DOMANI E’ UN ALTRO GIORNO… UGUALE A TUTTI GLI ALTRI!

Ho passato tante ore, in diversi periodi, a scorrere decine e decine di vecchie fotografie: gli avvenimenti di “ieri” si presentano già vecchi e lontani e talvolta, a distanza di pochi anni, sono da considerare ormai “immagini tramontate”. “Le istantanee sono ritratti funebri, tappe mortuarie della verità“, scriveva Leo Longanesi, perché uno stesso ricordo muta aspetto, nella nostra memoria, nel volgere di pochi anni: in altre parole noi diamo una diversa interpretazione di noi stessi. Soltanto le fotografie, le vecchie fotografie, ci inchiodano senza rimedio al nostro tempo. E’ inutile fantasticaree avvolgere i ricordi nel flou: l’obiettivo ci mostra come ci colse, e noi fatichiamo a riconoscerci, esse ci invecchiano, mentre noi accettiamo soltanto il ritratto in cui viviamo.

Non possiamo neanche provare a negare che ogni volta che ci troviamo ad affrontare una situazione nuova, ci coglie sempre una sorpresa nuova e, anche se ci porta qualcosa di nuovo, lo fa per consolarci per quello che abbiamo lasciato cadere nell’abisso del tempo. Siamo sempre portati a riflettere cosa ci riserverà il nostro futuro, e alle speranze e attese rimaste ancora inesaudite. Per chi scrive poi, sicuramente, il pensiero vola sulle cose che potranno ancora essere scritte, cosa vale la pena “guardare” delle tante cose che ci stanno attorno, consapevoli di essere percossi da una certa inquietudine che, di fatto, non cambia la sostanza dei giorni che ci aspettano, perché ogni giorno non è che una data come un’altra, che porta dei giorni come tutti gli altri. Al massimo riaffiora la nostalgia per le cose andate perché, per dirla col Salmista, sia che ce ne rendiamo conto o meno “Finiamo i nostri anni come un soffio. Gli anni della nostra vita sono settanta, ottanta per i più robusti, ma quasi tutti sono fatica, dolore; passano presto e noi ci dileguiamo“.

Scriveva Dostoevskij: “Nonostante tutte le perdite e le privazioni che ho subito, io amo ardentemente la vita, amo la vita per la vita e, davvero, è come se tuttora io mi accingessi in ogni istante a dar inizio alla mia vita e non riesco tuttora assolutamente a discernere se io mi stia avvicinando a terminare la mia vita o se sia appena sul punto di cominciarla: ecco il tratto fondamentale del mio carattere; ed anche, forse, della realtà”. Infatti, mentre i giorni scorrono, sempre uguali e con i problemi di sempre, con le solite piccinerie che avvelenano con tante inutili ripicche tanti rapporti, sia personali che sociali, se ci guardiamo intorno non possiamo non riconoscere che “ogni giorno è un giorno come tutti gli altri:  chi era povero è rimasto povero, i debiti non sono stati azzerati, i carcerati non sono stati liberati, i rancori sono rimasti, così come i conflitti e le invidie, la politica è sempre rimasta la stessa, la disoccupazione e la povertà avanzano e la disperazione pure”.

In modo crudo, forse per contrastare tanta prorompente stupidità che ci circonda, un anonimo editorialista, tempo addietro, ha svolto delle sagge e ponderate considerazioni: “Il tempo non si è mai fermato per contemplare se stesso, lo fece solo una volta, nel Golgota, ma per morire nello spavento di un respiro, dopo di che il tempo è scivolato nell’inesorabilità. Domani sarà solo il padrone di dopodomani, niente di più. Ci resterà l’obbligo eracliteo del tutto scorre, perché la storia, umana e misteriosa, nella quale siamo inseriti è come un respiro senza fine, non è una cosa da poco, se è vero, come è vero, che le forze che muovono la storia, sono le stesse che rendono felice il cuore dell’uomo…!”.

Per il resto aveva ragione “Via col vento”: domani è un altro giorno…

Potrebbero interessarti anche...

Commenta: