SONO STATO CON ULISSE …

Michele Scozzarra

Michele Scozzarra

Sono ritornato da un lungo viaggio entusiasmante: umanissimo quanto immortale, al punto da chiedermi se io abbia “veramente” fatto questo fantastico viaggio.
Sono stato con Ulisse… nella valle dei Ciclopi e mi sono addentrato con i suoi compagni all’interno della caverna di Polifemo: ero proprio lì quando Odysseo con Trasimaco, fece entrare un palo arroventato nell’occhio del Ciclope e vidi il sangue uscire a fiotti. Ho visto Polifemo alzarsi di scatto con un grido lacerante e strapparsi il palo dall’occhio chiedendo aiuto ai suoi fratelli che erano sull’isola. L’ho sentito gridare agli altri Ciclopi accorsi alle sue grida, che “Nessuno” gli sta facendo del male e “Nessuno” l’ha assalito…
Sono stato con Ulisse… quando Circe gli tese le braccia e gli disse: “Vieni Figlio di Laerte. Era da tanto tempo che ti aspettavo: sapevo che saresti arrivato e che il mio incontro non avrebbe dominato la tua mente… allora, se così deve essere, per sempre sola rimpiangerò i giorni e le notti che ho passato con te…”.

Ulisse

Ulisse

Sono stato con Ulisse… alla bocca dell’Hades, quando il veggente tebano, Tiresia con gli occhi spenti, gli disse: “Tu cerchi il dolce ritorno Odysseo, un ritorno che il dio dell’abisso ti renderà duro, perché gli hai accecato il figlio, lo hai umiliato. Tornerai ad Itaca, ma tardi e male, avendo perduto tutti i compagni, e troverai la tua casa invasa da uomini arroganti che divorano le tue ricchezze e insidiano la tua sposa…”.
Sono stato con Ulisse… mentre una donna di meravigliosa bellezza, capelli d’oro, occhi color del mare, coperta di un velo trasparente e liquido come acqua, lucente come il sole disse: “Sono Calypso, la figlia di Atlante, e questa terra mi tocca in sorte come eredità di mio padre. E tu sei Odysseo, re di Itaca, distruttore di città. La tua fama è giunta fino in questo luogo remoto”. Quando Odysseo stava per lasciare la sua terra, ho sentito Calypso bisbigliare: “Quante volte chiamerò il tuo nome, Odysseo! Finché sei rimasto con me, io ho vissuto il tuo tempo e non il mio che non esiste, ho amato i tuoi occhi che cambiano di colore quando sorridi, le tue menzogne, perfino, la tue storie meravigliose… io vorrei seguirti, se possibile…”. E credetti di vedere brillare lacrime nei suoi occhi e liquide perle scendere lungo le guance perfette. Ma so che questo non è possibile, perché gli dei non piangono. Ma Calipso volle far credere che nulla è impossibile per gli immortali…

La Costa dei Ciclopi - Acitrezza

La Costa dei Ciclopi – Acitrezza

Sono stato con Ulisse… quando coperto di salsedine, di alghe, i capelli arruffati e incrostati, gli occhi rossi e la labbra spaccate, su una riva sconosciuta incontrò delle ragazze che appena lo videro gridarono atterrite, corsero via a nascondersi. Non tutte. Solo una, la più bella, la più ferma, la più impavida lo guardava più incuriosita che turbata: Nausicaa. La persona più dolce e soave che Odysseo ha incontrato nei suoi viaggi e per la quale ha nutrito i più alti sentimenti di rispetto e candore. Ho sentito Odysseo dire a Nausicaa di dimenticarlo, di lasciare soltanto la musica del suo cuore e la luce dei suoi occhi. E mi volsi a guardarla, per tanto era bella, anche se aveva anche lei il pianto negli occhi e sulle guance per le lacrime…

Ulisse Sfugge alle ire di Polifemo

Ulisse Sfugge alle ire di Polifemo

Sono stato con Ulisse… quando dopo aver eliminato gli arroganti che insidiavano la sua sposa, si ritrovò davanti Penelope: il silenzio fra loro due era più fragoroso di un duello fra guerrieri coperti di bronzo… e fu proprio Penelope a rompere il silenzio: “Euclidea, se l’ospite dice di essere Odysseo, allora vai di sopra e porta giù il letto in cui era solito dormire il mio sposo. Che riposi tranquillo”. Mi voltai verso Odysseo e lessi nel suo sguardo una luce di ironia: “Che dici regina? Il mio letto nessuno lo può muovere. Io stesso lo incastrai fra i rami di un olivo secolare, ti preparai un nido fra le sue chiome verdi…”. Odysseo aveva proferito il segreto che solo Penelope conosceva, il segreto del letto in cui avevano concepito Telemaco… Ora Penelope non c’era più: era salita nelle sue stanze accompagnata con fiaccole per illuminare i suoi passi. Ora la spogliavano, lavavano il suo corpo, la cospargevano di profumi, la stendevano sul suo letto come fosse la sua prima notte di nozze. Anche Odysseo salì le scale preceduto da due ancelle con le torce accese… e entrò nella stanza dove si trovava Penelope…
E a questo punto io non sono più stato con Ulisse… erano venti anni che mancava da casa e non stava con la sua sposa, e proprio nel momento in cui Odysseo si chiuse nella sua stanza con Penelope… io mi sono tolto di mezzo!

Pubblicato a Agosto 2014

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