HABEMUS PAROCHUM: DON NATALE IOCULANO
Questa sera, nel giorno in cui la Chiesa ricorda i Santi Anna e Gioacchino, alle ore 19.00, a Galatro nella Chiesa di San Nicola, durante una solenne concelebrazione presieduta da S.E. Mons. Francesco Milito, Vescovo della nostra Diocesi, avrà luogo il rito di immissione canonica nella Parrocchia di San Nicola – Maria SS. della Montagna, di don Natale Ioculano.
Il Vescovo, dopo quasi 6 mesi dalla nomina ad Amministratore Parrocchiale, con una lettera del 30 giugno ha reso noto che don Natale Ioculano è stato nominato nuovo Parroco di Galatro.
La nomina è stata accolta con viva soddisfazione dalla Chiesa di Galatro che, in questi mesi, ha avuto modo di conoscere a fondo il nuovo Parroco e, come ha scritto Domenico Distilo, bisogna realmente riconoscere che “il nuovo Parroco appare a tutti come uno di noi da sempre, essendo riuscito a far breccia nel cuore e nella mente dei galatresi grazie ad una pastorale che rispecchia un modo d’essere e di trasmettere l’annuncio evangelico sentito come profondamente autentico. Don Natale, per intenderci, ha spianato la complessità della storia, della cultura, della geografia e delle problematiche locali, con la semplice proposta di uno stile di vita incarnato in un modello di esistenza”.
Habemus novellum pastorem: don Natale sarà per noi Padre e Maestro, ma anche fratello con il quale condividere gli sforzi, e le iniziative, per edificare sempre più la piccola porzione di vigna del Signore rappresentata dalla nostra Chiesa locale. Da più di sei mesi don Natale è in mezzo a noi, a presiedere i sacramenti, ascoltare, assolvere, incoraggiare, raccogliere, oltre alle gioie, anche i dolori e le lacrime della nostra comunità. Diceva tempo fa un vecchio Parroco: “Dai preti non si va mai a dire “Ho vinto al Totocalcio!, ma si va sempre a portare pene, difficoltà, problemi, tensioni…”. E penso che questo è anche il senso del desiderio, e della fretta, di don Natale di venire ad abitare nel nostro paese, perché è bene dormire nella Parrocchia dove si svolge il ministero sacerdotale, perché la Chiesa non è un ufficio che si apre e si chiude in orari stabiliti: la presenza del Parroco nella comunità può essere richiesta anche alle dieci di sera o in piena notte, in ogni momento di difficoltà, bisogna poter andare, bussare e sapere che c’è un padre che aspetta.
E questo sguardo benevolo verso Galatro ed i galatresi don Natale lo ha espresso venerdì Santo quando nella sua riflessione fatta al Calvario, ha espresso tutta la sua “paternità” verso la nostra comunità: una paternità che permette di crescere e far crescere la Chiesa di Galatro: “La prima cosa che ho notato, quando sono venuto la prima volta a Galatro, è stato il Calvario, in alto, sopra tutte le case, che domina tutto il paese. Più volte mi ero promesso di salire (tante volte avevamo organizzato con diversi amici), ma non ci sono mai salito. Stasera ho capito perché. E’ stato il Signore che ha voluto questo: non potevo salire al Calvario come un semplice turista per godere il panorama. Stasera ho capito che è stato il Signore che ha voluto che salissi al Calvario, proprio oggi, con tutta la fatica che la “via crucis” ha comportato, ma accompagnato dal popolo di Dio in un momento molto importante per la nostra comunità. Fare la salita assieme significa guardare l’altro, aiutarsi, riflettere… non guardare solo il panorama. Ecco oggi il Signore mi ha voluto fare salire al Calvario insieme a voi, tutti insieme, un popolo che cammina e si aiuta. Sono contento di camminare con voi e di avere fatto questa “via crucis” con voi, perché nella fatica della salita ognuno di noi riflette, e la fatica della salita non si deve dimenticare nella discesa. Vi ringrazio per avere camminato insieme testimoniando che siamo proprio il popolo di Dio che cammina, anche nella fatica…cammina”.
Il pensiero di questi mesi trascorsi con don Natale Ioculano come amministratore parrocchiale, mi porta a Joseph Ratzinger, oggi Papa emerito Benedetto XVI, che sull’invito per la sua prima messa ha scritto il seguente motto: “Non siamo i padroni della vostra fede, ma i servi della vostra gioia”. Infatti, con una umiltà che abbiamo visto anche in don Natale, Ratzinger ha detto che “nell’ambito di una concezione moderna del sacerdozio non solo avevamo acquisito la consapevolezza che l’idea del reverendo è sbagliata, e che il prete è sempre un servo, ma avevamo anche svolto un grosso lavoro interiore su questo concetto per non salire su un piedistallo troppo alto. Io non avrei mai osato presentarmi come “reverendo”. Essere consapevoli che noi sacerdoti non siamo padroni, ma servi, dal mio punto di vista non era solo consolante, ma anche importante per poter accettare l’ordinazione.
Pertanto consideravo questa frase un motivo centrale: un motivo che avevo ritrovato nella Sacra Scrittura, nei testi più diversi, e in cui mi sembrava si esprimesse particolarmente quello che io ero”.
Anche per don Natale, abbiamo visto le parole di Ratzinger testimoniate con la sua persona e nel modo come ha posto la sua presenza in mezzo a noi: si è inserito, silenziosamente e umilmente, in quel popolo rappresentato dalla Chiesa di Galatro, della quale non si sente il padrone, ma l’umile servitore… e di questo dobbiamo ringraziare Dio.
Oggi il rito dell’immissione canonica nel possesso della parrocchia prevede che il Vescovo presenti ai fedeli il nuovo Parroco, ma nel nostro caso don Natale si è fatto conoscere già ai galatresi e nel leggere il messaggio di Mons. Milito, domenica 1 luglio, si è rivolto ai galatresi con delle parole che sono bene auguranti per il cammino che, da oggi in avanti, percorrerà la Chiesa di Galatro con il suo nuovo Pastore: “Carissimi… il 14 gennaio scorso, sono entrato in questa comunità, in punta di piedi, come amministratore parrocchiale, così ho continuato, con molta discrezione. In questi mesi ho cercato di fare il mio dovere, ovvero quanto la sollecitudine pastorale del Vescovo ha chiesto e il Magistero di Papa Francesco ha indicato. Il tempo mi ha permesso di iniziare una graduale e crescente conoscenza del territorio e delle persone… È in questa comunità che il Vescovo mi ha nominato parroco ed è a questa comunità di Galatro che rivolgo il primo pensiero da parroco eletto assicurando il ricordo nella preghiera, il rispetto della sua storia meravigliosa e il servizio pastorale per la continuità di un cammino di crescita che vive nel presente con l’obiettivo di porre le basi per un futuro al passo con la storia. Pongo tutto questo nelle mani del Signore e invoco l’intercessione della Beata Vergine Maria, molto venerata con diversi titoli, e a San Nicola affinché con il loro aiuto sappiamo trovare sempre punti d’incontro e coltivare quella comprensione reciproca necessaria per poter camminare insieme”.
Con queste considerazioni diciamo “grazie” al nuovo Parroco per il servizio che già sta rendendo alla nostra comunità, nella certezza che la nostra preghiera non mancherà ad accompagnarlo, e seguirlo, in questa nuova pagina di storia che si è aperta per il nostro paese, in un cammino di fede, di carità e di speranza per il popolo che il Signore gli ha affidato. Buon cammino…
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