SAN GENNARO… UN SANTO NAPOLETANO DI ORIGINI CALABRE

statua-san-gennaro-1024x576Sul numero della rivista “Focus”, n. 237 di luglio 2012, mi è capitato di leggere un lungo servizio dedicato a San Gennaro, dove ho avuto modo di apprendere qualcosa che già sapevo, e di cui avevo già scritto sin dai primi mesi del 1997, cioè delle origini calabresi del Santo partenopeo per eccellenza. Nell’articolo si legge di “come, negli ultimi anni, si è rafforzata l’ipotesi che San Gennaro non sia nato a Benevento, ma in un piccolo paese della Calabria, l’odierna Joppolo, vicino a Vibo Valentia. Le ricerche condotte dallo storico reggino Bruno Polimeni prendono le mosse da resoconti etnologici dell’Ottocento in cui veniva segnalata la venerazione per San Gennaro. Venerazione che continua, assicurano al Comune di Joppolo: il 19 settembre c’è la celebrazione del suo martirio e molti abitanti portano il nome di Gennaro. Nella frazione di Caroniti ci sono una chiesa del VI secolo ed una statua dedicate proprio a lui. Proprio vicino ai resti di una chiesa più antica. Alcuni documenti confermano: i magistrati locali scrivevano nei passaporti “per intercessione di San Gennaro, vescovo e martire nostro concittadino. E i vescovi si qualificavano concittadini di Gennaro martire”.
San Gennaro calabrese o napoletano? Nel 1997 già la polemica era esplosa sulle pagine di tanti giornali ed io, forte di un articolo del prof. Bruno Polimeni ho provato, dalle colonne del giornale “Proposte” di Nicotera, a tirare l’acqua al nostro… mulino. Penso che, alla luce di quanto pubblicato sulla rivista “Focus”, vale la pena “rispolverare” quel mio vecchio articolo…

SAN GENNARO

sangennaro2E’ capitato, nei mesi scorsi (e anche Proposte ne ha dato notizia), che uno studioso di storia religiosa, Don Bruno Sodaro, autore di un libro “Santi e Beati della Calabria“, identificasse la casa ed il paese dove san Gennaro era nato in un villaggio della vicina Caroniti. A dire il vero, la notizia non mi ha sorpreso più di tanto perché già dal dicembre del 1987 avevo avuto modo di leggere su “Calabria Letteraria” un ottimo articolo sulla fanciullezza di San Gennaro in Calabria a firma di Bruno Polimeni. Questi alcuni passi dello scritto: “Caroniti, antico villaggio posto alle pendici del Monte Poro, si vanta di aver dato i natali a San Gennaro, il famoso vescovo di Benevento, che, nel 305, subì, a Pozzuoli, il martirio per ordine di Diocleziano. Fra gli 800 abitanti di Caroniti è ancora viva la devozione per questo santo, a cui è dedicata l’antica chiesa del paese, all’interno della quale troneggia la magnifica statua di San Gennaro, che, come a Napoli viene festeggiato anche in questa borgata il 19 settembre di ogni anno… Secondo Tommaso Aceti, San Gennaro nacque a Calositone o Calafatoni, sperduto villaggio, oggi scomparso, del Comune di Ioppolo, da genitori poveri… Raffaele Corso, illustre etnologo nicoterese, così nel 1958, scriveva su Calabria Letteraria: ‘A soccorrere l’assunto, per loro indiscutibile, di tali trsangennaro3adizioni, gli umili pastori del Poro, compresi di raggiante orgoglio, additano al passeggero gli avanzi della casetta, ove il Santo avrebbe avuto i natali; il boschetto di vetusti e pur floridi alberi di ulivo ove egli sarebbe vissuto in semplicità; la rupe, donde sarebbe apparso durante un’incursione di saraceni sulla costa per mettere in fuga i pirati’… Un canonico di Nicotera, don Luigi Sorace, vissuto nei primi anni dell’Ottocento, nelle sue Memorie, racconta che Monsignor D. Luca Antonio Resta, nominato nel 1578 vescovo di Nicotera, ‘volle portarsi di persona a visitare i villaggi di Calafatoni in punto d’estinguersi, e di Caroniti sorgente, ed ancora senza chiesa… come pure avendo inteso dall’istesso che quella chiesa (di Calafatoni) era stata eretta sotto il titolo di San Gennaro, appunto perché essa era il locale dove San Gennaro era nato, giacché era la casa di sua abitazione, siccome egli testifica per averlo udito dagli antichi, ordinò, il vescovo che dette abitazioni di Calafatonisi si riunissero a quelle di Caroniti poco distanti, e che ivi si fabsan-gennaro-patrono-di-caroniti-208x300bricasse una chiesa da consacrarsi sotto lo stesso titolo, ed una casa per il parroco, assegnando l’istesso Don Giannettino per parroco con la previsione di salme quattro di grano da pagarsi dagli abitanti di Caroniti, con la condizione che dal punto medesimo risiedessero in Calafatoni, e che poi si conservasse ben tenuta come rurale in memoria e venerazione del Santo, che ivi aveva sortito la nascita, massime per la frequentazione dei divoti, che andavano sin là ad offrir voti e a raccomandarsi al Santo, come sul suolo proprio del suo nascimento’… Dal Barrio apprendiamo, ancora, che non può essere trascurata la notizia secondo la quale il vescovo di Pozzuoli mostrò un documento al vescovo di Nicotera, Centoflorenio, che, nel 1650, si trovava a passare da quelle parti. Il documento era un Cronicon antichissimo, colà conservato, dal quale appariva chiaro che San Gennaro era nato a Calafatoni. Ma anche un vescovo greco, aggiunge Tommaso Aceti, che passava per la Calabria, mostrava un antichissimo Martirologio scritto in greco, dal quale si evinceva che San Gennaro era calabrese. Inoltre i magistrati di Nicotera, nel cui territorio si trovava il villaggio di Calafatoni, tanto nelle lettere patenti, quanto nei passaporti inserivano la seguente formula ‘Per la grazia di Dio e per l’intercessione di San Gennaro vescovo e martire nostro concittadino“.

dipinto-san-gennaro-226x300Ecco perché mi ha molto colpito il clamore che ha destato, in molti napoletani, la notizia che “probabilmente” san Gennaro era calabrese. Viene, bonariamente, da ridere nel leggere lo sfogo di tale Ciro Esposito pubblicato in uno degli ultimi numeri di “Gente”. Leggiamolo: “Sono arrabbiato, anzi arrabbiatissimo. Ma che cosa mi è toccato leggere sul n. 49 di ‘Gente’: che San Gennaro sarebbe nato in un paesino della Calabria. E chi fa questa affermazione? Don Bruno Sòdaro che sarà pure un esperto di storia della religione ma è pur sempre il Rettore del Santuario della Madonna delle Grazie di Torre di Ruggiero, in provincia di Catanzaro. Insomma non è ‘neutrale’, al di sopra delle parti. San Gennaro è napoletano, tutta la sua vita parla di Napoli e Napoli da sempre parla di lui. E le prove inconfutabili di cui parla il sacerdote studioso? Una, cioè l’ipotesi del teologo Tommaso Acuti, risale al diciassettesimo secolo, l’altra da un’usanza settecentesca dei magistrati e dei vescovi di Nicotera, in Calabria. La prima è un’ipotesi. La seconda un’abitudine che non prova nulla. Entrambe sono di quasi millequattrocento anni posteriori alla morte di San Gennaro. Non mi sembrano testimonianze ‘decisive’. Non ho nulla contro i calabresi ma sentir dire che San Gennaro, il santo Patrono della mia città, cui tutti noi napoletani ci sentiamo legati, fosse calabrese mi pare proprio troppo. Lasciate in pace san Gennaro che di Napoli è e di Napoli resterà”.

Mi vengono in mente le parole di Buzzati: “I santi hanno ciasjanuarius-_girolamo_pescecuno una casetta lungo la riva con un balcone che guarda l’oceano, e quell’oceano è Dio…“, mentre non riesco proprio ad immaginare da dove nasce questo “livore” per le ipotesi sulla nascita di San Gennaro.

Per questo mi piace immaginare come in quell’Oceano che circonda la sua casa, San Gennaro se la ride di chi con certi argomenti dimostra di non aver capito niente della santità. E mi diletta l’idea di vederlo mentre, in santa tranquillità, prende i giornali che hanno attaccato le sue origini e li unisce alla legna con la quale accende il fuoco in queste fredde giornate primaverili… e soffia fino a che non si alza una bella fiammata… mentre dal camino, comincia ad uscire una sottile colonna di fumo e, per dirla con Buzzati, nonostante tutto… “anche quel fumo è Dio“.

 

da Proposte n. 6, 1-15 aprile 1997

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