CHI ERA L’ABATE MARTINO, QUESTO STRANO PRETE GALATRESE DELL’OTTOCENTO?

La Storia non torna indietro, quindi bisogna dire che l’Unità d’Italia si presenta come un dato innegabile e irrinunciabile, e dare ragione a coloro che, soprattutto negli ultimi anni, hanno proposto una serie di interpretazioni più articolate sul Risorgimento e sull’Unità d’Italia, aiutando a comprendere come questi fenomeni storici, sono stati caratterizzati da luci ed ombre.

Sulle luci si è detto e stradetto… sulle ombre, siamo arrivati al punto che non possono essere più negate. E l’Abate Antonio Martino (del quale orgogliosamente mi piace dire “il galatrese abate Martino”) fin dal sorgere dell’Unità d’Italia ha, con acume e intelligenza, messo in risalto le brutte ombre che da quella “operazione politica” venivano fuori.

Infatti, non si può negare che ci fu nel Risorgimento una tendenza che, in più di un caso, ha avuto la fisionomia di una vera e propria violenza, soprattutto nei confronti dei popoli del Meridione d’Italia: non si possono certamente negare episodi di stragi, atteggiamenti tesi a impedire che le realtà del Mezzogiorno d’Italia potessero avere, in qualche modo, un ruolo da protagonisti, arrivando a discriminazioni anche feroci nei confronti delle diverse minoranze.

In questo contesto va inquadrata la figura e l’opera dell’abate Antonio Martino noto, non solo in Calabria, per i suoi componimenti poetici, talvolta contraddittori, contro il Re ed i politici del suo tempo.

Ho provato, negli anni passati, a chiedermi “Chi era l’Abate Antonio Martino?”, e perché sulla figura di questo “strano” prete è stato scritto tanto. Anche io ho scritto diversi articoli che ho raccolto in un mio personale, e ancora inedito, volume composto da 11 capitoli che, per ora, pubblicherò su questa mia pagina web: articoli che mi hanno fatto toccare con mano l’apprezzamento e, soprattutto, la sorpresa con la quale sono state accolte le notizie sull’opera del Martino, in particolar modo nei punti dove ho cercato di mettere in risalto l’impegno del Martino, attraverso i suoi scritti, nella politica del suo tempo, dimostrandosi liberale convinto, meridionalista concreto e “profeta” di quello che sarebbe stato il futuro della nostra Italia.

Sono convinto che gli amici, non solo galatresi, che seguono quanto pubblico sulla mia pagina web, gusteranno i versi dell’abate Martino, nella loro violenza satirica e nella spregiudicatezza del linguaggio, e avranno modo di conoscere più a fondo, attraverso un giudizio su tanti episodi recenti, un periodo della nostra storia tormentato e umiliante che ci presenta gli scritti dell’abate Martino sempre più attuali e profetici.

Se, man mano che pubblicherò gli articoli che compongono il libro, qualcuno vuole intervenire con le sue considerazioni su quello che ho scritto, ogni contributo a riguardo sarà ben accolto, e già da ora ringrazio chi vorrà farlo.

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