Autore: Michele Scozzarra
Esiste invece una data precisa in cui deve essere smontato: secondo la tradizione cattolica, il presepe deve essere tolto il giorno della Festa della Candelora, che cade il 2 Febbraio di ogni anno.
A quanto pare quando Mozart scriveva musica faceva tutt’altro: rideva (chi dimentica la famosa risata nel film Amadeus), diceva cose senza senso, scherzava, giocava… scandalizzava anche.
Quando scalpiterò, quando sarò stufo di scrivere, senza idee, con troppo poco tempo e troppa vita nelle vene, ricorderò il momento in cui ho buttato giù queste righe. E mi stupirò ancora di quanto, malgrado me, sono amato
La notizia dei coniugi di Ferrara uccisi dal figlio sta rimbalzando sui media in questi giorni: una piccola cifra data come acconto e mille euro a fatto compiuto. Questo era l’accordo per l’omicidio dove il più giovane dei due, avrebbe pagato l’amico per uccidere la mamma ed il patrigno, delitto che lui non aveva il coraggio di compiere.
Oggi 6 gennaio è il giorno dell’Epifania di Nostro Signore. L’anno scorso sono stato invitato nella Cattedrale di Nicotera ad un convegno su “I Magi e l’Epifania del Redentore”: sono stato il relatore insieme al caro amico, arciprete della Cattedrale di Nicotera, don Francesco Vardè. Buona parte del mio intervento l’ho tenuto “a braccio”, ma avevo preparato degli appunti che, proprio nella ricorrenza liturgica odierna, mi piace riprendere.
Buon anno cari amici, con l’augurio che anche il nuovo anno sia un anno di libertà e di verità, che allontani il dubbio che nella Storia ci sia stato
In questo ultimo giorno dell’anno voglio scrivere, in sintonia con la liturgia che la Chiesa propone, un mio personale “Te Deum laudamus” per questo 2016 che sta consumando le sue ultime ore.
E’ appunto per questo che io, che regolarmente riesco ad abbracciare delle cause perse, in questo Natale dell’Anno del Signore 2016 voglio rivolgere il mio pensiero ai grandi perdenti dei nostri giorni: penso ai malati abbandonati in casa e nelle corsie di ospedale… penso alla solitudine di tanti nostri anziani ed anche di tantissimi giovani, alle ansie e mortificazioni di tanti genitori per i loro figli… penso allo scoramento e alla disperazione dei disoccupati, alle frustrazioni di tanti giovani che non riescono ad inserirsi nella società… penso ai tanti cristiani perseguitati e uccisi ingiustamente in tutto il mondo.
Ma voglio anche cercare di andare un po’ più in profondità e arrivare al cuore di questa tradizione: il suo cuore è la fede, è l’amore. Fare il Presepio, infatti, prima di tutto è un atto di fede nel mistero dell’Incarnazione, nel mistero di Dio che si fa carne, uomo come noi.
Nonostante la paura della crisi e la coltre di oscurità che sembra non ci voglia dare alcuna via d’uscita, raccolti attorno al Presepio, anche a noi giunge la voce incoraggiante del profeta Isaia: “Il popolo che camminava nelle tenebre vide una grande luce, su coloro che abitavano in terra tenebrosa una luce rifulse”.