NELL’ARTE L’ANTICA BELLEZZA DI GALATRO

Calvario -Galatro-

Calvario -Galatro-

Una mattina arrivò un giovanotto in bicicletta e, fermatosi sul sagrato, incominciò a guardarsi intorno come se cercasse qualcosa. Ad un tratto parve aver trovato ciò che gli interessava e, appoggiata la bicicletta a un colonnotto, prese ad armeggiare attorno al fagotto che stava sul portapacchi. Ne cavò un seggiolino pieghevole, un cavalletto, una cassetta di colori, una tavoletta e, pochi minuti dopo, era già al lavoro. Per fortuna i ragazzini stavano a scuola e così il pittore poté lavorare tranquillo per una buona mezz’ora. Ma, dopo, incominciò ad arrivare gente da tutte le parti e, ben presto, il giovanotto sentì sulla punta del suo pennello il peso di cento occhi curiosi.

Montebello -Galatro-

Montebello -Galatro-

Camminando piano piano, come se passasse di lì per caso, arrivò anche don Camillo e qualcuno gli domandò sottovoce cosa pensasse della faccenda. “E’ presto, per giudicare…” rispose don Camillo. “Io non capisco cosa ci sia di bello in quel portico…” borbottò un giovanotto della squadra degli intellettuali. “Ci sono dei soggetti mille volte più pittoreschi, lungo il fiume…”. Il giovanotto sentì e, senza voltarsi, disse: “Il pittoresco va bene per fare le cartoline illustrate. La Bassa mi piace proprio perché non è pittoresca…”.
L’affermazione lasciò perplessa la massa che continuò a seguire con diffidenza il lavoro del giovanotto fino a mezzogiorno. Poi, a mezzogiorno, tutti se ne andarono: il giovanotto rimase solo e, trovandosi finalmente libero, poté spennellare senza preoccupazione per due ore filate. Così, quando il popolo ritornò a godersi lo spettacolo, il quadro fu degno di indurre qualcuno a correre in canonica per avvertire don Camillo: “Reverendo, venite e vedere che meraviglia!”. In verità il giovanotto ci sapeva fare parecchio e Peppone, che era tra gli spettatori, fece, con parole molto semplici, il punto esatto della situazione: “Guardate cosa vuol dire l’arte! Sono quasi cinquant’anni che vedo tutti i santi giorni quel porticato, e soltanto adesso mi accorgo che è bello!”.

Montebello -Galatro-

Montebello -Galatro-

Questo scritto è di Giovannino Guareschi. E’ l’inizio di uno dei suoi racconti più belli… che mi viene in mente ogni anno, proprio in questo periodo, quando delle folate di vento caldissimo “assediano” la campagna attorno al nostro Paese.
Galatro è circondato dalle colline… chi entra in paese vede le case agglomerate come in un grappolo al cui vertice troneggia il bianco Calvario: basta alzare lo sguardo da qualsiasi angolo del paese ed eccolo, in alto, il Calvario, che svetta da lontano, di molto più alto delle case che gli stanno addosso come un gregge. E’ la Croce di Cristo che regna sovrana sul punto più alto del nostro paese…

Il nostro paese è questo… c’è nel suo nucleo originario un qualcosa di grande e di bello… come il tocco di un artista che immette il nostro sguardo dentro qualcosa d’infinito… che sai a memoria, che hai nelle vene…
E anche se pensi di sapere tutto a memoria (le piazze, la villa, le chiese, il fiume, i vecchi portali di pietra, la campagna…), proprio per la loro familiarità, quasi non si riesce a vedere la quieta antica bellezza del nostro Paese. Per fare il punto di una situazione, basta fermarci alle semplici parole di Peppone: “Guardate cosa vuol dire l’arte! Sono quasi cinquant’anni che vedo tutti i santi giorni quel porticato, e soltanto adesso mi accorgo che è bello!”.

Rione Montebbelo Chiesa San Nicola

Rione Montebbelo Chiesa San Nicola

Questo è il potere dell’arte… che, oggi più che mai, abbiamo il “dovere” di promuovere per aprirci alla meraviglia, alla bellezza delle cose che vediamo giornalmente e che, per la nostra naturale e abituale distrazione, non ci accorgiamo di quanto sono belle. Abbiamo bisogno di una scossa, per essere stimolati ad aprire gli occhi e avere la possibilità di godere della bellezza che abbiamo intorno, per non finire con il “limitare” lo sguardo al palazzo del Municipio, che di artistico e bello non ha niente e, non solo in queste giornate afose, quando l’aria bollente del mezzogiorno cala, anche le bandiere esposte al balcone si afflosciano.
Ogni altro commento mi riesce difficile…

 

 

 

 

 

 

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