LA RUSSIA INVADE L’UCRAINA: SCOPPIA LA GUERRA

La data del 24 febbraio 2022 corre il rischio di essere ricordata come una data tristemente storica: è una data di guerra, e la guerra è guerra, nonostante nell’universo televisivo le cose sembra che vadano diversamente e si parla di guerra come se si trattasse di un videogioco.

Stanotte la Russia ha invaso l’Ucraina, ma già le immagini delle mappe colorate, i grafici di un conflitto descritto in anteprima, si presentano come particolari di un videogioco che censura le conseguenze di questo terrificante episodio, cioè i morti, i feriti, il sangue, la fame che, inevitabilmente, questo conflitto si porterà dietro e che per il mondo televisivo non esistono. In queste ore drammatiche bisogna trovare il coraggio di dire, a costo dell’impopolarità, che la guerra non è un gioco, la guerra è uccidere degli uomini e, bisogna anche ribadire con fermezza che se fa paura la guerra, fa altrettanto paura questo ritorno di atteggiamenti e regimi che, dopo la caduta del muro di Berlino, si ritenevano definitivamente superati.

Ogni nuova guerra che arriva, è sempre la vecchia guerra che ritorna: proprio mentre ci siamo “ubriacati” di pace e, con due colpi di piccone al Muro di Berlino pensavamo di avere spazzato via il mostro della guerra, e sognavamo un futuro di pace, ecco che stiamo andando incontro ad una guerra che non risolverà alcun problema, anzi l’inizio di questa guerra manifesta solo l’evidenza di una grave sconfitta del diritto internazionale.

L’unica posizione ragionevole di fronte alla guerra tra Russia e Ucraina è quella che, al tempo della Guerra del Golfo, è stata espressa da Giovanni Paolo II che ha, purtroppo invano, invocato la pace e negato ogni giustificazione alla guerra: “La guerra è un’avventura senza ritorno”. Questa affermazione appare, in questo scenario che si è aperto questa notte, in tutto il suo crudo realismo. La guerra è sempre una sconfitta, anche per coloro che pensano di esserne i vincitori. La stessa vittoria della Russia, che si presenta già da adesso scontata anche se non breve e pacifica, rischia di tramutarsi in una “vittoria di Pirro”, tale da fare emergere la più completa destabilizzazione dell’Europa… e su questo pare che tutti siano d’accordo.

In questo momento bisogna avere il coraggio di gridare, che nulla e niente al mondo, tanto meno gli interessi economici e politici, vale più della vita di un uomo, e la vita di ciascun soldato che in questi giorni, suo malgrado è stato mandato a combattere una guerra che non capisce, vale più di tutte le risorse della Russia e dell’Ucraina.

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