QUANDO L’UOMO MORSICA IL CANE

Qualche anno addietro mi sono messo, bonariamente, a ridere nel leggere un articolo di Umberto Eco sull’Espresso. A dire il vero lo scrittore non è mai stato tra quelli che io amo leggere, ma il titolo era provocante e l’inizio dell’articolo pure. Il titolo era XXXX XXXXXXXXXXX XXXXXXX. Poi di seguito l’articolo continuava: “Xxx xxxxx xxxxxx xxx, xxxxx xx, xxxxx xx xxxxx, xxxxx, xxxx x xx xxxxxxxx…“. Così di seguito per un bel pezzo. Poi, rientravano i noti caratteri dell’alfabeto che riportavano, più o meno, queste affermazioni: “Portare avanti una rubrica fissa non è cosa da poco. E quando uno non riesce a scrivere? E se in un determinato momento gli argomenti non si trovano? Allora non si scrive nulla…“. Ora, capita anche a me, soprattutto negli ultimi tempi, di non riuscire a scrivere, per i motivi più vari. Ma, siccome io non sono Umberto Eco, quindi non mi posso permettere il lusso di riempire una pagina intera di xxx (penso proprio che nessuno accetterebbe un simile “articolo”).

Allora, se voglio continuare a scrivere, per forza devo far tornare gli argomenti. A dire il vero, in questo periodo gli argomenti non è che manchino, ma i più mi interessano poco. M’interessano poco rispetto alle cose che voglio scrivere. Chiarisce meglio il concetto espresso un pensiero di Giampaolo Pansa nel libro “lo sfascio”: “Il mestiere di cronista m’ha reso per niente interessato alla normalità e molto curioso, invece, della devianza. Non m’interessa il cane che morde l’uomo, e fa dunque il suo lavoro normale. M’interessa, piuttosto, l’uomo che morde il cane…“. Ecco, per chi ancora non se ne è accorto, come io, spesso, vado a cercare l’uomo che morde il cane… Purtroppo anche queste situazioni “eccezionali” stanno divenendo sempre più “normali”. Già, come non riconoscere “l’uomo che morde il cane“, in quanto rimbalza spesso sulla stampa: ce n’è a sufficienza per far inorridire pure Lucifero… altro che l’uomo che morde il cane!

Anche la situazione politica venutasi a creare negli ultimi anni, occupa una posizione centrale negli spazi degli strumenti che informano, e disinformano, la pubblica opinione: non vi è giorno che giornali, radio e televisione non dedichino quasi tutta la loro attenzione all’attualità politica… ma di una politica dove la sinistra non è più la sinistra, la destra non è più la destra ed il centro non si sa cos’è. In questo quadro, non si riesce a comprendere fino in fondo la vera consistenza, non solo del ventilato cambiamento, ma finanche della strada che stiamo percorrendo.

Talvolta, nel sentire i commenti che ci “propinano” i vari tg, ci sentiamo come chi ospita in casa propria uno straniero che parla una lingua sconosciuta, mentre sempre di più si avvera la profezia del poeta Czeslaw Milosz: “Si è riusciti a far credere all’uomo / che, se vive, è solo per grazia dei potenti. / Pensi dunque a bere il caffè e a dar la caccia alle farfalle. / Chi ama la res pubblica avrà la mano mozzata“.

D’altronde, senza ricorrere a citazioni “straniere“, era già stato detto della nostra Nazione, da parte del sommo Dante, quale sarebbe stata la nostra permanente tragedia, la tragedia che appartiene all’essenza della nostra storia: “Ahi serva Italia, di dolore ostello / nave senza nocchiere in gran tempesta / non donna di province, ma bordello!“.

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