Autore: Michele Scozzarra

DOBBIAMO DAVVERO FESTEGGIARE GARIBALDI? SIAMO SICURI CHE FU VERA GLORIA?

Siamo sicuri che, come popolo del Sud Italia, dobbiamo proprio celebrare le “eroiche gesta” garibaldine? Anche se Garibaldi è il personaggio più mitizzato della Storia italiana e fiumi d’inchiostro sono stati consumati per costruire ad arte la sua biografia, non sono il solo a pensare che nella realtà la sua imagine è, sicuramente, diversa da come ce l’hanno descritta tutti i libri che ci hanno fatto studiare a scuola.

UN CARNEVALE CHE NON C’E’ PIU’… PERCHE’ OGGI E’ SEMPRE CARNEVALE

Un tempo il periodo di Carnevale, nella nostra Galatro così come un pò ovunque, era un qualcosa di preciso, nei contenuti e nel tempo… riguardava solo “determinati” giorni e si sviluppava con “determinate” modalità. Si usava mascherarsi, per molti versi abbruttirsi, dal giovedì grasso al martedì successivo: non erano solo i bambini ad andare in giro per le strade buie, tirando fuori dal guardaroba di famiglia vecchi abiti smessi, forse appartenuti a più generazioni…

SUL RISORGIMENTO: LA PROTESTA DELL’ABATE MARTINO

L’Abate Martino esercitò la sua funzione sacerdotale senza venir meno al suo impegno politico: a Galatro, presso la casa paterna, aveva un camino girevole, dove era solito nascondersi durante le frequenti irruzioni della polizia borbonica. Ma nel 1866, dopo aver gioito per gli eventi che hanno portato all’unità d’Italia sdegnato per i pesanti tributi imposti dai Piemontesi, scrive il “Paternoster dei liberali calabresi”, dove evidenzia come i mali della Calabria si perpetuano ancora in maniera più pesante con il Regno d’Italia, infatti, amaramente afferma: “…ca di la furca passammu a lu palu…”. Così si dispera il Martino, troppo si era illuso, troppa fiducia aveva dato, ora si sente tradito e, nella “Preghiera del calabrese al Padreterno contro i Piemontesi” del 1874, scrive: “Lu pani cu li lagrimi ammogghiamu… 

CHI ERA L’ABATE MARTINO, QUESTO STRANO PRETE GALATRESE DELL’OTTOCENTO?

Ho provato, negli anni passati, a chiedermi “Chi era l’Abate Antonio Martino?”, e perché sulla figura di questo “strano” prete è stato scritto tanto. Anche io ho scritto diversi articoli che ho raccolto in un mio personale, e ancora inedito, volume composto da 11 capitoli che, per ora, pubblicherò su questa mia pagina web.

RICORDANDO SUOR ELENA, SUOR GINETTA E SUOR TERESA

Proprio per questo senso di gratitudine, mi piace salutare la notizia dell’arrivo delle nuove suore, con una mia intervista a suor Teresa, suor Ginetta e suor Elena, pubblicata il 14 ottobre del 1979 su “il Gruppo”, come caro ricordo e segno di riconoscimento e gratitudine per la missione che, per molti anni, hanno svolto nella nostra comunità.

CON QUEL NOME COSI’ STRANO…

Per quanto mi riguarda, credo che per ogni persona, la scelta del nome non deve cadere a caso. Mi ha sempre affascinato la vicenda dei genitori di Francesco ‘il paolano’, che esauditi per la nascita del figlio, imposero a questi il nome del Santo di Assisi; lo stesso hanno fatto i genitori di Francesco Forgione, che con il nome di Padre Pio seguì i passi del Poverello di Assisi. Può sembrare fuori tempo ed anacronistico, ma rispetto ai vari eroi negativi della Tv, o altri irrazionali  puntigli, penso nella tradizione cristiana si possono attingere dei nomi, che richiamino ad un vero significato, ed abbiano un senso…

ATTENTI AGLI STILISTI DEGLI “ONESTI”…

Più volte, si è posto il problema del significato da dare alla parola “onesto” e qual’è il senso esatto di certo parlare di un “fronte degli onesti”, oggi piuttosto diffuso.
Tempo fa mi è capitato tra le mani, un anonimo volantino dal provocatorio titolo “le tirannidi spesso sono nati da fabbricanti di onestà”.

6 GENNAIO: 28° ANNIVERSARIO DELL’ORDINAZIONE SACERDOTALE DI DON COSIMO FURFARO

Don Cosimo è un figlio della Chiesa di Galatro (in questo momento l’unico elevato alla dignità sacerdotale), e qui è stato anche ordinato sacerdote, nella Chiesa di San Nicola, il 6 gennaio 1990, dove è rimasto sino al 23 settembre del 2012, giorno in cui è stato nominato parroco della Chiesa di san Giuseppe.

“IL POSTO VUOTO”: RACCONTO NATALIZIO DI UMBERTO DI STILO

L’inesorabilità del Natale diventa per Umberto di Stilo anche l’inesorabilità del tempo che passa. Ma è anche molto altro ancora, così come si percepisce nell’ultimo suo racconto natalizio “Il posto vuoto”: un libro agile e riflessivo che ha il merito di scavare in modo “drammaticamente umano e attuale”, mettendo in risalto la realtà di tanti immigrati che, ormai da anni, vivono nei nostri paesi.

LETTERE DI DON AGOSTINO GIOVINAZZO AI GALATRESI…

Oggi, dopo aver sentito tanti “commenti” sui quali eventualmente ritornerò a scrivere in seguito,  mi piace ricordare don Agostino riproponendo dal Calvario della sua malattia, le nobili parole rivolte alla nostra comunità,  Sindaco, a don Cosimo testimoniano una grande sensibilità e un grande attaccamento alla nostra comunità. Una riconoscenza particolare è stata dimostrata anche verso il Vescovo della Diocesi, Mons. Luciano Bux, che durante la settimana Santa è venuto personalmente a celebrare tutti i riti a Galatro, al suo posto.