IL SOGNO DI MICHELANGELO MERISI, DETTO IL CARAVAGGIO, RACCONTATO DA ANTONIO TABUCCHI

Vi siete mai chiesti cosa potessero sognare Leopardi, Caravaggio, Goya, Cechov, Rimbaud o magari Freud? Antonio Tabucchi non solo se lo è chiesto ma ha immaginato quei sogni, sognandoli prima e trasformandoli poi in parole, dando forma letteraria a impalpabili nuvole.

Sogni di sogni di Antonio Tabucchi è uno di quei libri da tenere sempre sul comodino, pronto per essere sfogliato in qualsiasi momento, per regalare infinite emozioni: già dal titolo, è un libro bellissimo, in poche decine di pagine sono condensati frammenti di pura letteratura, porzioni di meravigliosi racconti. Scrivere racconti, specie se legati alla più esile delle attività umane come il sogno, non è impresa facile. Non molti vi si cimentano, pochi ci riescono, perché il racconto è la forma letteraria più ardua ma anche più sublime, l’accenno di un pensiero, l’attimo di un sussulto.Nato da appunti scritti su un piccolo quaderno regalato a Tabucchi dalla figlia Teresa, Sogni di sogni è la visualizzazione in parole del recondito desiderio dell’autore di conoscere i sogni degli artisti più amati. Venti sogni che immaginati da Tabucchi che sono strettamente legati alla vita e alle opere di venti grandi artisti. I personaggi dei sogni si ritrovano protagonisti delle loro opere realizzate Dedalo libera il Minotauro, Leopardi ritrova Silvia sulla Luna, Caravaggio incontra Dio e sogna Cristo nell’atto di scegliere il “suo” Matteo in un racconto per sognare, per non smettere mai di amare la lettura, nel più bel viaggio che un essere umano possa compiere, perché a volte una soluzione sembra plausibile solo in questo modo: sognando.

Antonio Tabucchi, il sogno di Michelangelo Merisi, detto il Caravaggio, pittore e uomo iracondo


La notte del primo gennaio 1599, mentre si trovava nel letto di una prostituta, Michelangelo Merisi, detto il Caravaggio, pittore e uomo iracondo, sognò che Dio lo visitava. Dio lo visitava attraverso il Cristo, e puntava il dito su di lui. Michelangelo era in una taverna, e stava giocando di denaro. I suoi compagni erano dei furfanti, e qualcuno era ubriaco. E lui, lui non era Michelangelo Merisi, il pittore celebre, ma un avventore qualsiasi, un malandrino. Quando Dio lo visitò stava bestemmiando il nome di Cristo, e rideva. Tu, disse senza dire il dito del Cristo. Io ?, chiese con stupore Michelangelo Merisi, io non sono un santo per vocazione, sono solo un peccatore, non posso essere scelto. Ma il volto del Cristo era inflessibile, senza scampo. E la sua mano tesa non lasciava spazio a nessun dubbio. Michelangelo Merisi abbassò la testa e guardò il denaro sul tavolo. Ho stuprato, disse, ho ucciso, sono un uomo con le mani lorde di sangue.
Il garzone dell’osteria arrivò portando fagioli e vino. Michelangelo Merisi si mise a mangiare e a bere. Tutti erano immobili, vicino a lui, solo lui muoveva le mani e la bocca come un fantasma. Anche il Cristo era immobile e tendeva la sua mano immobile col dito puntato. Michelangelo Merisi si alzò e lo seguì. Sbucarono in un vicolo sudicio, e Michelangelo Merisi si mise a orinare in un canto tutto il vino che aveva bevuto quella sera.

Dio, perché mi cerchi?, chiese Michelangelo Merisi al Cristo. Il figlio dell’uomo lo guardò senza rispondere. Passeggiarono lungo il vicolo e sbucarono su una piazza. La piazza era deserta.Sono triste, disse Michelangelo Merisi. Il Cristo lo guardò e non rispose. Si sedette su una panchina di pietra e si tolse i sandali. Si massaggiò i piedi e disse: sono stanco, sono venuto a piedi dalla Palestina per cercarti.
Michelangelo Merisi stava vomitando appoggiato al muro di un cantone. Ma io sono un peccatore, gridò, non devi cercarmi. Il Cristo si avvicinò e gli toccò un braccio. Io ti ho fatto pittore, disse, e da te voglio un dipinto, dopo puoi seguire la strada del tuo destino. Michelangelo Merisi si pulì la bocca e chiese: quale dipinto? La visita che ti ho fatto stasera nella taverna, solo che tu sarai Matteo. D’accordo, disse Michelangelo Merisi, lo farò. E si girò nel letto. E in quel momento la prostituta lo abbracciò russando.

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