CON GLI ESAMI DI MATURITA’ DEI RAGAZZI DEL 1999 SI E’ CHIUSO DEFINITIVAMENTE IL “NOVECENTO”

Quest’anno sostengono l’esame di maturità gli ultimi ragazzi nati nel Novecento:  per quasi 500 mila giovani nati nel 1999 sono cominciati oggi gli esami di maturità edizione 2018. Sono i pronipoti di quei “ragazzi del ‘99” che cento anni fa vennero arruolati poco più che diciottenni e mandati in prima linea lungo il Piave, dove si era attestato il fronte italiano dopo la rotta di Caporetto del 24 ottobre 1917.

Oggi quasi tutti i giornali hanno scritto che “I “nativi digitali” del 1999 hanno votato per la prima volta nelle elezioni politiche del 4 marzo, ma invece dello smartphone hanno avuto a disposizione una matita copiativa. E sui banchi di scuola useranno la penna biro per scrivere il tema d’italiano mercoledì 20 giugno, così come il giorno seguente per tradurre la versione di greco al liceo classico, svolgere il compito di matematica allo scientifico o, comunque, la seconda prova prevista negli altri istituti”.

L’anno prossimo affronteranno gli esami i ragazzi nati nel 2000: in pratica quest’anno il “Novecento” ha chiuso un altro capitolo, che io pensavo era già definitivamente chiuso nel 1999, quando con un articolo su Proposte, nella mia rubrica Osservatorio, ho cercato di “scrutare” l’eredità che ci ha lasciato il Novecento. E, oggi, ripropongo il mio vecchio articolo, ritenendolo ancora attualissimo…

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 ESAMI DI MATURITA’… UN TEMA SUL NOVECENTO?

Tra poco più di un mese molti studenti si troveranno di fronte al fatidico esame di maturità, anche se stanno già pensando, da tanto tempo, alle prove da affrontare, alle materie da approfondire… e, come sempre, ognuno cerca di darsi fare per cercare di “azzeccare” la probabile traccia del tema di italiano. Alle porte del Duemila non si può non cercare di scrutare l’eredità lasciata dal Secolo ormai trascorso; per questo, con un giovane amico, direttamente interessato ai prossimi esami, ho tentato di percorrere un breve viaggio, in mezzo ai diversi e molteplici eventi successi, che sicuramente hanno reso questo secolo “molto diverso” dagli altri… Diversità che si evidenzia nella considerazione che, quello che è accaduto negli ultimi decenni (non solo come conoscenze scientifiche e tecnologiche), non è riscontrabile in tutti gli altri secoli messi insieme. E non abbiamo potuto fare a meno, prima di ogni evento o scoperta, di pensare, innanzitutto, alla “pace” (guarda caso proprio mentre dai Balcani soffiano “venti di guerra”). Nonostante questo, non possiamo negare come nessun altro secolo, a partire dall’Impero Romano, ci ha regalato un periodo così lungo di pace. Grazie a Dio, per la nostra Nazione, la guerra rappresenta un lontano ricordo (le generazioni di oggi l’hanno appresa sui libri e nella televisione) ma per tanti nostri parenti la guerra è un ricordo ancora oggi struggente: soprattutto per chi, in guerra, ha perso un marito, un figlio, un padre…  parenti sterminati nei campi di concentramento. Per tutti questi, la ferita della guerra non è affatto chiusa e le immagini che, oggi, ci giungono dalla ex Iugoslavia ci toccano più da vicino di quanto possa apparire, perché riaprono delle vecchie ferite ancora difficili da dimenticare: le macerie, i reduci della prigionia, che arrivavano laceri e sporchi, portando con sè solo fame e dignità. Però, e questo è bene che chi scrive di queste cose lo metta bene in risalto, su quella fame e su quella dignità hanno ricostruito un’Italia forte, libera e, soprattutto, ci hanno regalato un periodo di pace che ha reso possibile indirizzare tutte le forze verso obiettivi sociali finalizzati al progresso ed al bene comune.

Alla generazione che affronta gli esami riesce, non tanto facile capire quel passato, che anche se è prossimo, per tanti aspetti sembra lontanissimo. A scuola ormai si vive l’era dei computer: sono scomparsi la matita copiativa, il calamaio, la penna con il pennino che spruzzava d’inchiostro il foglio… eppure, per strano che possa apparire, questa non era la realtà dei nostri nonni, bensì dei nostri padri. Poche generazioni, come quella attuale, hanno assistito ad un così incalzante e radicale mutamento della vita e del costume in così poco tempo: le nostre nonne tiravano l’acqua al pozzo e lavavano i panni al fiume, mentre alle nostre madri basta premere il bottone della lavatrice; i nostri nonni andavano all’estero per mantenere la famiglia, oggi si va all’estero in vacanza; a trent’anni le nostre nonne, stremate dalla fatica, ne dimostravano cinquanta, oggi le cinquantenni ne dimostrano trenta. Questi aspetti, certamente sono la testimonianza di un qualcosa di più grande che è successo in questo secolo. Se, poi, guardiamo alle scoperte scientifiche del Novecento notiamo come hanno cambiato radicalmente il corso della Storia. Forse a tanti ragazzi verranno subito in mente i computer, soprattutto di quel grande fenomeno che, in questi ultimi mesi, è esploso sotto il nome di Internet: se si pensa alle possibilità di comunicazione immediata che si possono realizzare in un secondo, con tutto il mondo, veramente c’è da rabbrividire… altro che le raccomandate che mandavano i nostri nonni, che arrivavano al destinatario dopo alcuni mesi. E, sotto questo aspetto, uno sguardo lo merita anche la Luna: all’inizio del secolo, si guardava la Luna per fare la serenata all’innamorata, mentre la nostra generazione (anche se sembra un evento di diversi secoli addietro), può dire di “aver messo il piede” sulla Luna: e quel piede, si può ben dire, ha compiuto veramente un salto gigantesco per il genere umano.

Enormi passi sono stati fatti anche nel campo della salute: se, da una parte, è vero che tante malattie, soprattutto quelle esplose negli ultimi anni, non sono state ancora debellate, non si può negare che il Novecento è stato per la medicina un’autentica rivoluzione: se prima solo pochissimi fortunati riuscivano a sopravvivere, anche a quelle malattie che oggi vediamo come “banali”, ora questo pericolo, nella maggior parte dei casi, non esiste più.

Anche la politica ha fatto passi da gigante: per decenni abbiamo vissuto sull’orlo di una minaccia continua (parole come “guerra fredda”, “disgelo”, “disarmo”, “corsa agli armamenti”, che oggi, sembra, non significhino niente, hanno tenuto desta l’attenzione, e preoccupazione, internazionale per decenni). Oggi non è che la situazione sia rosea (vedi i combattimenti nei vicini Balcani), ma questo ultimo scorcio di secolo ha visto cadere tanti “Muri”, a cominciare dal Muro di Berlino, che era il simbolo più evidente della separazione degli uomini, per finire all’abbraccio tra il Papa e Fidel Castro. E non si può negare, nonostante la crisi dei Balcani, che siamo passati ad una fase nuova, forse più pacifica della precedente, che sicuramente, e speriamo, abbia aperto una nuova pagina di Storia, sempre più marcata da quella pace vista, non a torto, come fattore incancellabile ed insostituibile, per tutte le conquiste del secolo.

Quanto esposto fino ad ora non può non convincerci che la scienza e la pace sono gli elementi caratteristici di questo secolo e, speriamo, possano trionfare sull’ignoranza e sulla guerra. Potrei continuare a lungo nel mettere in luce la ricchezza che il Novecento ci ha lasciato: l’occasione del tema di maturità, nella sua inevitabile fatica, può divenire il pretesto per un desiderio di verità umana più autentico… un’occasione per andare alla radice delle cose che si studiano. Anche perché, con buona pace di tutti, ritengo che, per ogni studente, raggiungere sessanta è il massimo, ma saper “leggere ed interpretare” le cose che accadono, anche nello studio indirizzato ad una scoperta autentica della realtà nella quale viviamo è molto di più…

 

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