RIFONDAZIONE COMUNISTA: UN SOGNO CHE MERITA RISPETTO
“Le rivoluzioni di ieri: lezioni per oggi”, è questo il tema di un Convegno che si terrà oggi a Taurianova, organizzato dal “Partito della Rifondazione Comunista del Circolo Area della Piana di Gioia Tauro”.
Oggi i tempi sono cambiati, l’impegno per i grandi ideali viene sempre più percepito come un’eco che viene da lontano e si sta spegnendo piano piano: però intuisco qualcosa di strano, e se vado indietro con la memoria a “rivedere” i volti delle persone (soprattutto conoscenti e amici!) che davano il loro tempo per un ideale nel quale credevano ciecamente, non posso non spezzare qualche lancia a loro favore! E, guarda caso, faccio questo proprio io che sono sempre stato catalogato tra gli esponenti più “estremisti dell’integralismo cattolico“!
Di fronte a questi raduni, con le bandiere rosse e la falce e martello, che ancora si ha modo di vedere in qualche, rara e seria manifestazione, viene da pensare che si tratti di gente coerente che ha il coraggio e la dignità di non mollare…
Perché negare che questi ultimi “mohicani” mi riescono anche simpatici! E non m’imbarcherò certamente a dare lezioni di tolleranza, perché non credo assolutamente che i ragazzi (e non ragazzi!) neocomunisti di oggi siano degli apologeti dei crimini staliniani o dei nostalgici della tirannia: possono apparire dei disinformati, dei sognatori, possono anche sbagliare ma in buona fede e per motivi puliti e degni e possono anche sembrare degli illusi che credono di poter scandalizzare e quindi scuotere il torpore delle borghesie occidentali con la loro scelta. Ma non facciamo il gioco dei politicanti o degli intellettualastri che, dopo aver costruito le loro comode carriere a cavalcioni del comunismo (quello vero, quello che imprigionava ed ammazzava la gente), ora vorrebbero rifarsi una verginità additando al pubblico lubridio quanti, puliti ed in buona fede, osano ancora inalberare la bandiera rossa: per questi ragazzi, per questi pensionati, quella bandiera continua ad essere ancora, nonostante tutto, un segno di riscatto dei più deboli, non un orpello della tirannia.
Ho riportato tempo addietro, nel centenario della nascita di Guareschi, un commento di Michele Serra che, in questo momento, sento in piena sintonia con quanto sto scrivendo, e mi piace riprendere: “Quanto alla mia primitiva simpatia per Peppone, posso confermare la piena corresponsabilità di Guareschi. Il vero pericolo, per Guareschi, non era e non poteva essere interno al “mondo piccolo”. Era fuori di esso. Se è indiscutibile che il vero buono è don Camillo, il vero cattivo non è Peppone. Sono gli uomini che arrivano dalla città a scompaginare i ritmi e i valori della campagna, della famiglia patriarcale, del tempo circolare, eterno e ripetitivo, che regola le stagioni e fa crescere, insieme al grano, anche i pali di gaggia da calarsi sul groppone. Il populista Guareschi si servì dell’ideologia di Peppone per sbugiardarla, ma contava molto su Peppone. Per il solo fatto di essere un uomo della Bassa, il compagno sindaco Bottazzi non poteva davvero tradire l’ethos ed i suoi valori antichi…”.
Oggi bisogna avere il coraggio di dire che la confusione di lingue e di idee regna sovrana. Leggevo l’altra sera un commento che, tra il serio ed il faceto, ha descritto in maniera ineccepibile la situazione attuale: “Una volta c’era San Michele e Satanasso, il cattolico e l’eretico. Adesso, invece, è diventato liberale anche lo Smilzo. L’altro giorno mi ha detto che sono rimasto indietro perché ormai ci son pastori d’anime “in comunione di fede” con i mussulmani, pastori per cui il Corano è un libro sacro disceso dal Cielo. Oh, buon Gesù, forse son proprio rimasto indietro… qui, però, non si tratta di accoglienza del fratello, ma di confusione su tutta la linea. Lo Smilzo però insiste, dicendomi che questa non è confusione, ma semplice espressione dell’ala “progressista” della Chiesa Cattolica, i “tradizionalisti”, invece, sono aspramente contrari, insomma, tutto ciò rientra nella “pluriformità” che caratterizza la Chiesa di oggi. Ho detto allo Smilzo che stavo meglio quando, invece, della “pluriformità” il cattolico era solo cattolico. E quando Santa Madre Chiesa avvertiva i suoi figli sui pericoli dell’anima. Signore, ma non sarà che siamo diventati tutti liberali? A volte sento la mancanza di Peppone”.
Ed io, per ritornare ai comunisti odierni, guardando a don Camillo e Peppone, da “cattolico integralista”, non me la sento di disprezzare il loro sogno: proprio perché è vinto e disperato, ma ha la dignità di non arrendersi, una dignità che chi è salito precipitosamente sul carro del vincitore dovrebbe invidiare e ammirare… perché a vedere certi inciuci di oggi penso che oggi chi portava al petto, con orgoglio e buona fede, il distintivo con la bandiera rossa… si stia rigirando nella tomba!
COMMENTI ALL’ARTICOLO
Michele Scozzarra L’iniziativa di oggi, spunto di riflessione per un intellettuale cattolico non comunista. Sicuramente diverse le vedute, ma in comune una constatazione di fatto: qualsiasi fede, quando portata avanti con genuinità, merita rispetto (che non vuol dire renderla il pastone di una modernità confusa, io direi come l’unità della sinistra). Il comunismo, come qualsiasi altra ideologia, può essere praticato, seriamente e puramente, solo dal basso, fra la gente comune che soffre i comuni problemi quotidiani, praticarlo dall’alto rischia di manifestarsi in modi difformi da quel che deve essere. Per questo, nonostante l’autore di questo articolo ha delle vedute diverse dalle mie e dai miei compagni, il pezzo sotto proposto è stato letto da me con piacere e interesse, come con piacere e interesse leggerò altri scritti del genere. (Gaetano Errigo)
Carlo Boccola Michele, vallo a dire a coloro che son stati rinchiusi e morti nei gulag sovietici. Valli a dire a quei milioni di persone perseguitati e uccisi dal regime comunista, vallo a dire a quei popoli oppressi dai carri armati e dalla polizia sovietica comunista, vallo a dire a quei perseguitati dal kbc…rispetto? Solo per coloro che anno subito questa feroce ideologia comunista.
Gaetano Errigo Ho iniziato il mio intervento parlando di questo pezzo e riproponendo la mia riflessione (e da qui per collegarmi ad altre cose). I presenti hanno apprezzato, pur nella diversità delle posizioni, hanno ascoltato quanto dicevo sul pezzo con interesse e piacere. Io personalmente sono stato felice di leggere queste righe, e lo sono stato altrettanto nel diffonderle, per come potuto.
Michele Scozzarra Grazie… ho scritto senza fronzoli e frasi fatte ma cercando di essere franco verso una realtà che, anche se da me non sempre condivisa, non si può negare che nella sua essenza ha coinvolto e fatto sognare tanta brava gente desiderosa di realizzare e poter impegnare le proprie energie personali per un mondo più giusto. .. a questo livello Peppone e don Camillo sono seduti allo stesso tavolo davanti ad una buona bottiglia di lambrusco… una buona serata a te e… grazie!
Gaetano Errigo E allora ringrazio e faccio un brindisi! ?
Carlo Boccola Quanta confusione tra sogno e realtà, a volte si ci convince che il male, in fondo, se si prende a piccole dose non avvelena il cervello ma può fare anche il bene. Sono basito per tanta superficialità nel riconoscere, che l’ideologia comunista , come quella nazista, e altre simili, sono da bandire in questo mondo. Senza se e senza ma. Ma la storia non vi dice nulla?
Gaetano Errigo Sarò pure di parte, ma conosco la storia e mi sembra che paragonare comunismo e nazismo sia solo una forzatura messa in giro strumentalmente. 1) distinguere tra ideologia e qualche leader che ha approfittato del potere. 2) il riferimento sarà sicuramente a qualche eccesso in urss, che i comunisti in italia hanno sempre condannati, ma guai a dire che in Russia c’erano solo assassini, sarebbe poco veritiero e molto strumentale, perché c’è stato tanto altro che strumentalmente non viene detto e, alla fine, il confronto tra comunismo e nazismo, sia sul piano ideologico che pratici, non regge
Carlo Boccola Scusami, ma leggerti è veramente una pena, come si può mistificare la storia del comunismo che ha causato morti, galere, gulag, repressioni violenze sui suoi stessi cittadini, e vantarsene mistificando la realtà dei fatti? Vergogna.
Gaetano Errigo Non sto negando ciò e lo condanno come ha sempre fatto il movimento comunista in Italia. Dico solo che bisogna distinguere tra ideologia e gli errori di alcune persone e che pertanto non si può paragonare comunismo e nazismo. Altrimenti, da cattolico, io sono credente, dovrei paragonare anche le crociate e la caccia alle streghe al nazismo, ma non lo faccio perché il cattolicesimo non è questo. O forse sei tu a fare pena, giocando a fare il buon cristiano emettendo sentenze e di condanna e di odio su pregiudizi nati da ignoranza. E allora, io che sono cattolico, devoto a Gesù Cristo profeta dell’amore, perdono te che fingi d’essere cattolico servendo l’odio più becero.
Carlo Boccola Devi sintonizzarti sei fuori stazione secondo il mio modesto parere, per quello che conta.
Gaetano Errigo Secondo me lo sei fuori tu, infatti non hai saputo contestarmi nulla
Gaetano Errigo Il comunismo, quello vero, quello ideale, è quello che ha contribuito m, in Italia, alla conquista dei diritti dei lavoratori di cui tu e la tua generazione avete goduto e di cui la nostra generazione non godrà
Michele Scozzarra Caro Carlo, ti devo confessare una cosa “orribile”… per scrivere l’articolo oggetto dei tuoi commenti, ho preso spunto da alcuni servizi che i ragazzacci de “il Sabato” hanno scritto agli inizi degli anni ’90… oggi il “sabato” è “sbugiardato” su tutti i fronti, proprio da chi ha esultato per i suoi servizi… oggi ai rompipalle si preferiscono le persone educate al political correct… un esempio per tutti… Lutero. Allora è stato proprio sulle colonne de “Il sabato” che si è sostenuto che “di fronte ai banchetti con le bandiere rosse e le falci e martello che abbiamo visto in qualche festa estiva, ci viene da pensare che si tratta di gente coerente che ha il coraggio di sbagliare e la dignità di non mollare; lasciamo perdere Pol Pot, le stragi staliniane, le infamie del Kgb e anche alle spranghe e ai “processi popolari” di quegli “anni di piombo” che qualcuno si ostina a definire formidabili e che invece non lo furono affatto”. Come ho scritto sopra non facciamo il gioco dei politicanti o degli intellettualastri che, dopo aver costruito le loro comode carriere a cavalcioni del comunismo (quello vero, quello che imprigionava ed ammazzava la gente), ora vorrebbero rifarsi una verginità additando al pubblico lubridio quanti, puliti ed in buona fede, osano ancora inalberare la bandiera rossa. Uno dei primi libri che ho letto è stato Arcipelago Gulag, poi Memorie di Mitzenty, il samisdaz… ecc. Però oggi mi viene in mente che durante il fascismo, per evitare di affrontare i grossi nodi che c’erano al pettine della nostra Italia, la stampa parlava di politica estera… Oggi per salvare il culo, almeno come immagine, a chi è salito precipitosamente sul carro del vincitore … cattolici, comunisti, liberali, ecc. ecc. ecc., si cerca di disprezzare una dignità che invece si dovrebbe ammirare… ultimi dei mohicani quelli di rifondazione… alla stessa stregua dei “rozzi” che ancora continuano a sognare le battaglie de “Il Sabato”… Ciao Carlo, un abbraccio e spero, vista anche la tua età, che non hai dimenticato “il Sabato”… grande respiro, grande libertà verso tutti, che oggi si cerca di soffocare… ma non sarà mai possibile …