CRISI DI GOVERNO O MISTERO BUFFO?
Sulla crisi di governo e sulla sua ormai lunga agonia, in questi giorni, si è scritto di tutto, è inutile ripetere i tanti luoghi comuni che stampa e tv stanno propinando ormai da mesi: idiozie che non interessa tenere in conto più di tanto, ma che riaprono vecchi e irrisolvibili problemi. Questa considerazione l’ha ribadito nel passato, in più occasioni, Indro Montanelli, quando con la chiarezza che gli è sempre stata congeniale ha scritto e profetizzato: “Arrivati a questo punto, mi sembra giusto e doveroso invitare gli italiani ad assumersi le loro responsabilità chiamandoli ad una scelta di carattere esistenziale. Che non è quella, quasi del tutto irrilevante, fra centro-destra e centro-sinistra. Ma quella fra ordine democratico (anche se sostantivo e aggettivo vanno presi, nella versione italiana, con beneficio d’inventario) e caos. Chi non vuole il caos ha stavolta in mano l’arma per prevenirlo: che lo si faccia da destra o da sinistra, non ha nessuna importanza. Ma finché esistono delle forze che avranno la capacità e possibilità di condizionare e ricattare qualsiasi maggioranza, l’ordine democratico è destinato in Italia, a restare un capitolo del libro dei sogni…”.
Comunque, polemiche a parte, nessuno può negare l’evidenza che abbiamo tutti sotto gli occhi, cioè “come il nuovo sia già diventato vecchio”, ed in un’Italia con le ossa rotte, continua ad accadere di tutto, anche se tutto sembra da rifare. Rispetto ad alcuni anni fa, però, oggi sembra ci sia più indulgenza. Tutti sanno che nessuno è al di sopra di ogni sospetto… In tutto questo grande marasma, dove neanche gli addetti ai lavori ci capiscono più niente, dove i protagonisti non si sa con chi stanno “ballando”, dove gli uomini di destra tengono in piedi un governo di sinistra e gli uomini di sinistra, dal canto loro, cercano, per i loro comodi, di costringere la destra a non venir meno ai suoi doveri di custode dello Stato, in tutto questo casino, nessuna meraviglia se tra la gente si fa sempre più strada la domanda: ma in che mani siamo finiti?
Potranno migliorare le leggi ma non migliorerà la nostra vita se non cambierà lo sguardo verso la nostra realtà ed i suoi bisogni veri: non c’è governo che tenga per chi pensa solo ai suoi comodi, ignorando un popolo sempre più povero e allo sbando. Bisogna impegnarsi contro questo modo di concepire il “potere” (nella sua logica di “Palazzo” egregiamente descritta da Pasolini) e, proprio questa logica, è lo scoglio più duro e difficile da superare, ma non si può mollare, perché in gioco non ci sta solo un seggio al Parlamento, ma una lotta contro un devastante imbarbarimento sociale cui, inermi e disarmati, giornalmente assistiamo. E’ un problema di “resistenza culturale e politica” contro lo scempio che si sta perpetrando nella normale convivenza civile del nostro Paese.
A questo punto bisogna domandarsi “quanti sono disposti ad accettare questa sfida?”, perché al di fuori di questa lotta, c’è poco da aggiungere, se non la considerazione che è nel cuore di tanti italiani in questo periodo, cioè che in momenti come questo “innanzitutto è necessario chiedere alla politica ed ai suoi protagonisti, il pudore“, per evitare che la vergogna che rischia di sovrastarci tutti, si riveli un inutile ed incomprensibile “mistero buffo“.