NEL PRIMO ANNIVERSARIO DELLA MORTE DI MIA MAMMA

Mi succede ancora oggi, nel rientrare a Galatro, di pensare che devo passare da casa di mia mamma, per vedere come sta e se ha bisogno di qualcosa, e solo quando arrivo davanti la sua casa, in una frazione di secondo la memoria si riaffaccia e mi rendo conto che lei non c’è più, è morta da un anno: è morta il 21 dicembre dell’anno scorso, e oggi ricorre il primo anniversario della morte. Dopo la morte di un genitore, lo si voglia ammettere o meno, la vita cambia molto perché nel profondo del nostro essere, anche dell’uomo più “insensibile”, continua a vivere quel bambino che sa che può sempre contare sulla propria mamma e sul proprio papà, e quando se ne vanno, con loro scompare un universo intero: un mondo fatto di parole, di carezze, di gesti. Persino di quei consigli ripetuti cento volte che ogni tanto stancavano e ci facevano sorridere o scuotere la testa… e ora se ne sente la mancanza in modo inverosimile.

Mia mamma è morta il 21 dicembre dell’anno scorso, e oggi ne ricorre il primo anniversario. E’ già passato un anno, forse è più esatto dire è già “volato” un anno. Quando è morta ho scritto che “subito dopo il funerale, tornando a casa, la prima cosa che ho pensato è stata: “Dov’è ora?”. Che strano non avere più la rassicurante certezza di saperla a casa; che strano realizzare che quando andrò in quella casa non sentirò più la sua voce e il dovermi chiedere, invece, per la prima volta nella vita: “dov’è?”. Già dov’è? Sicuramente è accanto a mio padre che già da più di 13 anni, da lassù, veglia su di me, su mio fratello e sulle nostre famiglie. Dov’è? Se lo sono chiesti anche moltissimi amici che ci hanno fatto visita in questi giorni, che si sono commossi a raccontare avvenimenti passati, riconoscendo che solo chi ha incontrato un destino buono ha speranza umanamente feconda, oltre che realista”.

Già, ora lei non c’è più, so bene che è lassù accanto a mio padre e, insieme, vegliano su di me e mio fratello e le nostre famiglie, mentre nella sua casa è rimasto in bella evidenza il suo ritratto, vicino a quello di mio padre, e anche se il tempo sta correndo velocemente e io entro in casa quasi ogni giorno, non sono mai riuscito a passare con indifferenza davanti ai loro volti. Anche coloro che non credono a niente, davanti alla morte, in certi momenti percepiscono una vicinanza con i propri cari che non ci sono più, tanto da sentire la voglia di dire: “Ciao come stai, dove ti trovi adesso…?”. Soprattutto in certe ricorrenze che in famiglia erano sentite particolarmente, oppure come quella di oggi, quando anche con un piccolo alito di vento, percepito all’entrata del cimitero, si sente la dolcezza di una impercettibile, quanto desiderata, carezza.

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