SUL MONUMENTO AI CADUTI “SCOMPARSO” A MAROPATI…
Alla fine del primo conflitto mondiale, la necessità di commemorare i nostri ragazzi caduti in battaglia è stata un’esigenza che non ha risparmiato nessuno dei nostri paesi: ogni famiglia italiana ha pianto i suoi morti. Ciascun paese ha realizzato il suo monumento ai caduti, il più delle volte con lastre di pietra grezza appena intagliate, soldati di ferro che sembrano sospesi in una corsa eterna, lamiere e profili di cannoni.
Alcuni anni fa ho pubblicato questa bellissima foto di mio papà, vestito elegante con i pantaloni alla zuava, seduto ai piedi del Monumento ai Caduti di Maropati. Monumento che oggi non c’è più e, alcuni anni addietro, la pubblicazione della mia foto ha destato non poca meraviglia, anche tra gli studiosi di storia locale, nella costatazione che il Monumento non c’era più perché era stato rimosso e tanti neanche lo sapevano. Strana, molto strana, è apparsa a tanti amici, la “scoperta” della rimozione del Monumento ai caduti, e che sia successo a Maropati per tanti è stata una sorpresa. L’amico, grande studioso di storia locale, Giovanni Russo di Polistena ha commentato la mia foto scrivendo: “Se rimozione c’è stata, forse bisogna parlare di tempi remoti perché un nuovo monumento ai caduti, opera di Giuseppe Corica, è tuttora collocato davanti al Municipio. Per me una vera scoperta. Infatti, mi chiedevo come mai, a Maropati, non c’era traccia di un monumento ai Caduti. Perché la rimozione? Di chi era la scultura del fante? Grazie per questa bellissima foto. Interessante come una foto possa sviluppare un interesse storico-artistico oltre che di affetti familiari. L’averla postata è di interesse, non solo per la comunità maropatese, ma anche per gli studiosi di storia dell’arte e quelli di storia locale per recuperare una memoria che, fino ad ora, era nell’oblìo. Ancora grazie”.
La foto è degli anni Cinquanta e, visto che la foto è mia ed è vera, ho risposto all’amico Russo dicendo che la rimozione c’è stata, senza il “se”: La foto l’ho trovata tra le carte di mio papà, che era un bravo muratore che ha preso parte a tanti lavori importanti, e non era un tipo vanitoso. Posso arrivare a pensare che se mio padre ha fatto una foto in posa ai piedi del Monumento di Maropati, lui galatrese, un qualche legame ci doveva essere… ma, ormai non glielo posso più chiedergli nulla perché ormai è morto da diversi anni.
Qualche anno addietro ho dato la foto all’amico Arch. Ciccio Papasidero che, originario di Tritanti, stava facendo una ricerca proprio sul Monumento: sapeva che c’era ma non era a conoscenza del motivo per cui è stato tolto. Non ho avuto modo di approfondire a quali conclusioni è arrivato. Ho parlato anche con il prof. Umberto Di Stilo, memoria inesauribile di tutta la storia del nostro comprensorio, il quale mi ha detto che ha scritto lui l’articolo per la Gazzetta quando è stata modificata la piazza che ha determinato lo spostamento del Monumento, ma non trova l’articolo e ricorda poco sul periodo e sulle motivazioni della rimozione.
Nel silenzio che avvolge un fatto lontano negli anni, nella dimenticanza di un tempo che nessuno conosce più ma che andrebbe riscoperto, ogni Monumento meriterebbe di essere studiato perché appartiene alla storia di ognuno di noi, quella storia che ha portato all’Unità nazionale, con il sacrificio di quei nomi, che anche se oggi sono sbiaditi sulla pietra, non meritano per nessuna ragione di essere dimenticati.