Archivio Mensile: Novembre 2018

450 COPIE SULL’ABATE MARTINO: NÉ PER FAMA, NÉ PER SOLDI. SOLO PER AMORE, PER AMORE ALLA NOSTRA TERRA E ALLA NOSTRA STORIA

Ora, a distanza di quasi 6 mesi, posso dire di avere distribuito oltre 450 copie della mia pubblicazione sull’abate Martino, con dei riscontri molto lusinghieri, soprattutto da chi non sapeva neanche l’esistenza del nostro Abate: volendo posso dare vita ad un’altra pubblicazione solo con i commenti, e ringraziamenti, ricevuti. Per tanti è stata una bellissima scoperta e ne sono rimasti affascinati. Una cara amica mi ha scritto un pensiero commovente: “Ti ringrazio per avermi fatto conoscere e amare Galatro, il suo ambiente, la sua storia, senza esserci mai stata”.

A CINQUANTA ANNI DAL SESSANTOTTO

Tutti gli anni si ricordano un sacco di cose, si celebrano anniversari a più non posso: gli argomenti dilagano dalla cronaca allo sport, dalla storia alla letteratura e chi più ne ha… non si tiri indietro. Il 2018, che ormai volge al termine, pensavo si sarebbe distinto, soprattutto, per i “cinquanta anni dal ’68”, invece non è stato così. Ricordo che per il vent’anni se ne è parlato fino alla noia: è stata messa in moto una valanga di “io c’ero”, un fiume di nostalgia, un frenetico sfogliare l’album della giovinezza. “Ero del ‘68” era un marchio doc.

LA CHIESA, LA CULTURA E LA GRAZIA: UNA STORIA NUOVA NELLA STORIA

La domanda che vorrei fare a tanti “cattolici” che incontro nei social network è questa: come mai leggo le loro analisi su partiti, personaggi politici, sull’economia, sull’euro, su tutto, ma mai che ci si riferisca in modo esplicito, e spesso neanche implicito, a Cristo redentore quasi che la fede non avesse nulla a che vedere con la vita di tutti i giorni.

LA MORTE PONE LA DOMANDA SUL DESTINO PER IL QUALE SIAMO STATI FATTI

La morte è una delle poche cose serie e irrimediabili che restano nel nostro orizzonte di senso sempre più labile, per cui dobbiamo ringraziare chi ci consente di riflettere con dignità. Ricordo le parole di un amico prete di Catania morto qualche anno fa, Don Francesco Ventorino, che ho sentito a Rimini durante l’incontro “La verità è il destino per il quale siamo stati fatti” e del quale mi piace riportare alcuni passaggi, perché ritengo ponga delle domande sul destino di ogni uomo.