PER IL 2024… A VOI TUTTI AUGURI DI VERITA’, LIBERTA’ E FELICITA’

Buon anno cari amici che mi seguite in quello che, periodicamente, scrivo in questo piccolo appezzamento di spazio che ho sul web. Anch’io voglio farvi giungere, gli auguri di un buon 2024: i miei non sono gli auguri di mezzanotte, fatti frettolosamente con la coppa di spumante traballante e la vista annebbiata da un cenone insostenibile. Non sono nemmeno gli auguri pieni di rabbia per le speranze dell’anno precedente rimaste inesaudite, né gli auguri malinconici e scettici di chi, in fondo, non si aspetta niente di nuovo, né quelli ingenui di chi si aspetta tutto da chi non può dare niente.

Non mi piace dire “auguri”, così tanto per dire, senza sapere neanche per che cosa è formulato questo augurio. Voglio che i miei auguri abbiano un senso (Vasco dice che bisogna trovare un senso anche “dentro chi un senso non ce l’ha”): e vi voglio augurare che il 2024 sia un anno di verità e di libertà (che insieme alla felicità sono le cose che più anelano nel cuore dell’uomo).

Che razza di augurio, vero? Proverò a spiegarlo, anche se non è una cosa facile… almeno così penso guardando la realtà che abbiamo intorno.

Un anno di verità, un anno in cui possiamo vivere senza nasconderci, possiamo vivere per quello che siamo realmente, e possiamo riscoprire la bellezza, la gioia e la pace; ma, soprattutto, possiamo riscoprire il senso di tutto ciò che facciamo e siamo: il senso dei nostri amori, speranze e passioni, della nostra fatica e dolore.

E ancora, che il 2024 sia un anno in cui non ci si vergogni di guardare il proprio limite e sappiamo invece cercare e scoprire un Altro che ci aiuti, un Altro più grande di noi, un Altro grazie al quale anche il più piccolo di noi può diventare grande e la vita di tutti divenire un’avventura affascinante.

Cari amici, saremo stati in pochi, quest’anno, a fare gli auguri così… ma come sono grandi questi auguri!

Il nostro tempo, infatti, preferisce darsi piccoli traguardi, limitate soddisfazioni “vivendo ed in parte vivendo” come scriveva Eliot… il nostro tempo preferisce non guardare la verità dell’uomo, preferisce “tacere e far tacere” in tutti il desiderio di Dio, il più grande che l’uomo possa avere, l’unico che nasca da una esperienza e non come una voglia costruita a tavolino.

Ma negando questa verità, soffocando questo desiderio il nostro tempo ha costruito il più grande dei totalitarismi: Per questo vi auguro anche un anno di libertà.

Qualcuno tra i miei amici, a questo punto, forse comincerà a pensare che non sopporto bene l’alcol, visto che, a settimane di distanza dalle abbondanti libagioni festerecce, continuo ad avere il “delirium tremens”. Potrebbe obiettare: “Ma come, auguri proprio la libertà, che è l’unica cosa che abbiamo, e forse anche troppo?”.

E sembrerebbe avere ragione. Ma, mi chiedo, che libertà è quella che pensa che sia solo il progresso tecnologico ciò che può risolvere i nostri mille problemi, se non una libertà pensata e vissuta come fuga dalle domande della vita, dalla grandezza e dalla responsabilità che la vita comporta… che libertà è una libertà che non impegna l’uomo, non lo spinge a paragonarsi con gli altri uomini e con i valori della vita, non gli chiede di giudicare, di cambiare… che libertà è una libertà che non vuol sapere se una cosa è vera o falsa e che è solamente la maschera dell’individualismo e del disinteresse verso gli altri?

Una libertà così è falsa, e la società che la proclama, di fatto uccide la verità più profonda dell’uomo.

E se questa verità manca, anche i tentativi che l’uomo compie di legarsi ad altri uomini, diventano violenti, perché fatti non più per una comune ricerca, ma per un reciproco sfruttamento (quanti genitori hanno scoperto che non bastano soldi e telefonini per legare a loro i propri figli… oppure quanta tristezza c’è nelle compagnie occasionali che nulla hanno a che fare con la ricerca del significato della vita).

Guardandoci bene attorno scorgiamo che i grandi della Storia hanno  invaso tante Nazioni con la “giustificazione” di riappacificarle… hanno schiavizzato popoli interi, dicendo di “normalizzarli”. Praticamente quello che succede ancora oggi.

Ma non sono i soli, altre violenze più sottili vi sono ancora oggi, molto più vicine a noi e meglio nascoste: sono quelle delle riviste “progressiste” che parlano di liberazione della donna e continuano però a sfruttarla e… non solo commercialmente! Sono quelle che chiamano “atto di amore” l’eutanasia; sono quelle che chiamano libertà l’indifferenza e che chiedono sia riconosciuto il diritto a drogarsi, ad abortire, a vendersi, insomma il diritto a distruggersi e distruggere.

Dietro tutto questo c’è un “grande fratello” che cerca di guidare l’umanità: il Dubbio. Il dubbio che valga la pena di avere un volto e di vivere; il dubbio che valga la pena di cercare il perché delle cose o che esso esista; il dubbio che gli uomini possano incontrarsi per cercare questo “perché” e che quindi ci sia qualcosa di meglio del “vivi e lascia vivere”; il dubbio che ci sia stato nella Storia qualcosa, anzi Qualcuno, di grande e che ora attende l’uomo. insomma il Dubbio eletto ad unica certezza.

Cari amici, vi auguro di non essere mutanti, e senza volto, e senza storia, e senza età… e di sfuggire, in questo anno 2024 appena iniziato, alla dittatura del dubbio… e di inseguire la verità, la libertà e la felicità, per rendere la vita degna di essere vissuta.

Non vogliatemene, ma questi sono i miei auguri… buon 2024 a tutti!

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