NELLE OPERE DI ALDO CORDIANO IL SUGGESTIVO FASCINO DELL’ARTE

foto-aldo-quadro-papa-004Nello scrivere dell’artista galatrese Aldo Cordiano, emerge anche una bella pagina di storia “nostra”, tutta galatrese, sconosciuta a tanti e legata alla Parrocchia, a don Agostino, ad una affascinante pagina di storia della Chiesa di Galatro.

Nel giugno del 1991 sul giornale Proposte ho pubblicato l’articolo “I colori di Aldo Cordiano”; ripreso a novembre del 2007 su Galatro Terme News, dove nel febbraio del 2009 con il servizio “Il Gruppo: una voce della nostra comunità”, ho raccontando dell’arrivo a Galatro di don Agostino Giovinazzo, e della pubblicazione del giornale “il Gruppo”. Tutte le copertine di ogni numero del giornale, erano dei bellissimi disegni di Aldo Cordiano che si presentavano come una grande testimonianza della sua raffinatezza, della sua sensibilità, del suo attento sguardo sulla nostra realtà… in altre parole, della sua “arte”.

E’ intervenuto, allora, con un bellissimo articolo sulle copertine del “Gruppo”, realizzate da Aldo, il caro e compianto prof. Raffaele Sergio, evidenziando già 40 anni addietro che in quei disegni si trovava davanti ad “un caso da non sottovalutare”.

foto-aldo-quadro-papa-010A corredo di questo mio ampio servizio su Aldo Cordiano inserisco un suo “autoritratto”, realizzato negli anni ’70, insieme al recupero di un lavoro del Signor Bruno Cordiano, papà di Aldo e autore di numerose opere d’arte: un abbozzo di veduta del quartiere Montebello di Galatro, con un intervento di recupero fatto da Aldo che ha inserito degli elementi di colore su una opera realizzata dal padre in bianco e nero. Buona lettura.

 

I COLORI DI ALDO CORDIANO

fondaleRicordo ancora la stanza che, negli anni Settanta, fungeva da Studio al giovane pittore Aldo Cordiano: allora mi capitava spesso di sedere sulle sedie sporche di colore, che facevano da cornice alle decine di tele sparse un pò ovunque nella stanza-laboratorio, per assistere, in un incanto misterioso, al suo lavoro, alla grande magia che si percepiva nell’assistere, in diretta, alla sua espressione artistica che è stata sempre la sua grande passione: la pittura.

Aldo Cordiano è nato a Galatro nel 1956, è sposato ed è padre di due figli, prima di lavorare come impiegato presso il Comune di Galatro, ha conseguito il diploma al Liceo Artistico “Mattia Preti” di Reggio Calabria, dove è stato allievo di Luca Monaco e di Ugo D’Ambrosi. La pittura di Aldo Cordiano si esprime in termini prevalenti nella tempera, che è una tipologia di lavoro particolarmente difficile: trattare la tempera, infatti è molto difficoltoso, perchè questa crea dei colori molto strani, che devono essere studiati molto bene prima dell’impiego e, solo un sapiente estro creativo riesce a conciliare, infatti i colori delle sue tele materializzano dei momenti che sembrano sfuggire alla pianificata, e piatta, realtà di tutti i giorni.

chianaleaLa stessa natura, colta nella sua accezione poetica, rappresenta per il Cordiano, un rifugio dove assaporare insieme alla ricerca del globale, soprattutto, la bellezza del particolare. Uno studio particolare sulla natura sembra suscitare nel nostro Artista un fascino eccezionale, che traspare in tutte le sue opere, come lui stesso ci tiene a sottolineare: “l’attenzione sulla natura, ed un lavoro particolare sulla natura, mi è sempre risultata stimolante… Non tanto un lavoro sul paesaggio, perché quando io incomincio a lavorare, non mi metto lì a copiare o, semplicemente, cambiare i colori… ma, i luoghi della mia espressività sono creati dalla mia immaginazione che cerca di andare oltre quello che vedo, gioca con i colori, e crea effetti particolari che, magari, si gustano e si vivono in un solo istante, nell’arco di tutta la giornata. Non è detto che una pietra non possa essere colorata… oppure il mare non possa essere verde, anziché azzurro… Queste non sono cose tanto irreali, inventate da me“.

La sua ricerca di perfezione, i suoi stupendi quadri e le tematiche di ampio respiro che riesce a far emergere dalle sue opere, danno la misura dell’artista, del suo tentativo di ricerca non dovuto semplicemente alla tecnica, ma a quel profondo bisogno di trasmettere valori sapientemente profondi e significativi, acquisiti attraverso una cultura artistica matura e decisa.

14619934_10208806079722468_994428888_nAldo Cordiano ha fatto di tutto: dalla pittura alla scultura, dalla grafica pubblicitaria a qualche copertina di giornale e, grazie all’insegnamento ed all’attenzione di maestri del calibro di Luca Monaco ed Ugo D’Ambrosi, ha potuto avere un’educazione artistica ed accademica non indifferente, acquisendo un bagaglio artistico che consente, davanti ad un suo lavoro, di capire subito di non trovarsi davanti all’opera di un autodidatta. Se gli chiediamo da dove parte, da cosa trae origine la sua pittura, così ci risponde: “Non faccio nessuno schizzo preliminare, vado direttamente sulla tela: tutto quello che viene fuori, parte da una linea grafica che esce spontaneamente: è un unico taglio con colori forti e vivaci. Tutto questo, con la padronanza della scelta dei colori, per ottenere i risultati che mi sono prefisso”.

Parte delle opere di Aldo Cordiano sono distribuite in tutta Italia: nella sua catalogazione si contano più di 400 opere, non esiste Regione della nostra Penisola che non ospita dei suoi lavori, nonostante abbia fatto pochissime mostre e la diffusione delle sue opere sia avvenuta solo “per conoscenza diretta” da parte di persone che, conoscendo il valore dell’artista e delle sue opere, ne hanno fatto direttamente richiesta. Anche se, è doveroso aggiungere, come tante volte, ai fini di lucro ha preferito fare della beneficenza. Qualche anno addietro, finanche al “Meeting per l’Amicizia fra i Popoli”, che si tiene a Rimini ogni estate, è stata esposta una sua opera, che poi è stata venduta, devolvendo il ricavato in opere di bene.

gruppo6Certamente il Cordiano ha una sua personale visione delle cose, con una fertilità di immagini molto vicina alla laboriosità della nostra gente di Calabria: “Sono molto legato alla nostra realtà ed, in particolare, alla cultura meridionale, che si ritrova in molti miei lavori, ci dice l’Artista, ad esempio, l’ulivo, che possiamo definire come la pianta simbolo della nostra terra, l’ho sempre rappresentato in forma umana...”.

Questa grande fertilità di immagini, presente in ogni opera dell’artista, sboccia nella sua pittura la forza prorompente del suo sentimento e della sua sensibilità, sempre pronta a cogliere nei fenomeni naturali, che vuole mettere in risalto nelle sue opere, quel fascino misterioso che ha sempre incantato l’uomo fin dalle sue origini: i suoi colori sono il simbolo di un’emozione segreta che gli consente di andare ancora più a fondo nella realtà, per capire, conoscere e dare rilievo ad una piccola e sconosciuta cronaca, per farne Storia.

 

IL GRUPPO: UNA VOCE DELLA NOSTRA COMUNITA’

gruppo1Era il 4 gennaio del 1975, il caro don Agostino Giovinazzo era arrivato a Galatro da pochi mesi, quando venne pubblicato, a cura della Parrocchia San Nicola, il primo numero de “Il Gruppo”: un importante strumento di comunicazione che ha dato voce alla nostra comunità per oltre 5 anni.

Nella presentazione del primo numero si leggeva: “il giornale è frutto di un lavoro collettivo di giovani che frequentano il Centro Giovanile ed è un mezzo per far maturare i giovani a prendere un ruolo di primaria importanza nella comunità parrocchiale, vista nel suo insieme religioso e sociale. Il fine che ci proponiamo non è fare della sterile cultura o sfoggio di nozioni acquisite in modo vario; esso vuole essere uno stimolo a che tutti i giovani si sentano responsabili del ruolo che occupano nella società”.

Il giornale veniva redatto, periodicamente, in occasione del Natale, in prossimità della Pasqua e delle feste patronali e veniva stampato nello studio della casa di don Agostino dove, per l’occasione la stanza veniva trasformata in una piccola tipografia, anzi un piccolo laboratorio, dove ognuno era intento a fare qualcosa: chi a scrivere le matrici, chi a far funzionare il ciclostile, chi ad impostare gli articoli, chi a disegnare la copertina… a pensarci bene, la realizzazione di ogni numero, al di la di tutto, era veramente un grande momento di festa…!

La vera novità di tutto questo lavoro è stata quella di far parlare la Chiesa locale, anche attraverso la penna dei “piccoli” redattori locali che hanno dato tutti il loro contributo alla nascita e continuità del giornale, al punto da poter affermare che ogni uscita era attesa con impazienza dai lettori…

gruppo14“Il Gruppo” è andato avanti per 19 numeri in 5 anni: dal gennaio del 1975 alla Pasqua del 1981 e… su tante cose vale la pena soffermarsi per ricordare… Mi piace ricordare, per adesso, le copertine… perché ogni copertina era un’opera d’arte, realizzata dal nostro artista Aldo Cordiano, allora giovane studente con la passione per il disegno. Che dire… appare evidente che le copertine si commentano da sole, anche se mi fa piacere riportare un articolo del prof. Raffaele Sergio, pubblicato ne “Il Gruppo” del dicembre 1979, dove commentava il talento del giovane artista galatrese come di “un caso da non sottovalutare”.

E la pubblicazione del vecchio articolo, a distanza di quasi trent’anni riproposto all’attenzione dei lettori di Galatro Terme News, oltre che un caro ricordo di don Agostino e del prof. Sergio, vuole essere un contributo ed una testimonianza di una creatività ed una tradizione culturale, di cui, senza falsa modestia, possiamo ben dire di poter andare orgogliosi.

 

 

UN CASO DA NON SOTTOVALUTARE

di Raffaele Sergio

gruppo15Provo un vivo senso di soddisfazione rispondere, tramite questo “ottimo” bollettino, alle domande di un giovane che ha tutti i requisiti per meritare la fama di studioso. Cosa vuole sapere? “Se è vero, come altri dicono, che le composizioni figurative di apparenza poco consolatoria, fin’ora apparse sulle copertine dei vari numeri de “Il Gruppo”, trovano spazio nella cultura artistica ricorrente”.

Devo prima di tutto precisare che il mezzo di informazione, “incolore”, di cui Aldo Cordiano ha condotto le sopracitate copertine, anche se scandito con estrema sobrietà su una qualsiasi opera grafica, non riesce mai a procurare all’osservatore un vero e proprio godimento visivo, specie quando si tratta di mettere in evidenza ansie, tumulti, spasimi o cose del genere. Aggiungo, senza però allontanare il pensiero che l’“incolore” messo in pratica rappresenta il simbolo della mancanza di energia e dell’indecisione, che le stesse copertine si presenterebbero più piacevoli e attraenti se fossero armonizzate, con i dovuti accorgimenti, da tonalità cromatiche.

Comunque non è difficile intuire che gli anonimi “altri”, inconsapevoli di certi fenomeni che si verificano nella vasta sfera delle arti figurative, vedano nelle opere del Cordiano un variare di elementi informi che troverebbe giustificazione solo nel turbamento dei sogni o in quello della paura. Personalmente sono dell’avviso che Aldo Cordiano, artista galatrese pieno di entusiasmo giovanile e di gran voglia di fare dell’arte, è da qualche tempo alla ricerca di nuove forme e di nuovi contenuti in un’epoca, come la nostra, che va sempre più alla deriva causa il procedere a grandi tappe della pseudo civiltà delle macchine.

Ne consegue quindi che gli esseri umani gravati dal destino avverso, fissati sulla carta dal nostro artista con procedimento chiaroscurale di equilibrati contrasti, sono le testimonianze di un discorso, legato a manifestazioni psicologiche caratteristiche della gente del Sud, che denota arte e cultura. Mi sento di ammettere che mi trovo di fronte ad un caso da non sottovalutare.

pannello1Quanto sopra, credo sia sufficiente a convincere il giovane studioso e ad accontentare, almeno per adesso, l’egregio lettore che, a titolo informativo, mi aveva chiesto una più approfondita disamina delle “genuine (parole sue) e significative copertine”. Credo ora opportuno far cenno a qualche altro interessante particolare valevole per una successiva ricostruzione della personalità del nostro artista. Tempo fa mi sono incontrato con il Cordiano per un accademico scambio di opinioni intorno alle varie correnti d’arte oggi di moda. L’argomento relativo all’effettiva validità della scenotecnica, trattato per ultimo in quello scambio, ha determinato il desiderio di chiedermi prima notizie sulla grafica pubblicitaria, poi uno spassionato giudizio, che ho dato in senso buono, su un suo vistoso cartellone esposto in occasione della festa del Carmine, raffigurante, alla maniera decisamente schematica, scorci del paesaggio galatrese.

Dinanzi alla mia presenza, un pò invecchiata nei confronti della sua, il nostro artista assumeva un atteggiamento molto garbato e altrettanto leale, mostrandomi così un aspetto positivo del suo carattere. Si notava principalmente dal modo di esprimersi una chiara predisposizione, facilitata dalla prontezza di spirito e di intuito, alla cosiddetta lettura di un’opera d’arte.

gruppo2Questa, s’intende, non è una trovata a scopo allusivo, ma una realtà constatata che l’amico Cordiano non dovrebbe disconoscere in nessun momento della difficile strada intrapresa. Ho poi avuto il piacere di ammirare alcuni suoi tentativi di pittura e di scultura, esposti in una stanzetta adibita a studio provvisorio, che hanno richiamato la mia attenzione. Mentre cercavo di stabilire i punti su cui basare un modesto parere, il nostro artista così prontamente giustificava: “queste opere ne risentono di scolastica, cioè delle prime esperienze acquisite al liceo artistico di Reggio Calabria dove, anni or sono, ho conseguito la maturità”.

Ben diversa, per me, è la dizione. Quei tentativi, insieme agli schizzi di idee e di immagini conservate in una cartella, guardate con occhio che va al di là di quello dell’autore, rivelano una spontaneità creativa congiunta a un metodo operativo che rifugge da ogni influenza. Perché, direi a questo punto, il giovane collega, per fare onore al nostro paese, per guadagnare la stima del pubblico e la fiducia della stampa, non decide di allestire una personale?

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