GIULIO ANDREOTTI

Il 6 maggio del 2013 è morto a Roma Giulio Andreotti.

Ho voluto scrivere, al momento della morte, che Andreotti non era  un santo, ma nemmeno l’untore di tutti i mali della nostra Nazione: neanche i più malpensanti hanno mai creduto che questa  “entità”  chiamata Andreotti, possa essere stato il Male (ed il capro espiatorio) di mezzo secolo  si  storia  di  mafia,  P2,  assassini  di  lusso,  trame internazionali,  stragi,  più qualche altro milione e  passa  di reati.  I processi a suo carico, alla fine hanno evidenziato che non si voleva solo processare Andreotti, bensì la “fu” Democrazia Cristiana. Ma se si voleva processare, e condannare, il brodo di coltura in cui ha prosperato la Dc e il suo Uomo  Ragno, allora  il  “processo”  non andava fatto  nelle  aule  giudiziarie, perché, a questo livello assume, soprattutto, i connotati del processo politico, storico. Non si può processare in tribunale un habitat ed una mentalità, di cui se Andreotti é stato il maestro, innumerevoli sono i  discepoli: “pur di restare al potere accordiamoci con tutti”. Ma questo, solo Pierpaolo Pasolini ha avuto il coraggio di dirlo!

E’ MORTO ANDREOTTI… IL “GRAND COMMIS” CHE HA FATTO L’ITALIA

E’ morto oggi, all’età di 94 anni, il senatore a vita Giulio Andreotti.

Considerato uno dei principali esponenti della Democrazia Cristiana e protagonista della vita politica italiana per l’intera seconda metà del XX secolo, Giulio Andreotti è nato a Roma il 14 gennaio 1919, si è laureato in giurisprudenza nel 1941 e si è specializzato in diritto canonico.

Inizialmente cominciò ad avviarsi al giornalismo, diventando presto professionista e fondando la rivista politica “Concretezze”. Andreotti si fece presto notare nella Fuci, la Federazione degli Universitari Cattolici Italiani di cui era assistente mons. Giovanni Battista Montini, futuro Papa Paolo VI. Quando Aldo Moro lasciò la presidenza della Fuci, Papa Pio XII scelse come nuovo presidente proprio Andreotti che, in quello stesso periodo si stava rendendo protagonista, con Alcide De Gasperi e Guido Gonella, della fondazione della Democrazia Cristiana.

Giulio Andreotti: l’immagine che i media hanno sempre dato di lui è quella di un “perfetto Cardinale di Curia da Chiesa del Settecento, tutto cipria, parrucca (e forca) senza speranza di Paradiso, né timore d’Inferno perché è in confidenza anche col Diavolo”.

Scriveva sempre Montanelli, più di dieci anni addietro: “Siamo sicuri che Andreotti è molto migliore della sua leggenda, che addita in lui il Grande Vecchio di tutte le più tenebrose e losche affaires dell’ultimo trentennio… Talvolta arrivo a sospettare ch’egli abbia volontariamente accettato questa parte di genio del male, per offrire a una pubblica opinione assetata di dietrologia un bersaglio su cui sfogarsi. In tempo di peste, una strega da bruciare è più preziosa di un vaccino”.

Certamente Andreotti non è stato un santo, ma nemmeno l’untore di tutti i mali di cui l’Italia è stata “affetta”. Per questo, penso che neanche i più malpensanti credano che questa entità chiamata “Andreotti”, possa essere stato il Male (e il capro espiatorio) di mezzo secolo si storia di mafia, P2, assassini di lusso, trame internazionali, stragi, più qualche altro milione e passa di reati.  Anche il processo, ha scritto qualche acuto giornalista, rischia di passare alla Storia come la caricatura della Prima Repubblica: non si può processare in tribunale un habitat e una mentalità, di cui se Andreotti è stato il maestro, innumerevoli sono stati i discepoli… “pur di restare al potere accordiamoci con tutti”.

E se ci addentriamo su questo binario, è la storia di oggi, maggio 2013, che ci dice che tutto concorre a farci, un giorno, perfino rimpiangere Andreotti!

In questo momento, non starò a discutere se Andreotti, in vita, con tutto il potere che ha “amministrato” sia stato realmente Belzebù o un Figlio di Maria… Né, tanto meno, del potere che ha amministrato e dei benefici che ha elargito ai suoi innumerevoli “clientes” (nelle ultime elezioni che ha affrontato da candidato, ha superato le 500.000 preferenze!). Voglio solo evidenziare come un uomo che ha “amministrato” tanto potere e che ha procurato tanti “benefici”, sia rimasto “solo” nel momento in cui la barca ha incominciato ad affondare… “Così va il mondo…”diceva il Manzoni e non sbagliava, perché, a ben vedere, al di là di tutte le vicende giudiziarie di cui è stato chiamato a rispondere, buona parte dei suoi censori sono stati gli “amici” di quando era al “potere”, che si vantavano della sua amicizia e lo “ammiravano” perché “era un gran figlio di mignotta”.

Su “Il Giornale” del 25 agosto 1999 don Gianni Baget-Bozzo scriveva “Ho sempre notato che Andreotti fu una figura singolare nella Dc, laterale alla grande contesa tra moderati e sinistra, tra fanfaniani e dorotei, tra demitiani e forlaniani, che domina la storia ideale della Dc. La contesa era posta in questa domanda: la Dc doveva governare a partire dal suo elettorato o situarsi, per avere l’egemonia politica, a sinistra del centro, quindi fuori dal suo elettorato? Bisaglia più che Forlani rappresenta la scelta moderata. De Mita ha svolto più chiaramente di tutti la tesi che la Dc doveva governare a sinistra del centro per fare della Dc il partito di governo in cui tutti si potessero riconoscere. Andreotti ha giocato ambedue le carte: si disse uomo di destra e fu il democristiano che ebbe migliori rapporti e fece le maggiori concessioni al Pci. Andreotti non fu un uomo del ‘partito cristiano’: si iscrisse direttamente al partito vaticano. E la politica estera e interna da lui praticata ne porta il segno. Andreotti si è definito un popolano romano: un popolano di Borgo Pio. Ed è per questo difficile comprenderlo e meno che mai giudicarlo nel contesto politico nazionale. Il Tevere per lui era divenuto strettissimo, un torrentello. Ciò indica un fatto, non un giudizio. Ci sono certamente dei vantaggi per la nazione italiana nell’avere ‘con la santa Chiesa mosso i piedi’: secondo il modo andreottiano. E anche per Andreotti: la sua storia è più lunga di quella della Dc. Ed è questo Andreotti che il Meeting applaude: infine chi sostenne Solidarnosc? Chi ha mantenuto una porta aperta verso il mondo arabo? E ciò infine ha nuociuto, o non piuttosto giovato, all’Italia? Sono problemi del personaggio Andreotti, il personaggio della storia democristiana più difficile per chi cerca di comprendere la Dc all’interno della storia del partito cristiano. Un enigma è stato anche per me, che ho con lui giovanili rapporti di stima e di affetto, ravvivati dalle ‘risposte senza domande’ di Palermo. La storia vera di Andreotti è un capitolo dei rapporti tra Stato e Chiesa e dei rapporti tra Chiesa e società internazionale. Grand commis, Andreotti: grand commis che ha fatto storia. E persino ha ottenuto, nei giorni della infamia, il sussulto dei puri di cuore”.

Ciao Giulio! Forse sarà vero quello che dicevano, forse no… a me non importa quali e quanti errori tu abbia fatto, una cosa è certa, chi ti ha tanto criticato, non ha saputo fare meglio di te,  né è stato più santo…”. Come credente innalzo al Signore la preghiera per la tua anima: “L’eterno riposo dona a te il Signore, e splenda su di te la luce perpetua, riposa in pace. Amen”

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