Michele Scozzarra Web Page Blog

SAN ROCCO DI STELLETANONE PELLEGRINO ALLA CONA

In questi giorni, don Cecè Feliciano, parroco di Laureana di Borrello, ha organizzato in onore di san Rocco dei momenti di preghiera che vedono “san Rocco pellegrino” in tanti luoghi di culto della nostra zona, dal 31 luglio al 3 agosto, precisamente alla Contrada Cona, alla frazione sant’Anna, a Bellantone e Laureana.

Limbadi 29 luglio 1988 – SECONDA GIORNATA DEL CONTADINO

Mimmo Grillo, ottimo organizzatore, ha così spiegato i motivi di questa festa: “Abbiamo voluto anche quest’anno inserire, nel contesto dei festeggiamenti in onore di san Pantaleone, la serata dedicata al mondo contadino. Questa nostra terra, relegata ai margini del progresso, afflitta da piaghe secolari e apparentemente incurabili, abbandonata a se stessa, ha bisogno di questo genere di manifestazioni e di ogni altra genuina espressione del popolo, che possa contribuire alla rivalutazione del concetto negativo che si ha della nostra Calabria nel mondo”.

L’ESTATE, LE FESTE… E SAN PANTALEONE

La festa, quella vera, non si annuncia sui muri, si sa. Tutto Limbadi sa, ad esempio, che il 27 luglio c’è la festa di San Pantaleone. Chi lo dice ai limbadesi? Nessuno: lo sanno e basta. Lo sanno perché la prima caratteristica della festa è quella dì esserci; come la luna che un pò non c’è e poi c’è di nuovo, bella tonda. Ma anche quando non si vede c’è lo stesso. Fare una festa vuol dire, innanzitutto, sapere che c’è, anche quando tutto sembra buio. Saperlo sempre, pensarla, tenersi pronti come all’arrivo dello sposo, come i contadini sanno, d’inverno, che a luglio ci sarà da mietere. In altre parole, da che mondo è mondo, la festa è sempre legata ad una apparizione, ad un evento, al ricordo di un fatto di cui ciascuno si ricorda così come si ricorda di sè.

IL CIELO, LE STELLE E… ADDIO A INDRO MONTANELLI

“Domenica 22 luglio alle ore 17.30. Giunto al termine della sua lunga e tormentata esistenza, Indro Montanelli, giornalista, Fucecchio 1909, Milano 2001, prende congedo dai suoi lettori ringraziandoli dell’affetto e della fedeltà con cui lo hanno seguito. Le sue cremate ceneri siano raccolte in un’urna fissata alla base, ma non murata, sopra il loculo di sua madre Maddalena nella modesta cappella di Fucecchio. Non sono gradite né cerimonie religiose, né commemorazioni civili”.

LA CHIESA DELLA MADONNA DEL CARMINE A LIMBADI

Alle 6 del pomeriggio di sabato 15 luglio 1989, la Chiesa di San Pantaleone era già affollata di gente che, cantando “mira il tuo popolo” attendeva la Statua restaurata della Madonna del Carmine. Dopo aver benedetto la Statua, sul sagrato della Chiesa di San Pantaleone, don Saragò ha sottolineato come “per la Statua della Madonna, e per la stessa Chiesa, è finita la settimana di Passione. Finita la settimana di Passione è arrivata la resurrezione e la Statua e la Chiesa, che tutti pensavano morte, sono risorti”.

VINCENZO CORDOMA, UN POETA GALATRESE CHE CANTA L’AMORE

Da quasi due anni tengo, in bella vista, sulla mia scrivania l’ultima opera dell’amico Vincenzo Cordoma “Canto quanto Amor mi spira”, la cui lettura ha fatto rivivere in me le stesse sensazioni che ho provato quando ho letto, per la prima volta, i versi dell’altro suo libro “Vecchi e nuovi sprazzi”.

IL COMUNE DI GALATRO HA DATO IL VIA AD UNA NUOVA STAGIONE TERMALE

Alla luce di questa decisione del Consiglio di Stato, le Terme sono ritornate nella disponibilità del Comune e il 18 maggio scorso è stato espletato il passaggio della struttura termale al Comune. Ha scritto Umberto Di Stilo sulla Gazzetta del Sud: “Il ritorno delle Terme al Comune è un evento importante per tutti i galatresi che, sin dagli anni Ottanta, epoca in cui con grande lungimiranza il sindaco Bruno Marazzita decisi di acquistare dai proprietari privati il vecchio Stabilimento termale, hanno alimentato la speranza di crescita del paese e della sua economia mediante lo sviluppo del turismo termale e della nuova fonte di lavoro per un significativo numero di persone”.

SE L’EUROPA PERDE CHARLIE NON GLI RIMANE PIU’ NULLA

Eppure con Charlie non si spegne solo una vita: si spegne la speranza, la nostra civiltà, l’idea stessa di rifondare l’Europa. Perché, al di là delle chiacchiere e dei proclami ufficiali, un’Europa che tradisce le sue radici e le sue origini a tal punto, un’Europa che calpesta la vita in modo così violento e vigliacco, non ha nessuna possibilità di sopravvivere a sé stessa

SCARCERATO MATTEO BOE, TAGLIÒ L’ORECCHIO A FAROUK KASSAM

Da una nota dell’Agenzia Ansa di ieri ho letto che “è uscito questa mattina alle 10:40 dal carcere di Opera dove era detenuto, Matteo Boe, il bandito sardo responsabile, tra l’altro, del rapimento il 15 gennaio del 1992 a Porto Cervo del piccolo Farouk Kassam, che all’epoca aveva sette anni e al quale lo stesso Boe tagliò il lobo dell’orecchio che fu poi recapitato al padre del bambino all’interno di una busta. Farouk fu poi liberato dopo 177 giorni di prigionia in seguito al pagamento di un riscatto. Matteo Boe, 59 anni, uno dei principali esponenti del banditismo sardo, ha terminato di scontare 25 anni di carcere…

CARO MICHELE… LASCIA CHE PARROCO E VESCOVO CUOCIANO NEL LORO BRODO INUTILE

Su questo dovete interrogarvi, così come sul rapporto con il vescovo. Si è mostrato di modesto spessore e porta sulle spalle alcuni guai di suoi sottoposti davvero pesanti. Non mi pare abbia la personalità per prendere in mano la situazione. Mi ha colpito, in un tuo scritto, quando lo racconti da solo in mezzo alla gente in non so quale occasione pubblica, nessuno che se lo fila, uno tra i tanti, come la nostra povera chiesa, una tra le tante organizzazioni cui dedicare il tempo libero. C’è chi fa volontariato, chi giardinaggio, chi sport e chi si occupa di cose di chiesa. Perdona il sarcasmo, ma è questo l’abisso nel quale stiamo precipitando. Non mi hai chiesto un consiglio, ma se lo facessi ti direi di lasciar perdere tutto, e lasciare che parroco vescovo e parrocchiani leccaculo cuociano nel loro brodo inutile e senza sapore. Per non amareggiarti ulteriormente e per non disperdere le tue migliori energie, degne di altra causa.