UN INCONTRO STRAORDINARIO COL PAPA

Incontro di Peppe Romeo con Benedetto XVI

Incontro di Peppe Romeo con Benedetto XVI

Il “miracolo” è il fenomeno che ha accompagnato, da sempre, tutta la storia della salvezza e continua ad accompagnare, ancora oggi, la vita della Chiesa: è una “manifestazione dello Spirito”, non qualcosa lasciato al nostro gusto, o in potere della critica di accettare o meno. Fa parte di un atteggiamento di fede proprio del cristiano: non si può eliminare il miracolo dalla vita di Gesù, senza alterare tutta l’essenza del Vangelo.
Non si può negare come, anche se molti storcono il naso per una pregiudiziale ostilità all’irrompere del soprannaturale, di fronte alla genuina e fresca testimonianza di Peppe Romeo, la parola che più ci resta impressa è proprio la parola “miracolo”.

Incontro di Peppe Romeo con Benedetto XVI

Incontro di Peppe Romeo con Benedetto XVI

Miracolo “spirituale” innanzitutto… e miracolo “fisico” anche… Soprattutto di richiesta di guarigione, simile a quelli compiuti da Gesù e dagli Apostoli, spesso ottenuti all’interno di un misterioso disegno celeste, per intercessione della Vergine Maria o di quei Santi di cui, secondo la tradizione della Chiesa, Maria è Regina.
Anche noi, oggi, abitanti di un piccolo paese di poche migliaia di anime, non possiamo non rimanere stupiti di fronte al racconto di Peppe, che non è solo la soddisfazione, e la gioia, per essere stato ricevuto dal Papa insieme alla sua famiglia, bensì la gratitudine per l’accadere di un evento straordinario: la richiesta di guarigione della sua bambina…
A noi, di fronte a questo racconto resta solo lo stupore… lo stupore e la bellezza, di fronte a tutto quello che la vita ci può riservare, dell’adesione totale alla volontà di Dio.

Allora Peppe… raccontaci, da cosa è nato questo invito del Vaticano per recarti a Roma in visita dal Papa?
Tutto è nato quando ho saputo della visita del Santo Padre a Pompei, per la supplica alla Regina del Santo Rosario: pensavo che, in quella occasione, avrei potuto portare un omaggio al Santo Padre.

Da cosa è nato il desiderio di incontrare il Papa, di portargli un omaggio?
Come tu ben sai nell’agosto del 2005 è nata mia figlia Erika, affetta da una grave malformazione cardiaca e, il 30 settembre dello stesso anno, mentre era ricoverata all’Ospedale del Bambin Gesù di Roma, in attesa di un delicatissimo intervento, il Papa è venuto in visita ufficiale nell’Ospedale, soffermandosi, soprattutto, nei reparti di oncologia e cardiologia.
In quella circostanza abbiamo avuto la fortuna di ricevere la visita del Santo Padre nella stanza dove era ricoverata Erika e, vedendola così piccola, si è soffermato con la dottoressa del reparto chiedendo quali erano i problemi della bambina. Dopo aver parlato con la dottoressa il Papa si è avvicinato al letto ed ha benedetto la bambina… abbiamo fatto pure una fotografia insieme con il Papa.

Incontro di Peppe Romeo con Benedetto XVI

Incontro di Peppe Romeo con Benedetto XVI

Cosa c’entra questo con il desiderio di poter incontrare il Papa durante la sua visita a Pompei?
Come ti dicevo prima, all’Ospedale del Bambin Gesù il Santo Padre ha benedetto Erika e, da quel momento la bambina ha avuto dei leggeri miglioramenti… Per questo pensavo di portare in omaggio la foto incorniciata mentre il Papa benediceva Erika, come segno di riconoscimento e gratitudine. Allo stesso modo in cui, penso di ringraziare tutte le persone che, in quei momenti così difficili per la nostra famiglia, ci sono stati vicini con la preghiera, e il nostro parroco, don Cosimo, per le intenzioni che, ogni domenica, durante la messa nella preghiera dei fedeli rivolgeva verso la nostra bambina.

Incontro di Peppe Romeo con Benedetto XVI

Incontro di Peppe Romeo con Benedetto XVI

Si, ti sottolineo l’importanza della preghiera, perché solo attraverso questo gesto abbiamo ritrovato la forza per uscire da quei tristi momenti… solo la fede ti permette, in momenti come quelli, di non cadere nella disperazione, riuscendo a dare il giusto significato anche al dolore… perché la nostra speranza era poggiata non tanto su un nostro desiderio, perché il cuore desidera e chiede, ma sul fatto che la nostra fede è un’esperienza, un’esperienza della certezza della presenza di Dio nella nostra vita, così reale da poter poggiare tutto su di essa… Certi di questo, perché negarlo, proprio a partire da questa certezza, chiedevamo al Signore il miracolo per la nostra Erika, il miracolo della guarigione, con la speranza che questa grazia ci veniva accolta.

Perché eri così sicuro di poter confidare nella Provvidenza di Dio, per la salute della tua bambina?
Ciò per cui si fonda questa certezza è una realtà, vissuta e accettata, nella presenza di Cristo nella vita di ogni giorno… perciò l’esperienza è tutto, non è una speranza campata in aria, anzi poggia tutta su una conoscenza verificata nella vita: la certezza di essere di Cristo… e che Lui non ti abbandona.

Peppe Romeo e Benedetto XVI

Peppe Romeo e Benedetto XVI

Allora, ritornando al desiderio di incontrare il Papa, che cosa hai fatto?
Ho scritto alla Cattedrale di Pompei, e per conoscenza la Vaticano, dove chiedevo se era possibile, in occasione della visita del Santo Padre in quella città, di poter portare un omaggio al Santo Padre come riconoscenza e gratitudine della Sua visita alla mia bambina durante il ricovero al Bambin Gesù, visti anche i notevoli miglioramenti che la bambina ha avuto nella sua malattia.
Da Pompei mi rispondono dicendo che nel protocollo della visita non è previsto che il Santo Padre riceva delle famiglie, l’incontro con le realtà locali avviene solo nella processione offertoriale, dove era già tutto programmato e non potevano più inserire niente.
A questo punto pensavo che il discorso era ormai chiuso quando, con molta sorpresa, ma soprattutto con tanta gioia, mi vedo arrivare una lettera dalla Prefettura Pontificia del Vaticano, dove c’era scritto: “Dopo aver preso attenta conoscenza sulla malattia della piccola Erika, sarebbe a Noi gradito, se lei fosse così gentile di comunicarci una data per l’udienza con il Santo Padre, dove la piccola Erika ha un posto privilegiato, e subito dopo l’udienza il Santo Padre sarà con voi”.
Comunico subito il contenuto di questa lettera al nostro parroco, don Cosimo, dicendo che quando sarà, ci deve accompagnare a Roma.

Incontro di Peppe Romeo con Benedetto XVI

Incontro di Peppe Romeo con Benedetto XVI

Allora… senza alcuna esitazione, si parte per Roma…
Senza alcuna esitazione… Parlo con mia moglie e comunichiamo subito al Vaticano la data dell’udienza in cui intendevamo essere inseriti, facendo presente che il nostro Parroco ci avrebbe accompagnato…
Erika era tutta contenta, e non solo lei, per me era come se stava accadendo qualcosa che andava oltre il mio pensiero, non pensavo che tutto questo potesse accadere, anche se lo desideravo.
Arrivati a Roma, andiamo subito al Vaticano a ritirare i passi… ad Erika gli è rimasto impresso il saluto che dentro il Vaticano facevano le Guardie Svizzere… è stata la prima cosa che l’ha colpita.
Poi, la mattina del 26 novembre ci rechiamo in Vaticano, gli addetti ci accompagnano al posto a noi assegnato, eravamo i primi…
Erika si sposta nella sala Nervi e un Cardinale vedendo il posto vuoto si avvicina (sapendo che a quel posto c’ero io con la bambina) domandandomi: “La bambina non l’avete portata?”. Ed io dico: “Eccola qua dov’è… in giro per la sala…”.
Inizia l’udienza, il Papa saluta tutti, in modo particolare il gruppo di Armeni: quel giorno all’udienza era presente anche Sua Santità Aram I, Catholicos degli Armeni, in visita ufficiale con una Delegazioni di Vescovi e fedeli.

E l’incontro con Benedetto XVI quando è avvenuto?
Dopo l’udienza, il Santo Padre incontra le famiglie: noi eravamo la penultima. Erika era impaziente, mi diceva in continuazione: “Papà chiama il Papa, fallo venire subito…”, mentre teneva stretto l’omaggio da donare al Santo Padre. Arriva il nostro momento, da noi tanto atteso, salutiamo Sua Santità, che con stupore si sofferma sulla foto che gli regaliamo, che lo ritrae con me, Caterina ed Erika… e mia moglie gli dice che è stata fatta durante la sua visita del 30 settembre del 2005 all’ospedale del Bambino Gesù…
Il papa benedice Erika, facendo il segno della croce sulla fronte e subito, come un fulmine, la bambina si lancia e stringe le sue braccia al collo del Santo Padre che, preso di sorpresa dal gesto della bambina, la stringe a sé e la tiene stretta al petto.
Il Papa poi benedice noi tutti e la foto che gli abbiamo portato e ringrazia me e mia moglie.

Incontro di Peppe Romeo con Benedetto XVI

Incontro di Peppe Romeo con Benedetto XVI

Che sensazioni si provano in un momento come questo?
E’ stato un momento bellissimo… Erika non faceva altro che dire al nostro Parroco: “Don Cosimo ho abbracciato il Papa…”.
Effettivamente è stato un momento eccezionale, di quelli che non si dimenticano, perché per una famiglia che vive una esperienza di fede, essere ricevuti dal Papa è un dono grandioso, tra i più belli che il Signore ci ha potuto fare.
Non ci stancheremo mai di ringraziare Dio, per tutte le cose che ci ha dato e ci darà in futuro, perché ciò che abbiamo vissuto (con la malattia della bambina) è stata una dura prova, ma affidando, cioè rimettendo tutto nelle mani di Dio, ogni cosa si vive in modo diverso, donando ogni sofferenza patita per la gloria di Dio.

Tornato a casa, ripensando a quest’incontro che giudizio hai dato?
Inutile negare che quest’incontro ha cambiato anche di più la nostra vita, dandoci la forza di porre, ancora di più, tutto nelle mani del Signore: abbiamo sempre affidato tutto alla preghiera, nella speranza che accadesse quello che il nostro cuore desiderava, una speranza come certezza nel senso cristiano, cioè riconoscendo Cristo nella nostra vita di ogni giorno.
Sperare perciò, non significa sperare “qualcosa” da Dio, ma Dio stesso, perché solo Dio è in grado di riempire il nostro cuore della sua presenza… solo lui sa cosa c’è nel cuore dell’uomo… e non lo abbandona mai!

Pubblicato a marzo del 2009

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