OGGI LA PRESENTAZIONE DEL LIBRO DI GIOVANNI QUARANTA SU “LA CHIESA ABBAZIALE DEI SANTI QUARANTA MARTIRI DI ANOIA”

Oggi 27 ottobre alle ore 16.00 a Maropati, presso la sede della Biblioteca “Associazione L’Alba” si svolgerà la presentazione del libro di Giovanni Quaranta “La Chiesa Abbaziale dei Santi Quaranta Martiri di Anoia”: mi sento molto onorato del fatto che gli organizzatori per introdurre e moderare l’incontro, hanno pensato a me.

Giovanni Quaranta si interessa da anni di ricerca archivistica, attività che svolge con passione e costanza frequentando gli archivi pubblici ed ecclesiastici della nostra Calabria. E’ presidente dell’Associazione culturale “L’Alba” di Maropati, nell’ambito della quale cura la rivista online “L’alba della Piana”, periodico che si occupa di storia, cultura, tradizioni e arte dei paesi pianigiani e si interessa anche di araldica civica, collaborando anche con le riviste “Calabria Sconosciuta” e “Rogerius”. E’ anche socio aderente alla Deputazione di Storia Patria per la Calabria, e ha scritto moltissimi articoli e monografie a carattere storico.

Nel libro “La Chiesa Abbaziale dei Santi Quaranta Martiri di Anoia”, l’autore ci mostra con pochi tratti in uno sviluppo narrativo lineare e semplice, ma denso di significato storico e sociale, un amore per la storia della propria terra, facendo emergere un mondo sconosciuto della storia di Anoia, che non sarebbe emerso se non per merito di un attaccamento alla storia, alle tradizioni e alla cultura del popolo nel quale si vive, nella convinzione di non fare morire le nostre radici culturali perché sono proprio queste che ci fanno vivere con una identità ben precisa.

Grande merito va riconosciuto a Giovanni Quaranta per la sua fatica a promuovere, per conservare e trasmettere, la conoscenza della storia cristiana che ha delineato le nostre tradizioni, nella consapevolezza che le radici della nostra civiltà, e della nostra umanità  sono largamente segnate dalla fede, e questo vuol dire per i nostri paesi, avere la capacità di promuovere una cultura compiutamente umana, diversa da quella che gran parte dei nostri mezzi di informazione più in voga oggi diffondono, una cultura che sia capace di riportare, e riconciliare, la nostra terra con le sue radici più autentiche.

Non penso che poteva essere affidata ad uno studioso migliore di Giovanni Mobilia la presentazione del libro, perché insieme all’autore stanno condividendo un importante tratto di cammino, che li vede insieme in una ricerca del filo conduttore che lega il nostro passato al presente. Nella presentazione del libro Giovanni Mobilia scrive: “L’autore è riuscito a far rivivere una realtà sconosciuta, aggiungendo nuovi spunti di investigazione sui fattori che portarono alla fondazione dell’antico convento, con particolare attenzione al culto, quasi sconosciuto ai più, verso i Santi Quaranta Martiri di Sebaste… l’Abbazia di Anoia diventa probabilmente il fulcro originale o addirittura della nascita dell’originario abitato di Anoia. E’ questa un’ipotesi affascinante, da non trascurare, che invita ad ulteriori ricerche, soprattutto archeologiche, finalizzate ad individuare i resti dell’abbazia distrutta dal terremoto del 1783… Il libro di Giovanni Quaranta non è quindi destinato solo agli estimatori di storia locale, non è relegato esclusivamente al territorio di Anoia e di quelli che furono i suoi Casali, ma si proietta ben oltre, intercalando il lettore nelle varie epoche della storia e facendoli magicamente rivivere il passato a fianco degli uomini che hanno fatto o disfatto la storia”.

Ciò che dobbiamo fare crescere in ciascuno di noi, attraverso le ricerche sulla nostra storia come questa di Giovanni Quaranta, sono le nostre radici culturali e sociali: il compito di illustrare il libro e la sua importanza per il nostro ambiente, nel convegno di stasera, è stato affidato ad uno studioso di tutto rispetto come don Letterio Festa, Direttore dell’Archivio Storico della Diocesi di Oppido-Palmi e della Deputazione di Storia Patria per la Calabria. A don Letterio il compito di esporre come i segni della cultura cristiana che, anche se nascosti o sconosciuti, si trovano nella nostra terra, vanno collegati all’interno di un grande studio unitario capace di trasmette la nostra cultura, e ricomprendere ogni scoperta per riappropriarci del suo significato promuovendo la conoscenza della nostra storia, nella consapevolezza che le radici della nostra civiltà, e della nostra umanità, sono segnate dalle fede che, nel corso dei secoli, la nostra gente ha testimoniato e tramandato.

Potrebbero interessarti anche...

Commenta: