Categoria: Galatro

L’ASSOCIAZIONE PRO-MUOVIAMOCI… PER RENDERE VIVO E VITALE GALATRO

Non si può, alla luce di tutto questo, non mettere in risalto le belle iniziative organizzate a Galatro dall’Associazione Pro-muoviamoci, alla quale va un pensiero di stima e ringraziamento per quanto, negli ultimi anni, sta realizzando: dalle feste estive, agli appuntamenti, per grandi e piccini, organizzate durante le feste di Natale (dal Villaggio di Babbo Natale alla festa della Befana), non escludendo le manifestazioni organizzate per il Carnevale, che vedono coinvolti anche Associazioni di Feroleto e Plaesano.

L’ABATE  MARTINO: TRA SACRO E PROFANO

L’abate Martino è stato precettore nella casa del Marchese Nunziante di San Ferdinando; qui, vivendo in casa con loro, si è reso conto che l’autorità non era del Marchese, ma della moglie che, come si suol dire, aveva messo sotto il marito e, da questa situazione, ne trae lo spunto per scrivere “la gonnella”, cioè una “pesante” satira sui mariti che si lasciano comandare dalle mogli

LA DIFESA DELLA SCORREGGIA: UNA POESIA PROFANA DELL’ABATE MARTINO

anche perché non si parlare sempre di politica, litigi ed intrecci vari, qualche volta bisogna dare spago anche alla più sfrenata fantasia… la libertà di chi scrive non deve avere confini o limitazioni di sorta: in effetti, a chi poteva mai venire in mente di scrivere, niente poco di meno che, “in difesa della scorreggia”?… e non in maniera da doversene vergognare…!

DOBBIAMO DAVVERO FESTEGGIARE GARIBALDI? SIAMO SICURI CHE FU VERA GLORIA?

Siamo sicuri che, come popolo del Sud Italia, dobbiamo proprio celebrare le “eroiche gesta” garibaldine? Anche se Garibaldi è il personaggio più mitizzato della Storia italiana e fiumi d’inchiostro sono stati consumati per costruire ad arte la sua biografia, non sono il solo a pensare che nella realtà la sua imagine è, sicuramente, diversa da come ce l’hanno descritta tutti i libri che ci hanno fatto studiare a scuola.

SUL RISORGIMENTO: LA PROTESTA DELL’ABATE MARTINO

L’Abate Martino esercitò la sua funzione sacerdotale senza venir meno al suo impegno politico: a Galatro, presso la casa paterna, aveva un camino girevole, dove era solito nascondersi durante le frequenti irruzioni della polizia borbonica. Ma nel 1866, dopo aver gioito per gli eventi che hanno portato all’unità d’Italia sdegnato per i pesanti tributi imposti dai Piemontesi, scrive il “Paternoster dei liberali calabresi”, dove evidenzia come i mali della Calabria si perpetuano ancora in maniera più pesante con il Regno d’Italia, infatti, amaramente afferma: “…ca di la furca passammu a lu palu…”. Così si dispera il Martino, troppo si era illuso, troppa fiducia aveva dato, ora si sente tradito e, nella “Preghiera del calabrese al Padreterno contro i Piemontesi” del 1874, scrive: “Lu pani cu li lagrimi ammogghiamu… 

CHI ERA L’ABATE MARTINO, QUESTO STRANO PRETE GALATRESE DELL’OTTOCENTO?

Ho provato, negli anni passati, a chiedermi “Chi era l’Abate Antonio Martino?”, e perché sulla figura di questo “strano” prete è stato scritto tanto. Anche io ho scritto diversi articoli che ho raccolto in un mio personale, e ancora inedito, volume composto da 11 capitoli che, per ora, pubblicherò su questa mia pagina web.

RICORDANDO SUOR ELENA, SUOR GINETTA E SUOR TERESA

Proprio per questo senso di gratitudine, mi piace salutare la notizia dell’arrivo delle nuove suore, con una mia intervista a suor Teresa, suor Ginetta e suor Elena, pubblicata il 14 ottobre del 1979 su “il Gruppo”, come caro ricordo e segno di riconoscimento e gratitudine per la missione che, per molti anni, hanno svolto nella nostra comunità.

6 GENNAIO: 28° ANNIVERSARIO DELL’ORDINAZIONE SACERDOTALE DI DON COSIMO FURFARO

Don Cosimo è un figlio della Chiesa di Galatro (in questo momento l’unico elevato alla dignità sacerdotale), e qui è stato anche ordinato sacerdote, nella Chiesa di San Nicola, il 6 gennaio 1990, dove è rimasto sino al 23 settembre del 2012, giorno in cui è stato nominato parroco della Chiesa di san Giuseppe.

“IL POSTO VUOTO”: RACCONTO NATALIZIO DI UMBERTO DI STILO

L’inesorabilità del Natale diventa per Umberto di Stilo anche l’inesorabilità del tempo che passa. Ma è anche molto altro ancora, così come si percepisce nell’ultimo suo racconto natalizio “Il posto vuoto”: un libro agile e riflessivo che ha il merito di scavare in modo “drammaticamente umano e attuale”, mettendo in risalto la realtà di tanti immigrati che, ormai da anni, vivono nei nostri paesi.

LETTERE DI DON AGOSTINO GIOVINAZZO AI GALATRESI…

Oggi, dopo aver sentito tanti “commenti” sui quali eventualmente ritornerò a scrivere in seguito,  mi piace ricordare don Agostino riproponendo dal Calvario della sua malattia, le nobili parole rivolte alla nostra comunità,  Sindaco, a don Cosimo testimoniano una grande sensibilità e un grande attaccamento alla nostra comunità. Una riconoscenza particolare è stata dimostrata anche verso il Vescovo della Diocesi, Mons. Luciano Bux, che durante la settimana Santa è venuto personalmente a celebrare tutti i riti a Galatro, al suo posto.