LA PETRARA: L’ARCHITETTO FRANCESCO PAPASIDERO RI-FOTOGRAFA IL NOSTRO TERRITORIO
Il territorio del Comune di Galatro ha una superficie di circa 50 chilometri quadrati e sulla natura geologica di questo territorio, per quanto ne so io, nessuno ha fatto studi particolari, nonostante la presenza di una vasta area termale lo avrebbe richiesto. Nel libro “Galatro e le sue acque termo-minerali” il prof. Diego Corso sostiene che “i terreni che lo circondano sono dell’era terziaria e quaternaria e presentano tracce di vari periodi: miocenico, pliocenico e quaternario, e l’esame della stratificazione ha, spesso, portato alla luce rinvenimenti di conchiglie fossili con esemplari di echini, di denti di squalo e di clypeaster allus, ecc.”.
Ri-fotografare a distanza di anni il nostro territorio può essere un lavoro che aiuta a comprendere, in maniera chiara e immediata i cambiamenti che il passare degli anni ha operato sul paesaggio e sull’ambiente del nostro paese: questo lavoro è quanto, di tanto in tanto, l’architetto Francesco Papasidero riesce a realizzare, facendo emergere l’uso della fotografia come strumento utile a scopi culturali e divulgativi del cambiamento del territorio nel quale abitiamo.
Da poco tempo ho avuto modo di vedere un suo reportage sulla “Petràra”: un tunnel costruito verso la metà del 1800, largo circa 3 mt., alto circa mt.2,50, costruito con muratura di mattoni e pietre. Anticamente era un canale a cielo aperto che raccoglieva tutte le acque piovane provenienti dalla parte alta del paese e divideva il rione Serghi inferiore da quello superiore. Il tunnel inizia dietro il forno vicino al tabacchino della signora Stella Zito, passa sotto alcuni fabbricati, sotto la via Garibaldi, devia verso largo fontana e da qui degrada lungo la prima parte della via Gandhi dirigendosi verso il fiume Metramo. Le foto messe a corredo di questo scritto fanno vedere il pozzetto d’ispezione posto in via Largo Fontana, il tunnel che dalla via Largo Fontana degrada lungo la via Gandhi e che sale verso la Via Garibaldi, e lo sbocco dietro le case di via Garibaldi.
Un tale lavoro di “ri-fotografia” dei nostri luoghi ha la sua importanza perché consente delle riflessioni che, unite alla osservazione diretta del territorio, consentono una lettura più accurata dei processi territoriali e culturali di lungo respiro per permettere di leggere efficacemente i cambiamenti in un contesto territoriale come il nostro, che solo apparentemente sembra essere rimasto “congelato” nel tempo.
Grazie mille Michele carissimo. Bella iniziativa dell’amico Francesco. Ri-conoscere il proprio territorio e le sue trasformazioni nel tempo ci danno maggior senso di appartenenza oltre che riportare alla memoria luoghi e momenti di vita finiti nell’oblio. Questa iniziativa sulla Petrara mi ha fatto fare un veloce giro a ritroso nella memoria: a Saitta, u Stabilimentu, Grossu, a Carcara, u Gurnali, l’Officina, i Dui viali, u Conventu. Quanta spensieratezza e momenti felici trascorsi in compagnia degli amici in questi luoghi del nostro amato Galatro.
Un abbraccio. Grazie ancora. Giuseppe Ocello
Una risposta
[…] Vedi anche: http://www.michelescozzarra.it/la-petrara-larchitetto-francesco-papasidero-ri-fotografa-il-nostro-te… […]