OGGI PAOLO VI E’ STATO PROCLAMATO SANTO

Oggi la Chiesa ha elevato agli onori degli altari un grandissimo uomo di Dio, Papa Paolo VI, pietra di inciampo per i “contestatori e modernizzatori della Chiesa”. Denunciò l’entrata del “fumo di satana” all’interno della Chiesa e per il suo attaccamento alla dottrina della Chiesa, è stato contestato per quello che oggi sarebbe stato deriso…

Giovanni Battista Montini venne eletto Papa il 21 giugno 1963. Nella tarda mattinata di quel primo giorno d’estate piazza San Pietro era invasa dal sole quando nell’azzurro del cielo si levò la fumata bianca. L’eletto, primo dei cardinali di Giovanni XXIII, era atteso ma non scontato. Sorprese invece il nome scelto: quello dell’ultimo degli apostoli, che più di tutti predicò il Vangelo. E questo fu il centro della vita di Montini, da lui stesso avvertita come “una linea spezzata”, ma con l’assillo costante di essere testimone di Cristo nel mondo moderno.

Il 6 agosto 1978, alle ore 21.40, muore nella residenza estiva dei papi a Castel Gandolfo.

Proprio nell’estate del 1992, quando ribalzò sulla stampa la notizia dell’avvio della causa di beatificazione di Paolo VI, ho scritto questo articolo: oggi più attuale di allora!

Nei giorni scorsi, quando il Cardinale Ruini ha dato la notizia dell’avvio della causa di beatificazione di papa Paolo VI, si è avuto un certo trambusto nella sala stampa vaticana. Bisogna dire che la prima richiesta di beatificazione venne dai vescovi argentini nell’ottobre del 1988:”E’ stato il testimone più coraggioso della fede: il dolore offerto a Cristo per la Chiesa è al cuore del suo pontificato”: queste le parole di un anziano cardinale argentino. Ma, proprio in questi giorni in cui tanti giornalisti ricordano il Papa che si è “inginocchiato” di fronte agli uomini delle Brigate Rosse, implorante per la vita di Aldo Moro, mi piace ritornare indietro per vedere cosa si scriveva dalle colonne di tanti “prestigiosi” giornali, cosa dicevano questi di Paolo VI quando era ancora in vita e, più in generale, quale era il clima culturale che circondava il Pontefice ed i giudizi più ricorrenti sulla sua persona e sul suo insegnamento?

Lasciamo pure da parte le accuse più volgari… lasciamo da parte l’intolleranza beffarda presente soprattutto nelle scuole… lasciamo da parte gli slogan violenti che si urlavano contro la sua persona (quando Paolo VI ribadì l’esistenza del diavolo, nelle manifestazioni si gridava: “Satana Lucifero Belzebù, Paolo sesto il diavolo sei tu”)…

Simili attacchi si sono ripetuti per tutto il pontificato…anche se qualcuno a giustificazione di questo, oggi, dice che “allora la musica era diversa…”. L’Espresso nel maggio del 1976 titolava: “A Roma la dc ha un bel capolista: Montini”. E di seguito: “Paolo VI non s’era mai spinto tanto in là. E’ diventato una specie di democristiano di complemento. E ha fatto tutto da solo…”.

Ma, al di là di questi volgari attacchi, fu la divisione della Chiesa una delle prove più dolorose per Paolo VI. La stessa lealtà umana che aveva condotto Paolo VI a valorizzare le novità culturali per tentare di rincorrere un mondo che si allontanava sempre più dal cristianesimo lo porterà a riconoscere che la distruzione mondana aveva ormai invaso la stessa Chiesa.

In uno dei suoi ultimi incontri con lo scrittore francese Jean Guitton, ha tristemente modo di confidare: “C’è un grande turbamento in questo momento nel mondo e nella Chiesa, e ciò che è in questione è la fede. Capita ora che mi ripeta la frase oscura di Gesù nel Vangelo di san Luca: ‘Quando il Figlio dell’uomo ritornerà, troverà ancora la fede sulla terra?’. Capita che escano dei libri in cui la fede è in ritirata su punti importanti, che gli episcopati tacciano, che non si trovino strani questi libri. Questo, secondo me, è strano. Rileggo talvolta il Vangelo della fine dei tempi e constato che in questo momento emergono alcuni segni di questa fine. Siamo prossimi alla fine? Questo non lo sapremo mai. Occorre tenersi sempre pronti, ma tutto può durare ancora a lungo. Ciò che mi colpisce, quando considero il mondo cattolico, è che all’interno del cattolicesimo sembra talvolta predominare un pensiero di tipo non-cattolico, e può avvenire che questo pensiero non cattolico all’interno del cattolicesimo diventi domani il più forte. Ma esso non rappresenterà mai il pensiero della Chiesa. Bisogna che sussista un piccolo gregge, per quanto piccolo esso sia”.

Terribile considerazione… questa dovrebbe essere la preoccupazione di tante realtà che si vogliono presentare con i connotati della ecclesialità… altro che riconoscimento sui “valori comuni”. Ma, al di là dell’eco giornalistica, il vero interesse per questa causa di beatificazione nasce dal sincero impeto missionario di Paolo VI, dalla pura e semplice centralità della fede, che tra mille incomprensioni e sofferenze, fino a poco prima di morire, gli faceva ripetere: “Sono stanco, stanco e vecchio, ma sono Pietro!”… E, per noi credenti, c’è la promessa che su questa “Pietra” le porte degli inferi non prevarranno…!

 

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