PER IL 30° ANNIVERSARIO DI ORDINAZIONE SACERDOTALE DI DON NATALE IOCULANO

Carissimo don Natale,

oggi ricorre il 30° anniversario della tua ordinazione sacerdotale e nei mesi scorsi hai detto chiaramente che, coerentemente con il modo in cui hai sempre vissuto il tuo essere sacerdote, per il tuo compleanno non gradisci nessuna festa, perché da quando sei prete preferisci festeggiare l’anniversario della tua Ordinazione sacerdotale piuttosto che il tuo compleanno… quindi stasera, dopo la messa, faremo festa per questa importante e significativa ricorrenza.

Ho scritto più volte che auguri insistenti ed occasionali quasi danno fastidio, spesso hanno il sapore di una convenienza o di una attenzione improvvisa e superficiale. Ci sono, però, fra i tanti, gli auguri più silenziosi e più veri, da parte di quelle persone che dal tuo ministero sacerdotale hanno avuto assistenza, conforto e significato alla loro esistenza. Auguri silenziosi e nascosti, magari solo pensati e formulati per te, nel profondo del cuore, come una preghiera umile e semplice, perché la vita che si è aperta con il tuo sacerdozio sia sempre benedetta e coraggiosa, saggia e forte, capace di amare l’umanità che nel ministero del sacerdozio ti è stata affidata, in una sofferta quanto entusiasmante avventura.

Non volermene se tra questi ultimi mi ci metto anch’io, perché tale vuole essere il mio augurio: che tu possa sempre essere un Apostolo…  perché Gesù Cristo ai ministri dei culti esterni ha preferito gli Apostoli come sacramento di salvezza per tutti gli uomini. E nelle comunità ecclesiali che ti sono state affidate nel corso del tuo sacerdozio, tu da Apostolo hai sempre e comunque testimoniato Cristo, sia con i gesti, che con le parole e gli scritti.

E’ sotto gli occhi di tutti che stai facendo il parroco con un cuore spalancato verso tutti i galatresi, con un atteggiamento ben chiaro nella proposta, deciso nei gesti, ma soprattutto accogliente, rendendo una viva testimonianza che il sacerdote è soprattutto “missione” e la fede non è pura intenzione, ma deve tradursi in azione, il compito non si può trasformare in ruolo e la proposta in strategia; infatti, in te abbiamo avuto ben chiaro che un sacerdote è valido non se è migliore degli altri, se predica bene, se ha idee pastorali efficienti. No: un prete deve parlare dell’attualità della Resurrezione e della familiarità con Dio e non è chiamato ad opprimere i parrocchiani con ideali impossibili o inutili rimproveri; ciò che il popolo di Dio che ti è stato affidato vuole da te è l’annuncio del compimento di ciò che gli dici con la possibilità di accedervi e di inserirsi realmente nell’umanità di Gesù Cristo.

Sotto questo aspetto dobbiamo elevare un ringraziamento al Signore, per averti condotto in mezzo a noi come sapiente guida per la nostra comunità, per la dedizione entusiasta, unica e appassionata che traspare dalla tua persona che non si risparmia in niente, perché a tutti possa giungere “solo e semplicemente” l’annuncio del Vangelo del Signore Gesù e della gioia di vivere che ne consegue.

“Solo e semplicemente” nel Signore: in queste poche parole possiamo racchiudere il motto nel quale è racchiusa la grande testimonianza evangelica che stai dando alla nostra comunità, sin dal primo giorno che sei stato assegnato a guidare la Chiesa di Galatro: cioè che il prete non è un professionista della pastorale o dell’evangelizzazione, che arriva e fa ciò che deve – magari bene, ma come fosse un mestiere – e poi se ne va a vivere una vita separata. Si diventa preti per stare in mezzo alla gente. Il bene che i preti possono fare nasce soprattutto dalla loro vicinanza e dal tenero amore per le persone… non sono filantropi o funzionari, ma padri e fratelli.

Caro don Natale, sembrano frasi usuali per il credente ringraziare Dio per il dono della fede e, soprattutto, per il dono della fede nel sacerdozio. Nella testimonianza che tu ci stai offrendo del tuo apostolato con la consacrazione della tua persona all’opera di Dio per la salvezza del mondo, tutte le persone che hai incontrato nel corso degli anni non possono non essere rimasti stupiti e affascinati, accompagnandoti ogni giorno con la loro preghiera e con il loro affetto nel tuo cammino missionario.

Hai detto a tutti noi che non vuoi regali per questo anniversario, vuoi solo la presenza di tutti alla Messa di ringraziamento per i 30 anni di sacerdozio che celebrerai stasera alle 19.00 nella Chiesa di san Nicola.

Penso, e mi auguro, che stasera la Chiesa di Galatro sarà tutta intorno al suo Pastore.

Un grande fraterno abbraccio, Michele Scozzarra

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