LA MADONNA DEL CARMINE… L’ABITINO-SCAPOLARE… E MIA MAMMA

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Il 16 luglio la Chiesa celebra la Madonna del Carmelo: anche quest’anno questa festa ci riporta a quanto accadde duemila anni fa, quando una fanciulla ebrea di 16 anni in un borgo della Galilea, Nazareth, aveva ricevuto una visita misteriosa e aveva coraggiosamente detto “sì” ad una maternità “impossibile”.

Il prof. Umberto Di Stilo, qualche anno addietro, ha presentato “ai suoi compaesani” un prezioso libro dal titolo “Il culto della Madonna del Carmine a Galatro”: “Dicevo che vi racconto la chiesa del Carmine. L’idea di farlo, è maturata circa un mese addietro, quando, dal nostro Parroco, ho saputo che quest’anno per iniziativa di un gruppo di devoti, sarebbe tornata la festa civile in onore di Maria Santissima del Monte Carmelo. E mi sono riproposto di scrivere un racconto che, pur nel rigoroso rispetto della storia, abbandonasse i classici canoni della storiografia per seguire la narrazione di fatti ed eventi con l’unico intento di portare a conoscenza dei fedeli locali, ma in forma semplice e chiara, le notizie più importanti riguardanti la nostra “chiesiola”.

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Nel libro non sono tralasciati i vari momenti della devozione alla Vergine del Carmine, che passano attraverso la festa, la processione, il catafalco, i mercoledì, la novena, lo scapolare… Già lo scapolare o, come lo chiamiamo noi, “l’abitino”…

Il prof. Umberto, inizia il libro raccontando che “una signora, devota della Madonna del Monte Carmelo, avendo saputo dal figlio, mio amico, che da tempo ho pronto per la stampa un volume sulla storia della chiesa e della parrocchia della Madonna della Montagna, mi ha chiesto: E da’ Madonna e da’ chesia nostra no’ scriviti nenti? “Madonna e chesia nostra”: non è stato necessario specificare a quale Madonna e a quale chiesa facesse riferimento. C’era il possessivo “nostra” che era più eloquente di ogni altra precisazione. Almeno per me che, come la mia gentile interlocutrice, sono nato e cresciuto in una abitazione assai vicina alla chiesa del Carmine. Praticamente all’ombra di quel piccolo ma caratteristico e, almeno per noi galatresi del quartiere “La Madonna”, sicuramente unico campanile. La stessa signora credo sia l’ultima devota che ogni anno, per amici e conoscenti che glielo chiedono, confeziona lo scapolare, l’abitinu, come ancora oggi preferiamo definirlo comunemente. Già. Abitinu quasi sicuramente perché chi lo indossa con fede, acquisisce un abitus speciale; una corazza protettiva che preserva dal fuoco dell’inferno. Anche per questo nell’iconografia più comune ai piedi della Madonna del Carmine, tra alte lingue di fuoco, si notano tante anime pronte a prendere lo scapolare che la Madonna e il suo Divin Figliuolo tengono in mano. E’ lo scapolare che salva dal fuoco eterno, e quelle anime sono desiderose di essere salvate. L’abitinu, la Signora di cui parlo, lo hart abitino (1)a confezionato anche a me e, lo ha impreziosito con il ricamo in seta bianca del monogramma che da sempre ci richiama Maria”.

Penso sia, da parte mia, necessario soffermarmi un attimo sulla “Signora” dell’abitino, che conosco molto bene e, per questo, posso ben testimoniare il legame particolare che da sempre l’ha accostata alla Madonna del Carmine e alla sua chiesetta: ricordo che da bambini, io e mio fratello, avevamo sempre attaccato alla spallina della canottiera l’abitino della Madonna del Carmine, preparato con cura e devozione da parte della “Signora”, proprio come un affidamento dei suoi figli alla Vergine del Carmelo, per vivere sotto il suo sguardo e la sua protezione.

Oggi, a distanza di anni, nel rivedere qualcuno di quegli abitini sgualciti dal tempo, che ancora gelosamente conservo tra le mie cose più care, si riempie il cuore di meraviglia e stupore, con la tenerezza di tutta una attenzione verso una storia che non mi ha mai allontanato dalla “nostra” Madonna.

art abitino (5)E, in questo momento, sono io che chiedo alla Madonna che estenda il suo sguardo verso la Signora… che in questo momento ha proprio bisogno una “predilezione particolare”, e si ricordi che “la Signora”, nonostante tutto, ancora non l’ha abbandonata e dimenticata… e lo stesso mi auguro che faccia la Madonna verso di lei!

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