PERCHÈ IL 3 FEBBRAIO A SAN BIAGIO SI MANGIA IL PANETTONE A MILANO?
La tradizione (tutta meneghina) secondo la quale mangiando del panettone a San Biagio si previene il mal di gola si deve a una massaia sbadata e a un frate molto goloso.
La tradizione (tutta meneghina) secondo la quale mangiando del panettone a San Biagio si previene il mal di gola si deve a una massaia sbadata e a un frate molto goloso.
E’ nel silenzio che si porta dietro il Natale che ci investe una grande risorsa, che ci impone di prenderci qualche momento tutto per noi: di solito si pensano e si rivivono cose trascurate per tutto il resto dell’anno, e resta tanto tempo anche per vedere qualche buon film alla televisione, per riordinare qualche vecchio cassetto, per ascoltare un pò di musica, per cucinare qualche buon piatto.
Il tempo non si è mai fermato per contemplare se stesso, lo fece solo una volta, nel Golgota, ma per morire nello spavento di un respiro, dopo di che il tempo è scivolato nell’inesorabilità. Domani sarà solo il padrone di dopodomani, niente di più.
Caravaggio incontra Dio e sogna Cristo nell’atto di scegliere il “suo” Matteo in un racconto per sognare, per non smettere mai di amare la lettura, nel più bel viaggio che un essere umano possa compiere, perché a volte una soluzione sembra plausibile solo in questo modo: sognando.
Monumento ai Caduti di Maropati. Monumento che oggi non c’è più e, alcuni anni addietro, la pubblicazione della mia foto ha destato non poca meraviglia, anche tra gli studiosi di storia locale, nella costatazione che il Monumento non c’era più perché era stato rimosso e tanti neanche lo sapevano.
Di questo dobbiamo parlare quando accadono eventi meno apocalittici, ma non meno tragici come i terribili, drammatici, diabolici fatti di cronaca ai quali abbiamo assistito con sgomento in questi ultimi mesi. Continuiamo ad assistere, come sempre accade in queste circostanze, al levarsi di malinconiche voci a significare nella modalità del piagnisteo o dello sdegno che la civiltà è al capolinea.
Nella splendida cornice delle Terme di Galatro, lo scorso 29 agosto, gli scrittori Gioacchino Criaco e Mimmo Gangemi hanno conversato con il giudice Antonio Salvati sul tema: “Calabria, terra di migranti e di immigrati”.
Quando inizia un nuovo anno si viene sommersi di auguri di ogni felicità, di bene, di salute, di ricchezza: si tratta, in genere, di una consuetudine, tanto diffusa quanto superficiale, nel senso che, raramente, quelle parole (bene, felicità, ricchezza) vengono prese seriamente. Tutti siamo consapevoli che è “soltanto un modo di dire”.
Di fronte al tema dell’Estemporanea, che è stato lo stesso per tutte le tre edizioni, quest’anno Carmelo Longo ha inserito nella sua opera un elemento storico legato fortemente al nostro “piccolo borgo”: la presenza dei monaci nel territorio e nella storia di Galatro.
Joseph Ratzinger. Il testo, raccolto nel libro “Cercate le cose di lassù”, è stato scritto appena prima del campionato del mondo dell’86, svoltosi in Messico, e parte da una domanda molto elementare: perché questo sport riesce a trasportare così tanta gente? Ecco come risponde il futuro papa Benedetto XVI.