SULL’ASSASSINIO DEL GIUDICE FALCONE E DELLA SUA SCORTA
Sull’assassinio del Giudice Giovanni Falcone, della moglie e della scorta, è ormai stato scritto di tutto… per molti versi secondo un copione già usato in altre occasioni: Moro, Dalla Chiesa, Bachelet, Insalaco, Chinnici, Cassarà… ecc. ecc. ecc…
Quindi è fuori luogo ripetere lo sgomento, lo stupore, la rabbia, le solite “prediche”… C’è troppa gente che sta pagando un grosso tributo di sangue per la salvaguardia della nostra libertà, e di fronte al sangue è bene mettere in azione il cervello piuttosto che la lingua… perché a mettere in moto la lingua ci pensano i “professionisti” dell’antimafia, quelli che hanno aggredito Falcone, dopo averlo esaltato, quando questo non si è prestato ai loro fini… quelli che lo hanno additato come disertore quando da Palermo si è “trasferito” a Roma…
Per questo, su Falcone, non voglio dire altro… in un momento in cui tutti, tanti ipocritamente, non fanno altro che blaterare sgomento e paura, dopo aver insozzato e delegittimato Falcone. Io preferisco tacere e lasciare all’intelligenza di quelle poche persone che hanno la pazienza di leggermi,ogni commento e considerazione.
Ma di una cosa non posso tacere, perché è una cosa che non riuscirò facilmente a dimenticare: il volto sconvolto della vedova dell’agente Vito Schifani, ucciso con gli uomini della scorta di Falcone. Una ragazza di 22 anni, “vedova bambina” l’ha definita qualcuno, che la forza dei sentimenti ha ingigantito in quel grido “mafiosi inginocchiatevi”, espresso tra singhiozzi e svenimenti, nella “preghiera” pronunciata dall’altare durante i funerali degli uccisi. Uno dei più toccanti e drammatici richiami che abbia mai toccato la coscienza di tanti italiani.
Ai funerali ha addosso una camicia rosa… era del marito, gliela aveva regalata lei… più tardi dirà: “Voglio che facciano giustizia, Vito credeva nella giustizia. Voglio vedere il Presidente della Repubblica, voglio che mi dicano che la giustizia arriverà finalmente. Voglio che Vito e tutti gli altri se ne vadano con tutti gli onori. Non voglio soldi. Il capo della Polizia ci ha consegnato una busta con dieci milioni, ma io voglio giustizia. Voglio che pubblichiate una foto di Vito, una bella. Ne ho una, una in cui sta benissimo e ride… Una in cui sta con me e con il bambino… Tutti e tre assieme…”.
Io non posso aggiungere altro… in questi casi il silenzio più che un dovere è un obbligo!
Pubblicato su proposte di Nicotera nel maggio del 1992