DON AGOSTINO: A SETTE ANNI DALLA MORTE

Maggio 2009

Don Agostino in concelebrazione con il Vescovo Crusco

Don Agostino in concelebrazione con il Vescovo Crusco

Ricorre lunedì 18 maggio il settimo anniversario della morte del caro don Agostino Giovinazzo: ciascuno di noi che lo abbiamo conosciuto, porta nel cuore un proprio ricordo, che si fa più vivo e commosso nella ricorrenza della sua morte.
Sarebbe bello avere la possibilità di poter raccogliere i ricordi che tanti nostri parrocchiani conservano, nella profondità dei loro cuori, e tessere un mosaico che delinei i contorni più significativi della figura di don Agostino.
Anch’io custodisco tanti, tantissimi, ricordi di don Agostino, dai quali continuo, ancora oggi, a trarre motivo di attonita commozione: per la sua intelligenza fortemente intuitiva, per il suo animo di una mitezza e di una semplicità e riservatezza sorprendenti e, soprattutto, per il suo grande cuore… un cuore candido, perfino ingenuo come quello di un bambino, un cuore generoso… il cuore di un autentico pastore.
In questa occasione, mi piace ricordare don Agostino, riproponendo quanto ho scritto nel giorno della sua morte.

Sabato 18 maggio, stroncato prematuramente da un male incurabile, è morto in un Ospedale di Verona, don Agostino Giovinazzo, Parroco di Galatro sin dall’ottobre del 1974.
Un lungo rintocco di campane, nella mattinata, ha annunciato ai galatresi che le loro preghiere non erano state esaudite, il Signore aveva chiamato a sé don Agostino, nonostante lui desiderasse di tornare tra la sua gente, così come ha manifestato nelle sue due ultime lettere inviate ai cittadini ed ai parrocchiani:

“Spero, con l’aiuto di Dio, di tornare tra di voi sano e pronto a riprendere il lavoro interrotto; se poi ha deciso diversamente, sono sempre pronto a fare la sua volontà… Quando tornerò, vi ringrazierò, uno per uno, con tutto l’affetto possibile, che non potrà mai essere uguale al sostegno fisico e morale che mi avete dato. Se torno guarito, la maggior parte del merito l’avete voi che mi avete sostenuto con le vostre preghiere e poi con affetto e stima: sono stati una meravigliosa sorpresa, non sapevo di avere tanti amici così sinceri e vi chiedo perciò scusa e non me ne sono accorto prima”.

Don Agostino con in braccio Claudia Scozzarra

Don Agostino con in braccio Claudia Scozzarra

Chi scrive, in questo momento, fatica non poco, tra emozione e dispiacere, ad andare avanti nello scrivere, per il timore di non riuscire a comunicare le cose che vorrebbe, di non essere all’altezza di tessere il vestito più bello: non l’elogio funebre all’amico sacerdote scomparso repentinamente, non la cronaca del dolore di una intera comunità, ma la grande riconoscenza ed il profondo affetto verso l’amico perduto.
In un momento come questo, conoscendo bene don Agostino, il silenzio sarebbe stata la sola scelta naturale, per il suo sacro pudore a comunicare i sentimenti più intimi, teneri e dolorosi, ed anche se, ai nostri occhi, la sua morte può apparire prematura ed ingiusta, questo dolore ha reso evidente il legame profondo, vissuto dai galatresi con il loro Parroco, quando ancora era in mezzo a loro.
Dal Calvario della sua malattia don Agostino ha avuto modo di dire ai suoi parrocchiani:

Don Agostino Giovinazzo

Don Agostino Giovinazzo

“il Signore mi ha dato una Croce pesantissima, ma col vostro sostegno e conforto l’ho portata e spero di portarla ancora, se è necessario per completare nella nostra carne quello che manca alla Passione di Gesù”; ma ha, soprattutto, avuto parole di affetto ed attenzione per tutti nella lettera inviata la notte di Pasqua: “Carissimi amici ed amiche, dopo 28 anni, purtroppo, non sono con voi a celebrare le gioie della Pasqua. Se il corpo però mi tiene lontano, i miei occhi vi vedono tutti indistintamente. Vedo il coro delle ragazze che tremano ansiose per l’esito dei canti, vedo il gruppo dei Lettori guidati da suor Tommasina, vedo in prima fila le persone che vogliono seguire con maggiore attenzione la funzione liturgica, vedo la Cappella del SS.mo artisticamente addobbata dalla nostra Maestra fioriera, vedo anche i giovani in fondo alla Chiesa che parlano e scherzano con il braciere: siete tutti davanti a me, non mi sfugge nessuno dagli occhi, vi vedo a uno a uno: siete la famiglia di Dio, e se permettete anche la mia famiglia, riunita per la festa e, come in ogni casa, ci sono i figlioli buoni e quelli più discoli… Ringrazio di tutto cuore e con tutto l’affetto possibile il buon don Cosimo che egregiamente mi ha sostituito: la fraternità sacerdotale si dimostra nelle necessità e nel bisogno e lui è stato così bravo che non ha esitato a prendersi cura delle vostre anime… Spero solo che non lo abbiate assillato: aspettate me per assillarmi”.

Anche le parole rivolte al Sindaco, testimoniano una grande sensibilità e una riconoscenza particolare anche verso il Vescovo della Diocesi, Mons. Luciano Bux:

“Egregio Signor Sindaco Giovanni Papa, La ringrazio vivamente per avere presenziato il Giovedì Santo le funzioni parrocchiali insieme alla comunità ed al Vescovo… una giornata che per la storia di Galatro deve essere annoverata tra le più belle ed importanti: mai, a memoria d’uomo, si è visto un Vescovo che, in uno dei giorni più solenni della liturgia cattolica, abbia lasciato la Diocesi per recarsi in una parrocchia a sostituire il parroco malato. Avrebbe potuto benissimo mandare un sostituto; invece, con un gesto di nobiltà d’animo verso di me e verso Galatro è stato lui stesso a celebrare la liturgia del Giovedì Santo. E Galatro ne deve essere orgogliosa, ricordandolo con gratitudine”.

Don Agostino Giovinazzo

Don Agostino Giovinazzo

Don Agostino Giovinazzo, originario di Cittanova dove era nato nel 1945, era stato ordinato sacerdote l’8 dicembre del 1971 da Mons. De Chiara, vescovo di Mileto, ed era arrivato a Galatro nell’ottobre del 1974, a sostituire il compianto don Rocco Distilo. Oltre ad essere il Parroco di Galatro, da molti anni era docente all’Istituto Superiore di Teologia di Palmi, nonché collaboratore della Cancelleria Vescovile della Diocesi di Oppido-Palmi, dove tutti lo ricordano per le sue grandi doti intellettuali ed umane.
Nel giorno del suo venticinquesimo anniversario di sacerdozio, durante la cerimonia in suo onore, aveva espresso, con semplicità ed umiltà, il profondo attaccamento al popolo di Galatro che gli era stato affidato, e oggi quelle parole, unite alle due lettere inviate durante la sua malattia, rappresentano il suo testamento spirituale:

“Un pensiero a Mons. De Chiara che mi ha elevato alla dignità sacerdotale… una cara persona che per me ha avuto atteggiamenti paterni… la domanda più ricorrente di questi giorni è: sono stato all’altezza del compito affidatomi? Ho fatto quanto era in mio dovere fare? Potevo fare meglio e invece non l’ho fatto? Spero che i miei superiori ed il popolo di Galatro, dove ho vissuto la maggior parte dei miei anni, siano benevoli nel giudizio… Ognuno di noi avrà motivo, dentro di sé, per dire grazie a Dio ed io ho un motivo in più per dire grazie anche a voi tutti che questa sera mi onorate in tal modo: Vi dico di tutto cuore grazie e vi chiedo perdono dei miei errori. Pregate il Signore per me”.

Don Agostino Giovinazzo

Don Agostino Giovinazzo

L’Amministrazione comunale di Galatro, interprete dei sentimenti del popolo di Galatro verso il loro sacerdote, ha proclamato una giornata di lutto cittadino nel giorno dei funerali, mentre i parrocchiani hanno voluto ricordare don Agostino con una veglia di preghiera.
Certamente, in vita don Agostino non avrebbe amato sentir parlare tanto di sé e, come al solito, mi avrebbe detto: “Lascia perdere…”. Ma, sono sicuro che, in questo momento, non gli spiacerà, perché questo servirà a far riconoscere come buono e vero, ciò che Dio chiede a ciascuno, anche quando si tratta del sacrificio di sé: anche se il dolore continua. Continua prima di tutto nella preghiera: per lui e per le persone che ha incontrato nel corso del suo ministero sacerdotale. Continua nel doloroso umile riconoscimento della nostra nullità, della nostra fragilità e nel nostro doverci riconoscere solo nel disegno tracciato su di noi dal Padre; e questo tanto più, quanto, ai nostri occhi, quel disegno sembra superarci ed essere duro da accettare.
Ma solo accettando questo misterioso disegno, si può continuare a ricordare ed abbracciare l’amico sacerdote che non si potrà dimenticare mai.
Ciao don Agusto… grazie di tutto.

ORA DON AGOSTINO GIOVINAZZO RIPOSA NEL CIMITERO DI GALATRO

Ottobre 2014

Don Agostino Giovinazzo

Don Agostino Giovinazzo

Dal tardo pomeriggio di mercoledì 1 ottobre 2014, don Agostino Giovinazzo riposa nella cappella del cimitero di Galatro. Così come in quel 18 maggio del 2002, un lungo rintocco di campane che suonavano a lutto ha annunciato ai galatresi che il Signore aveva chiamato a sé don Agostino, nonostante il suo forte desiderio di ritornare tra la sua gente di Galatro, mercoledì 1 ottobre dei lunghi rintocchi di campane a festa hanno salutato l’arrivo della salma di don Agostino che, dopo più di 12 anni, ritornava a Galatro per essere collocata, in maniera definitiva, nel locale cimitero.
La sepoltura di don Agostino nel Cimitero di Galatro è avvenuta ora, posso ben dire con 12 anni di ritardo, perché don Agostino “doveva” essere sepolto, già al momento delle morte a Galatro, perché dopo 28 anni di apostolato fra la gente di Galatro, i galatresi erano la sua famiglia, così come lui stesso ha affermato in una delle lettere inviate dall’Ospedale a Verona: “…siete la famiglia di Dio, e se permettete anche la mia famiglia”.
Ritengo che bisogna ringraziare la famiglia Giovinazzo che ha fatto di tutto per riportare don Agostino a Galatro, e ha accettato di buon grado questa proposta e che, attraverso le parole di Giuliano Giovinazzo, fratello di don Agostino, non ha esitato a dire che “quando don Agostino è morto abbiamo sbagliato a seppellirlo a Cittanova, riconosciamo che presi dall’emozione del momento abbiamo sbagliato a non acconsentire che fosse seppellito a Galatro ma oggi stiamo riparando l’errore commesso nel 2002”.

Don Agostino Giovinazzo

Don Agostino Giovinazzo

La cerimonia del ritorno della salma di don Agostino a Galatro, è avvenuta proprio come l’avrebbe desiderata lui: in maniera molto sobria e seria, dove tutto è stato compreso dentro una essenzialità di fede che non ha lasciato spazio a nessun altro pensiero, se non la preghiera e il ricordo del caro sacerdote che ci ha visto crescere.
La salma di don Agostino, arrivata da Cittanova alla villa comunale di Galatro, è stata accompagnata, in religioso silenzio, nella Chiesa di San Nicola dove il Vicario Generale Mons. Giuseppe Acquaro, insieme ad altri sacerdoti amici di don Agostino, ha concelebrato la messa che è stata un canto di lode elevato al Signore in ringraziamento per don Agostino.

Funerali di Don Agostino Giovinazzo

Durante la funzione religiosa, dagli interventi diretti e realistici sull’avventura umana di don Agostino, Mons. Acquaro, don Varrà e il Sindaco di Galatro Carmelo Panetta, hanno stimolato il riaffiorare dei ricordi di chi ha avuto la fortuna di conoscere don Agostino, soprattutto da parte di chi, nei 28 anni che don Agostino è stato alla guida della Parrocchia di Galatro, ha con lui condiviso gioie e dolori, impegni e speranze, successi e delusioni, progetti e rinunce, fino a quando il Signore, ha stabilito diversamente da ogni nostro umano progetto e lo ha chiamato a sé.

Don Agostino Giovinazzo

Don Agostino Giovinazzo e Giuseppe Riniti

Don Agostino era un uomo di fede, capace di dialogare con tutti, e questo si è reso più evidente soprattutto durante i giorni della sua malattia… forse il Signore, nel suo misterioso disegno salvifico su ognuno di noi, per don Agostino aveva stabilito, proprio nella malattia e lontananza dalla sua gente, il tempo del raccolto di quanto in 28 anni aveva seminato nella comunità cristiana di Galatro.
Mi fa piacere concludere riportando una lettera che mi è giunta nei giorni scorsi, proprio dalla prima persona che don Agostino ha incontrato a Galatro, la sera che, insieme a don Gildo Albanese, ha varcato la soglia della Chiesa di San Nicola: nella lettera che mi ha mandato Totò Sorrentino si innalza un ricordo, la testimonianza di un forte legame, una grande sensibilità, un grande affetto e forte riconoscenza, per dire “grazie” al Pastore che è difficile dimenticare.

 

Funerali Don Agostino Giovinazzo

Funerali Don Agostino Giovinazzo

Caro Michele,
da quando, a fine agosto, mi hai detto che in ottobre portano a Galatro la salma di don Agostino, mi tornano alla mente tanti ricordi, soprattutto del periodo che è arrivato a Galatro ed io ero ancora un bambino cresciuto sempre nella Chiesa.
Erano i primi giorni di ottobre 1974. Ero appena sceso dal campanile dopo aver suonato le campane per la messa, mi trovavo in sacrestia per preparare l’occorrente (facevo tutto io perché allora non c’era nessuno che veniva in Chiesa a servire la Messa), quando ad un certo punto vedo aprire la porta ed entrare don Gildo Albanese in compagnia di un giovanotto, con meno di 30 anni, vestito con giacca e pantaloni neri. Tutt’e due scendono i gradini, vengono verso di me e don Gildo gli dice: “Tullio, qui c’è Totò, chiedi tutto a lui!”.

Tomba di Don Agostino Giovinazzo

Tomba di Don Agostino Giovinazzo

Fui la prima persona che incontrò quando entrò per la prima volta nella Chiesa a Galatro, tanto che questo avvenimento lo raccontò anche al fratello quando si trovava in ospedale, durante la sua malattia, un pomeriggio che andai a fargli visita.
La prima messa da parroco della Chiesa di San Nicola, la celebrò così nella maniera più semplice, senza nessuna autorità o preparazione di festeggiamenti o altro: si preparò in sacrestia e andò a dire messa nella saletta. In quel periodo la chiesa di San Nicola non era agibile, a causa dell’alluvione che ci fu qualche anno prima; infatti, le celebrazioni venivano fatte nella chiesa del Carmine o, addirittura, utilizzando l’asilo annesso alla chiesa di san Nicola.
Per Don Tullio che arrivava da una parrocchia di Polistena, fu un pochino difficoltoso l’inserimento, ma non si perse d’animo, tanto che si sistemò nell’abitazione della vecchia casa della signora Vanda Scozzarra.
Ricordo che in Chiesa veniva poca gente e, soprattutto, per le esigenze spicciole non c’era nessuno, ogni tanto portavo la roba che si sporcava in Chiesa per farla lavare da mia mamma, la quale non si è mai tirata indietro, anche se ogni tanto mi diceva: “Totò, ho tanti figli a cui badare, anche la roba della Chiesa mi porti!”.

Dott.ssa Carmelina Massara e Don Agostino Giovinazzo

Dott.ssa Carmelina Massara e Don Agostino Giovinazzo

Poi, rapidamente, don Agostino si mise a lavorare come pastore e creò un numeroso gruppo di ragazzi, giovani che animavano bene le celebrazioni, ma soprattutto fece provvedere alla sistemazione della cara Chiesa che aveva subito molti danni; infatti, dopo circa tre anni dal suo arrivo iniziarono i lavori per la sistemazione… tutte piccole cose che fecero molto per la comunità di San Nicola, infatti fu sempre più numeroso il numero di persone che si rendeva disponibile alle esigenze della Chiesa. Ricordo soprattutto, nel periodo iniziale della venuta di don Agostino, la signorina Adelina Corso, che con le ragazze che lavoravano da lei ha iniziato a occuparsi della Chiesa e delle necessità che c’erano… dalle pulizie a varie organizzazioni pastorali.
Ricordo che, oltre alla vita spirituale Don Agostino non ci fece mai mancare a noi ragazzi le bellissime gite tra cui Taormina e Catania, o sulla Sila in inverno, dove andavamo a vedere la neve… quanti bellissimi pomeriggi caldi d’estate abbiamo trascorso al mare a san Ferdinando alla foce del Mesima, sempre con la sua Fiat 128 blu stracarica di bambini.
Potrei raccontare altri ricordi del periodo che don Agostino è stato parroco di San Nicola, ma non riesco ad andare oltre… dico solo grazie a don Agostino per il tempo che il Signore gli ha concesso di stare con noi a Galatro. Ciao, mi dispiace non poter essere presente a Galatro per la venuta della salma.

Totò Sorrentino

Le Foto di Don Agostino Giovinazzo…

Potrebbero interessarti anche...

Commenta: