare su questo punto, benché questo gli stia molto a cuore… scrive per una ragione molto diversa: “Tutti i miei lettori si saranno certamente accorti del cambiamento degli uomini di potere: essi sono diventati delle maschere funebri”.

TESTIMONIANZE DALL’ARGENTINA DI UN DOVEROSO ELOGIO DELLA NOSTRA ITALIANITA’

Come negare che le foto e gli interventi che arrivano dall’Argentina si presentano come un buon tonico, come stimolo a recuperare l’orgoglio delle nostre radici, quasi come un invito a cessare una nostra atavica pratica autolesionista, nella certezza che non c’è stato campo in cui gli italiani non sono stati sempre primi, negli ambiti più importanti della cultura e della scienza.

CONSIDERAZIONI SU “QUELLI CHE SCRIVONO”: UN DESIDERIO CHE PUO’ DIVENTARE ARTE

Sono proprio tanti quelli che hanno iniziato a scrivere per caso: dopo una particolare esperienza di studio; perché scrivere era l’unico rifugio; per raccontare di un fatto o di un incontro che ha cambiato la vita; per dare libero sfogo alle gioie o, ed è il caso più frequente, alle proprie angosce sentimentali.

RICOMINCIA LA SCUOLA: CON TANTI ILLUSTRI SCOMPARSI… E ALTRO ANCORA!

Anche quest’anno la scuola italiana sta per riaprire i battenti: alunni e docenti sono di nuovo pronti ad affrontare la fatica, e le problematiche, di un nuovo anno scolastico, mentre sono sempre più numerosi quelli che alzano la voce contro i clamorosi “buchi”, che tanti sembrano non vedere. E tranne che a voler essere ciechi, in una scuola con dei buchi tanto grandi, il risultato che si ottiene non potrà non essere triste e sconvolgente.

NEI VERSI DI ROCCO POLISTENA IL GRIDO DI UNA VOCE CHE CERCA DIO

Nel poema di Rocco Polistena “Scorro – Il mio fiume sentimentale” questa apertura di spazi inconsueti è come la tempesta scatenata delle acque del Niagara, dovuta ad un misto di speranza e di nostalgia (talvolta paura o tristezza!) che non è solo del suo autore, ma di tutta una cultura che “non scorre”, ma è bloccata nel dolore e nella grandezza, del tentativo di superare, andare “oltre” le parole dello spirito che le detta.

CON GLI ESAMI DI MATURITA’ DEI RAGAZZI DEL 1999 SI E’ CHIUSO DEFINITIVAMENTE IL “NOVECENTO”

Quest’anno sostengono l’esame di maturità gli ultimi ragazzi nati nel Novecento:  per quasi 500 mila giovani nati nel 1999 sono cominciati oggi gli esami di maturità edizione 2018. Sono i pronipoti di quei “ragazzi del ‘99” che cento anni fa vennero arruolati poco più che diciottenni e mandati in prima linea lungo il Piave, dove si era attestato il fronte italiano dopo la rotta di Caporetto del 24 ottobre 1917.