Categoria: Arte e Cultura intorno a noi

GALATRO AL MIO SGUARDO di don Rocco Distilo

Godersi il panorama di Galatro dalla contrada “Farinella”, significa esaltarsi, sognare, volare quasi… Montebello sembra nascere dal fiume Metramo, che gradatamente ascende allargandosi alla base e stringendosi in linee perfette di un triangolo, tutto smeraldi abbacinanti al sole. Colline di ulivi fanno cornice in un giuoco di luci e di ombre; al vertice il bianco Calvario, dominante la piana.

QUANDO IL SUONO DELLE CAMPANE SCANDIVA IL RITMO DELLE GIORNATE DEI NOSTRI PAESI

Oggi nei nostri paesi l’uso delle campane è limitato, ma una usanza vecchia di secoli e profondamente sentita da tutti non può decadere così facilmente nell’oblio, tanto che quando le campane dei nostri campanili suonano a distesa per annunciare una festa o una importante celebrazione religiosa, il paese cambia aspetto e torna a vivere perché il suono delle campane è vita e un tutt’uno con la storia della comunità e dei suoi abitanti.

GALATRO: QUARTA ESTEMPORANEA DI PITTURA ED ESPOSIZIONE DI QUADRI IN MEMORIA DI CARMELINO LONGO

Questa quarta edizione “dell’Estemporanea di pittura” quest’anno non poteva non essere dedicata a Carmelino Longo, un artista galatrese apprezzato anche fuori Galatro per i suoi dipinti, che noi lo abbiamo conosciuto, stimato e voluto bene fino a quel triste 5 maggio scorso quando, dopo una breve ma terribile malattia, il Signore ha deciso di porre fine alla sua avventura umana.

“GALATRO, PAGINE DI STORIA” DI UMBERTO DI STILO

Con questo libro “Galatro, Pagine di storia” Umberto di Stilo ha dato vita ad un importante mosaico, i cui frammenti non sono altro che pezzi di storia galatrese, curati nei minimi particolari, che insieme danno vita ad un grande, e splendido, disegno dove è racchiusa tanta storia e tante vicende, fino ad oggi sconosciute, della nostra Galatro.

“CERCATORI DI TE”… PREGHIERE DI DON MIMMO CARUSO

In tempi difficili come i nostri, le preghiere che don Mimmo Caruso (Cancelliere della Curia della Diocesi Oppido-Palmi e Parroco di Varapodio) ha affidato al suo bel libro “Cercatori di Te”, ci aiutano, per dirla con le parole di Paolo VI, a fare “un salto nella speranza”, senza soffermarsi in sottili e amene divagazioni: va subito al concreto, ai temi essenziali della nostra fede e della nostra vita. Il libro è preceduto da una prefazione di mons. Francesco Milito, vescovo della nostra diocesi, che prendendo spunto dalla sintonia spirituale che c’è con le preghiere di Don Caruso, rivolge “l’invito a saper trarre ispirazione e scrivere le proprie preghiere, come riflessioni e spazi di luce dell’anima”.

IL TEMPO ED IL SUO SIGNIFICATO NELLA POESIA DI VINCENZA ARMINO

Scrivere di un poeta, anche se non si conosce personalmente, significa assumere il suo sguardo sulle cose, sulla realtà, sulla vita: io non conosco la professoressa Vincenza Armino (se non come la moglie dell’amico prof. Michele Zito), ma mi è bastato leggere le poesie dei suoi tre volumi (“Pentagramma”, “A piedi nudi, nell’anima” e “Percezioni-Ricordi”) per capire come la dirompente potenza dei suoi versi risiede nella capacità di modificare lo sguardo del lettore… nel riuscire a far sentire e gustare ogni verso nella sua assoluta unicità, componendo le parole, in modo diverso dal nostro abitudinario modo di scrivere, mettendo maggiormente a fuoco il “segreto della vita”, della sua vita in particolare, proprio con delle tematiche che toccano e riflettono profondamente l’animo dell’autrice… la sua coscienza che si fa “parola” di una tensione legata all’espressione della sua vita e nella poesia crea un “qualcosa”, in forma di parole, da consegnare all’Infinito, anzi stavolta è lecito chiamarlo “un silenzio consegnato all’Infinito”

QUANTI PATRIMONI NASCOSTI DA SCOPRIRE CI SONO NEI NOSTRI PAESI…?

Penso che pochi sanno, per esempio, dell’esistenza di una piccola chiesetta (praticamente un grande stanzone) proprio all’uscita dell’autostrada, proprio entrando a Palmi, sulla sinistra dopo il distributore di benzina. Io l’ho “scoperto” per caso mentre parcheggiavo la macchina per entrare in un caseificio. Scoperta la mia, forse, di scarso rilievo… ma quanta tristezza ho provato al pensiero che, anche questo, è solo un piccolo esempio che possiamo portare a testimonianza di un degrado e un abbandono quasi sempre colpevole.

PRESEPE IN CASA SCOZZARRA… QUALCHE ANNO FA!

A tanti di noi, il “presepe ci piace” e, anche memori di una bella tradizione, ci viene voglia di allestirne uno, e vederlo primeggiare anche in piccoli spazi… Il desiderio aguzza l’ingegno… quando abitavamo nell’altra casa, lo spazio era ristretto… ma è bastato un attacco di un lampadario che non c’era più, una cesta natalizia vuota, un pò di corda… e Carmelina ha fatto uno dei più bei presepi di casa nostra… certo… “ce piace ‘o presepe!!!…!