UN LIBRO DI GIOVANNI RUSSO SULLE CITTADINANZE ONORARIE DEL COMUNE DI POLISTENA

Giovedì 29 agosto del 2024 nel salotto di Piazza della Repubblica a Polistena è stato presentato il libro di Giovanni Russo “Le cittadinanze onorarie del Comune di Polistena”, un lavoro culturale nuovo, inusuale, di indagine storica: una ricerca davvero sorprendente, in un libro di ben 128 pagine, dove l’autore riporta le notizie relative all’assegnazione della cittadinanza della città di Polistena a personaggi illustri meritevoli, che si sono distinti sul territorio nazionale e internazionale. Ad aprire le relazioni è stato Gianfranco Scaramozzino, Presidente dell’Associazione “Polistena Futura” e la prof.ssa Caterina Restuccia ha avuto il compito di moderare l’incontro, mentre le relazioni sono affidate al Professore Franco Mileto, già Dirigente Scolastico dell’ITIS di Polistena, e a me, che ho accettato l’invito con molto timore, specificando che mi sarei limitato ad intervenire solo sulla parte del libro che trattava della prima cittadinanza onoraria concessa dal Comune di Polistena al mio illustre compaesano Alfonso Defelice. L’incontro è stato concluso dall’autore del libro, Giovanni Russo.

Sono stato molto onorato dal fatto che l’amico Giovanni Russo, per la presentazione del libro “Le cittadinanze onorarie del Comune di Polistena”, ha pensato anche a me per questo significativo incontro. Giovanni Russo, Emerito Direttore della Biblioteca e del Museo Civico di Polistena, non ha bisogno di alcuna presentazione: la presentazione è rappresentata dalla enorme mole di lavoro e ricerca che ha sempre svolto, con passione e costanza, frequentando gli archivi pubblici ed ecclesiastici non solo della nostra Calabria occupandosi di storia, cultura, tradizioni e arte dei paesi pianigiani, collaborando anche con le più prestigiose riviste della nostra Regione e della nostra Nazione. È autore di moltissimi libri e saggi, ne ha scritti oltre 150 (scusate se è una cosa da poco) di carattere storico, letterario, artistico e folkloristico, principalmente dedicati a Polistena e alla Calabria. Ha fondato il centro studi polistenese e si deve a lui la richiesta di donazione di attrezzi di lavoro della civiltà contadina, dando l’avvio al Museo Civico. È anche socio aderente alla Deputazione di Storia Patria per la Calabria.

Nel libro “Le cittadinanze onorarie nel comune di Polistena” l’autore ci mostra con pochi tratti in uno sviluppo narrativo lineare e semplice, ma denso di significato storico e sociale, un amore per la storia della propria terra, facendo emergere un mondo sconosciuto della storia di Polistena, che non sarebbe emerso se non per merito di un attaccamento alla storia, alle tradizioni e alla cultura del popolo nel quale si vive, nella convinzione di non fare morire le nostre radici culturali perché sono proprio queste che ci fanno vivere con una identità ben precisa. Per tutto l’immane lavoro che Gianni Russo ha fatto per la città di Polistena mi sento di definirlo un “autore originale”: gli autori originali, ai nostri tempi, non sono solo quelli che producono qualcosa di nuovo, ma quelli che sono capaci di dire delle cose, forse già sapute, ma come se non fossero mai state dette prima. Quindi il più bel segno dell’originalità delle opere di Giovanni Russo è il sapere presentare un qualcosa che (forse alcuni sanno) con la capacità di renderla affascinante e feconda nel nostro tempo. Pensando al grande lavoro di Giovanni Russo non c’è altra parola che mi viene in mente se non la parola “gratuità”. Forse non c’è parola più carica di ambiguità di questo termine. Cosa vuol dire “gratis”? Significa che tieni un comportamento senza chiedere un corrispettivo. Un gesto gratuito, un atto gratuito, un’offesa gratuita, cosa vuol dire? Significa “senza una motivazione ragionevole”. Ma gratuità significa anche un’altra cosa: essa è la caratteristica di un atto che non ha un corrispettivo fuori di sé, un prezzo fuori di sé, ma il cui valore si spiega in sé perché è giusto farla. Faccio questa cosa perché ci credo e non perché devo avere qualcosa in cambio. La gratuità ha un’eccedenza di valore, è un atto gratuito che va al di là dell’atto stesso e nel porre un confine al mercato, ci fa dire: “Questa cosa la facciamo non perché incasso un prezzo conveniente, ma perché ci credo”. Penso, senza paura di essere smentito che Giovanni Russo non si è occupato di cultura perché c’era da guadagnare qualcosa, ma perché ha sempre creduto e lottato con coraggio per tentare di rompere l’indifferenza dell’andazzo nel quale stagnano da tanto tempo tante nostre realtà. Bisogna avere il coraggio di far sì che, attraverso la lettura, e la scoperta, di nostri antenati così luminosi si può tentare di risvegliare il desiderio di un fantastico viaggio nella memoria di ciò che sono stati i nostri paesi.

Il nostro ambiente ogni mattino ci apparirà più abitabile, se abbiamo la speranza di trovare dei compagni di strada che, nonostante la quotidiana fatica, sono al lavoro, come dei splendidi folli che non si mettono ad aspettare condizioni improbabili per rendere più bella la nostra terra, ma vivono (spesso sfidando critiche e incomprensioni) una immediata fatica col proposito di cambiare almeno un frammento del nostro ambiente. La nostra terra, ed il mondo intero, non morirà finché ci sarà gente che terrà vivo questo fermento, perché il segreto per cambiare il corso delle cose, anche nei nostri piccoli paesi, resta sempre uno: non risparmiarsi nel portare avanti ciò in cui si crede, non abbattersi nelle difficoltà e nella fatica e… crederci nonostante tutto! Giovanni Russo ha scritto tanti libri di storia e un libro di Storia è uno strumento della cultura e della ragione che è in grado di stupire, (per un minuto, un’ora o anche più) perché ci mette continuamente a confronto con ciò che più dobbiamo combattere: l’ignoranza del nostro passato, l’ignoranza di sapere da dove veniamo e quale bella pagina di storia abbiamo dietro le spalle. Anche con questo libro Gianni Russo continua a dare vita ad un grande, e splendido, disegno dove è racchiusa tanta storia e tante vicende, fino ad oggi sconosciute. Era seduto vicino a me Giovanni Russo, appassionato ricercatore, e l’ho visto commuoversi ed esaltarsi a rievocar le vicende antiche della nostra Terra e della sua Polistena e cercare di dare ai posteri le sue più minuziose ricerche, perché chi verrà dopo di noi conosca il glorioso passato della terra, che non merita di cadere nell’oblio. Esattamente le sensazioni che ho provato io nel parlare alla numerosa platea del galatrese Alfonso Nicola Defelice, il quale ha ricevuto, con delibera del Consiglio Comunale di Polistena, datata 9 luglio 1865, la prima cittadinanza onoraria concessa dal Comune di Polistena. Il prof. Umberto di Stilo ha dedicato un libro “Galatro e le opere pie di Alfonso Defelice” dove ho potuto attingere per le notizie sulla vita e l’impegno umanitario svolto da Alfonso De Felice.

“Figlio di Giuseppe Maria e della nobildonna Marianna Protopapa, è nato a Galatro il 28 maggio del 1834 ove è morto l’8 aprile 1871. Trascorse la sua infanzia nel paese natale ove ricevette una prima istruzione dallo zio arciprete don Nicola, all’epoca parroco di Plaesano… Come tutti i nobili ed i ricchi del tempo, per completare i suoi studi il diciottenne Alfonso andò a Napoli e nei pochi anni di permanenza nella capitale del regno ha fatto parte del movimento studentesco che professava idee di libertà e di patriottismo. Ebbe così l’opportunità di conoscere e frequentare diversi esponenti del mondo politico e culturale del tempo e di nutrirsi delle idee che allora circolavano nei salotti delle famiglie più altolocate e nei vari circoli studenteschi e politici cittadini. … Riteneva necessario far uscire il paese dal suo anonimato… Inoltre, nell’intento di attirare l’attenzione degli studiosi e delle personalità politiche della neo unitaria nazione sulla piccola realtà sociale di Galatro, ha pensato di conferire la cittadinanza onoraria a diversi esponenti del mondo politico e culturale italiano… Già nel 1863, a meno di un anno dalla stesura dell’atto notarile con il quale un gruppo di cittadini esprimeva la volontà di trasferire sui piani di Salice le loro abitazioni per costituire in quel luogo salubre un villaggio da chiamare “Garibaldipoli” il sindaco Defelice ha proceduto al conferimento della cittadinanza onoraria della erigenda cittadina e, per essa del comune di Galatro, a diverse personalità. … Portato alla filantropia, Alfonso Defelice ha pensato sia ai contadini bisognosi del suo paese che agli anziani diseredati e mendici. Per loro ha fondato un monte frumentario e, successivamente, quando le sue condizioni di salute si erano aggravate e lo spettro della fine imminente aveva preso consistenza, anche un asilo di mendicità. L’idea di dare vita a questa opera di umana solidarietà, al Defelice è balenata quando le sue condizioni di salute erano notevolmente peggiorate e, nella consapevolezza della caducità della vita, il suo ultimo pensiero volle rivolgerlo ai suoi concittadini poveri, a quelli che si trovavano ad essere ammalati ed a vivere da soli, ai mendicanti che avevano bisogno materiale di assistenza e di avere assicurato un piatto caldo e, soprattutto, agli inabili al lavoro. Era quello il modo concreto di mettere in pratica il principio cristiano della solidarietà che sin dagli anni della sua infanzia aveva visto praticare dalla famiglia e, in particolare, dallo zio sacerdote”.

Una serata, quella della presentazione del libro, che ha donato a Polistena un altro spaccato storiografico utile e originale, degli studi appassionati di Giovanni Russo e, forse dirgli solo “grazie” è ancora poco… ma bisogna pur dirglielo, perché è grazie a quelli come lui, se oggi riusciamo ad ascoltare, con grande pazienza ed umiltà, gli echi del tempo e dei ricordi, che inevitabilmente sono destinati a svanire, mantenendo ancora legami segreti che ci inseriscono nella storia di persone che abbiamo conosciuto solo sui libri, e continuiamo ad amare perché rappresentano le nostre radici, le nostre tradizioni, la nostra cultura e anche la nostra fisionomia umana.
Grazie Giovanni…