“CERCATORI DI TE”… PREGHIERE DI DON MIMMO CARUSO

In tempi difficili come i nostri, le preghiere che don Mimmo Caruso (Cancelliere della Curia della Diocesi Oppido-Palmi e Parroco di Varapodio) ha affidato al suo bel libro “Cercatori di Te”, ci aiutano, per dirla con le parole di Paolo VI, a fare “un salto nella speranza”, senza soffermarsi in sottili e amene divagazioni: va subito al concreto, ai temi essenziali della nostra fede e della nostra vita.

Il libro è preceduto da una prefazione di mons. Francesco Milito, vescovo della nostra diocesi, che prendendo spunto dalla sintonia spirituale che c’è con le preghiere di Don Caruso, rivolge “l’invito a saper trarre ispirazione e scrivere le proprie preghiere, come riflessioni e spazi di luce dell’anima”.

Proprio con la preghiera che dà il titolo al libro vediamo emergere delle verità “antiche” che ci sospingono fare un vero salto di speranza nella nostra dura realtà quotidiana: “Facci diventare “cercatori” delle cose di lassù, / profeti di speranza, “anima del mondo”, / consapevoli che la nostra vita sei Tu. / Non la Croce avrà l’ultima parola, / ciò che con essa raggiungeremo: / la pienezza del Tuo volto”.

Cristo volle insegnarci l’arte di unire le cose del cielo e quelle della terra, le cose di Dio a quelle dell’uomo, così come è la Sua Chiesa: umana e divina. Questo è il realismo cristiano che nasce dalla esaltante visione della realtà “uomo umano e figlio di Dio”, centro del creato, che don Mimmo Caruso esprime in maniera mirabile: “Sono con Te sul Monte della Trasfigurazione / per essere avvolto dalla Tua luce di vita / Sono con Te quando, dopo essere stato osannato, / Ti hanno fatto tacere / Sono con Te sulla Croce riconoscente dell’Amore infinito / con cui Ti doni / Sono con Te sotto la Croce perché il mio sguardo / incontra il Tuo, / consapevole della Tua tenerezza per me, / discepolo amato / Sono con Te, nel giorno della Risurrezione, / quando il mio cuore arderà di gioia / insieme a quello di Maria Santissima Tua / e nostra Madre”.

Se, come ha scritto san Gregorio da Nissa “Teologo è colui che sa pregare”, don Mimmo Caruso si presenta come un grande teologo, per la sua sensibilità, il suo coraggio, la sua fede che lo innalza nel cuore del nostro Dio, al quale la sua preghiera è rivolta.  Non ignora, in queste sue preghiere, i mali, le ingiustizie, le contraddizioni, e assurdità degli uomini… ma non drammatizza mai. Non urla come Giobbe, anche se da uomo colto quale è, sa benissimo che spesso è proprio la fede nel mistero della giustizia di Dio, che spinge l’uomo ad elevare il suo grido di protesta in un “dramma”, nel quale Dio e l’uomo sono inscindibilmente coinvolti.

Piuttosto, nelle preghiere di don Mimmo si percepisce come lui crede, come Abramo, che la sua angoscia per le sofferenze dell’umanità che ha intorno, è accompagnata dalla certezza che, da qualche parte, nei più nascosti misteri di Dio, esiste una risposta a quello che cerchiamo e, anche nella più oscura angoscia, il teologo migliore sa, più di chiunque altro, che Dio è amore e quindi, non c’è scelta più sicura che affidarsi a Lui.

La preghiera “Signore mia pace” si presenta come il segno di una fede autentica e della grandezza di chi l’ha scritta: “Tu sei la Pace! Tu sei la mia pace / Vorrei dire, Signore, la Tua novità, la Tua profezia. / La mia ansietà, il mio sospiro, le mie lacrime / sono la lontananza da Te.  … Fa’ che riesca a fare pace con me stesso / amandomi così come mi hai creato / per essere costruttore di pace / in famiglia, nella scuola, nel lavoro, nella società …”.

In “Cercatori di Te” troviamo anche una piccola e bella “antologia mariana”: don Mimmo come potrebbe non dare un posto di rilievo alla Madonna, nella “fiducia totale verso la Madre di Dio”, così come il grande papa Giovanni Paolo II immediatamente dopo l’elezione a pontefice disse: “Ho avuto paura nel ricevere questa nomina, ma l’ho fatto nello spirito dell’ubbidienza verso nostro Signore Gesù Cristo e nella fiducia totale verso la sua Madre, la Madonna Santissima”.

Possiamo ben dire che si può scrivere la storia dei nostri paesi in diversi modi, specialmente quella degli ultimi anni, e si può interpretarla in chiave diversa. Tuttavia penso (liberi altri di pensarla diversamente!) che se vogliamo sapere come interpreta la nostra storia il cuore della nostra gente, bisogna porgere l’orecchio a quello che accade nel segreto delle nostre Chiese, bisogna percepire l’eco della vita di ognuno che viene posta nel cuore della Madre e Regina: bisogna sentire il battito del cuore, nella sua inquietudine, sollecitudine, conversione, così come è posto e accolto nell’amore di una Madre.

Nelle sue “preghiere” don Mimmo rende evidente come in quella piccola ragazza si è compiuto il miracolo più grande che potesse accadere: “il suo Fattore non disdegnò di farsi sua fattura…”: quella ragazzina di nome Maria nei secoli sarebbe stata detta “Beata”, per millenni acclamata come “Regina”, amata come nessuna mai, rappresentata e cantata da centinaia di artisti, invocata da oceani di infelici come il loro dolce soccorso.

E la preghiera conclusiva “Alla Vergine del Carmelo” mi fa sentire don Mimmo molto vicino, vicino nella presenza che ha sempre accompagnato le vicende più significative della mia vita, vicino a Colei che è presente non solo con la sua effige, ma palpita nel cuore avvalendosi del linguaggio della fede e della tradizione più intima, che ci è stata tramandata nei secoli… E voglio fare mia la preghiera verso la Vergine del Carmelo, come segno di un legame profondo verso la Madre celeste, e come ringraziamento a don Mimmo Caruso che è stato capace di toccare profondamente il cuore, nell’umile, ma forte, atteggiamento di una fedeltà a Dio, alla Madonna e alla sua Chiesa: “Vergine e madre del Carmelo / che per mezzo del magnificat profetizzi / l’Evento di Cristo per la Chiesa / in suo nome parlami ancora di Dio. / Fa’ che io tenda sempre verso il Padre per il Figlio / nello Spirito Santo. / Tu sei la madre di Dio, indicami la Via portandomi per mano / Vergine Santa, il popolo ti è grato / perché Sei segno vivo di speranza e liberazione. / Tu puoi, dolce Madre, trasformare le tensioni e le divisioni / e permettere a tutti noi di vivere, alla luce della fede / il nostro amore per Te e per Gesù Cristo nostro Signore”.

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