Categoria: Storia

GALATRO AL MIO SGUARDO di don Rocco Distilo

Godersi il panorama di Galatro dalla contrada “Farinella”, significa esaltarsi, sognare, volare quasi… Montebello sembra nascere dal fiume Metramo, che gradatamente ascende allargandosi alla base e stringendosi in linee perfette di un triangolo, tutto smeraldi abbacinanti al sole. Colline di ulivi fanno cornice in un giuoco di luci e di ombre; al vertice il bianco Calvario, dominante la piana.

QUANDO IL SUONO DELLE CAMPANE SCANDIVA IL RITMO DELLE GIORNATE DEI NOSTRI PAESI

Oggi nei nostri paesi l’uso delle campane è limitato, ma una usanza vecchia di secoli e profondamente sentita da tutti non può decadere così facilmente nell’oblio, tanto che quando le campane dei nostri campanili suonano a distesa per annunciare una festa o una importante celebrazione religiosa, il paese cambia aspetto e torna a vivere perché il suono delle campane è vita e un tutt’uno con la storia della comunità e dei suoi abitanti.

GALATRO: UN TRITTICO MARMOREO CARICO DI FEDE E DI STORIA

Il maestoso Trittico della Chiesa di san Nicola a Galatro, un’opera d’arte rinascimentale nella quale si può scoprire tutto un “universo” che porta scolpito addosso: un capolavoro di marmo che è la testimonianza più eloquente del connubio tra fede e arte nella storia di Galatro. Nel 1911 i funzionari della Soprintendenza di Napoli lo hanno attribuito ad Antonello Gagini

“GALATRO, PAGINE DI STORIA” DI UMBERTO DI STILO

Con questo libro “Galatro, Pagine di storia” Umberto di Stilo ha dato vita ad un importante mosaico, i cui frammenti non sono altro che pezzi di storia galatrese, curati nei minimi particolari, che insieme danno vita ad un grande, e splendido, disegno dove è racchiusa tanta storia e tante vicende, fino ad oggi sconosciute, della nostra Galatro.

LE TERME DI GALATRO

Per molti versi Galatro è un paese ancora da scoprire: anche se proiettato in una prospettiva “termale”, non è ancora contaminato da quelle espressioni che, fatalmente, compongono il turismo di massa. Le Terme “Sant’Elia” costituiscono un vero e proprio punto di riferimento balneare tra i più belli e affascinanti della Calabria…

450 COPIE SULL’ABATE MARTINO: NÉ PER FAMA, NÉ PER SOLDI. SOLO PER AMORE, PER AMORE ALLA NOSTRA TERRA E ALLA NOSTRA STORIA

Ora, a distanza di quasi 6 mesi, posso dire di avere distribuito oltre 450 copie della mia pubblicazione sull’abate Martino, con dei riscontri molto lusinghieri, soprattutto da chi non sapeva neanche l’esistenza del nostro Abate: volendo posso dare vita ad un’altra pubblicazione solo con i commenti, e ringraziamenti, ricevuti. Per tanti è stata una bellissima scoperta e ne sono rimasti affascinati. Una cara amica mi ha scritto un pensiero commovente: “Ti ringrazio per avermi fatto conoscere e amare Galatro, il suo ambiente, la sua storia, senza esserci mai stata”.

SUL RISORGIMENTO: LA PROTESTA DELL’ABATE MARTINO

L’Abate Martino esercitò la sua funzione sacerdotale senza venir meno al suo impegno politico: a Galatro, presso la casa paterna, aveva un camino girevole, dove era solito nascondersi durante le frequenti irruzioni della polizia borbonica. Ma nel 1866, dopo aver gioito per gli eventi che hanno portato all’unità d’Italia sdegnato per i pesanti tributi imposti dai Piemontesi, scrive il “Paternoster dei liberali calabresi”, dove evidenzia come i mali della Calabria si perpetuano ancora in maniera più pesante con il Regno d’Italia, infatti, amaramente afferma: “…ca di la furca passammu a lu palu…”. Così si dispera il Martino, troppo si era illuso, troppa fiducia aveva dato, ora si sente tradito e, nella “Preghiera del calabrese al Padreterno contro i Piemontesi” del 1874, scrive: “Lu pani cu li lagrimi ammogghiamu…