DUE DUBBI SULLA MOSTRA “IL VOLTO DELLA MADRE”… E DUE DOMANDE A UMBERTO DI STILO

Caro professore Umberto,

proprio stasera, nella Chiesa della vicina Feroleto, ho avuto modo di vedere la mostra fotografica organizzata dall’Ufficio per i beni culturali della nostra Diocesi, dal titolo “Il Volto della Madre”.

Non entro nel merito del “percorso” della Mostra: non avendo partecipato ai momenti di inaugurazione e presentazione, mi mancano (nonostante le belle immagini della presenza della Madonna nella nostra Diocesi) gli elementi di “giudizio” per capire come gli autori hanno voluto legare in un “unicum”, e rapportare ad unità, i vari volti con i quali la Madonna è presente nei paesi della nostra Diocesi.

Ma, due cose mi hanno colpito e non posso non passare a voi la palla, per cercare un giudizio più approfondito, almeno sotto l’aspetto che, da galatresi, ci riguarda da vicino. Mi riferisco, in particolare, alle due foto della mostra che riproducono l’immagine della Madonna della Valle della Chiesa di san Nicola e quella della Madonna della Montagna, presenti nelle chiese principali di Galatro.

Premetto che sono sempre stato convinto che di fronte al Trittico marmoreo che c’è nella Chiesa di Galatro, non c’è bisogno di andare alla ricerca dell’Autore, perché l’opera d’arte è notevole già di per sé stessa. Comunque nel vostro libro sul “Cinquecentesco trittico marmoreo della  Chiesa di Galatro” leggiamo: “Anche per la Madonna della Valle restiamo nel Campo delle attribuzioni, perché, fino ad oggi, non si hanno elementi certi per escludere che la statua possa essere stata concepita dal Gagini. Al contrario riteniamo che a lui debba sicuramente essere attribuita la prima ideazione artistica; tutto ciò se teniamo ben presenti alcuni piccoli (ma importanti) particolari che dal drappeggio del velo vanno alle perfette pieghe della veste. Al Gagini, inoltre ci porta in modo chiaro e preciso lo stile e i soggetti che in bassorilievo arricchiscono il basamento … Dunque il trittico di Galatro è da attribuire all’estro artistico di uno o, al massimo, di due soli scultori. La logica temporale ci spinge a pensare che originariamente l’altare sia stato concepito da un solo artista, Antonello Gagini, e che, per eventi a noi ancora sconosciuti, possa essere stato ultimato dai suoi collaboratori, figli o semplici lavoranti che fossero. Se, infatti, come sembra scontato, a commissionare il trittico è stato il Vescovo della Valle, patrizio romano e feudatario di Galatro, dobbiamo pensare che egli lo abbia ordinato tutto in una volta e ad un solo scultore”.

Nella sua pubblicazione leggiamo: “Lucia Loiacono attribuisce la statua della Madonna a Giovan Battista Mazzolo, e la accosta a quella esistente a Tresilico nella Chiesa di Santa Caterina”. A questo punto mi sorge spontanea una domanda: “Se all’interno della mostra itinerante che ho visto stasera, organizzata dagli Uffici della Diocesi che hanno accesso a dei documenti sicuramente ignoti a noi poveri mortali, è scritto senza nessun “punto interrogativo”, che la statua “Santa Maria della Valle Attr. a Mazzolo G.B. sec. XVI, marmo di Carrara scolpito. Chiesa di San Nicola Galatro”… da dove hanno tratto tale notizia con estrema certezza?”. E’ proprio il caso che ce lo dicano, visto che proprio su questo punto, negli anni passati, sono stati consumati litri di inchiostro, ma l’incertezza ancora rimane. Per questo, ora questa domanda io pongo a voi Professore, proprio perché penso, nessuno me ne voglia, che tra i tanti studiosi del Trittico marmoreo di Galatro, siete la persona più autorevole a poter esprimere un giudizio.

Stesso discorso per la foto della statua della Madonna della Montagna di Galatro. A fianco alla foto leggiamo: “Madonna della Montagna. De Lorenzo D. (1812) legno di tiglio scolpito, dipinto. Chiesa di Maria Santissima della Montagna. Galatro”.

Caro professore, dal suo libro sulle opere del patrimonio artistico locale, leggiamo: “Secondo la tradizione locale la bella statua lignea è arrivata a Galatro su un carro trainato da buoi (all’epoca era quello l’unico mezzo utilizzato per il trasporto delle merci!) … Difficile stabilire con esattezza in che anno si è verificato l’evento perché, fino ad oggi, non è stato trovato alcun riferimento documentario a cui richiamarsi. Ne consegue che è difficile precisare anche da quando la lignea scultura ha cominciato a far parte del patrimonio statuario della chiesa “filiale” galatrese. In questa totale assenza di riferimenti archivistici stupisce non poco che della statua non si trovi alcuna informazione neppure nelle pagine della “Platea” parrocchiale scritte da Don Nicola Defelice che aveva una particolare propensione per le annotazioni storiche”.

E poi, mi pare che, oltre alla data, qualche incertezza c’era sulla esatta identità del De Lorenzo “autore”? Mi sbaglio?

Su questi argomenti che ho esposto sopra, voi avete scritto tanto, e questo “tanto” è il frutto di anni di ricerche… e, proprio riconoscendo la vostra autorevolezza in materia,  per questo stasera rivolgo a voi queste due piccole domande e, anticipatamente, vi ringrazio del contributo che, sono sicuro, non mancherà e contribuirà ad arricchire con nuovi riferimenti storici alcune pagine importanti della nostra storia locale.

Grazie per l’attenzione e… la risposta!

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